Comunali, Caputo (Pd): “In Valpolcevera tante disuguaglianze, l’obiettivo è accorciare le distanze”
- Postato il 20 maggio 2025
- Politica
- Di Genova24
- 3 Visualizzazioni


Genova. Tra i candidati del Partito Democratico al consiglio comunale c’è Martina Caputo, 33 anni, avvocata penalista, assessora uscente del Municipio Valpolcevera. Un “luogo esemplare” delle disuguaglianze, spiega, su cui dovrà lavorare la prossima giunta comunale per “accorciare le distanze”, soprattutto sulla questione più sentita dalla cittadinanza, quella dei cantieri.
Dopo l’esperienza in municipio perché si candida per Palazzo Tursi?
La scelta è venuta abbastanza naturale, nel senso che la mia esperienza politica viene dai municipi. Dal 2017 sono in Municipio Valpolcevera e dal 2022 ricopro il ruolo di assessora, tra le altre cose, alle politiche sociali e alle politiche giovanili. Questa è stata la spinta alla candidatura, perché ho visto quella che è stata l’amministrazione di questa giunta da un punto di vista abbastanza privilegiato. I municipi sono stati l’istituzione più in sofferenza, che ha visto da un lato sgretolarsi le competenze e dall’altro privarsi di una mole di risorse che nei mandati precedenti esisteva e dava la possibilità ai municipi di agire autonomamente. Questo non c’è più stato e, soprattutto rispetto alle politiche sociali, ho visto quanta difficoltà c’è nei municipi a dare risposte autonome alle richieste dei cittadini. Ricordiamoci che il municipio, essendo l’istituzione più prossima, è quella dove il cittadino va a bussare per chiedere risposte, e il municipio potrebbe dare le risposte più concrete e più precise.
Quali sono le priorità per il suo territorio, la Valpolcevera?
Io penso che la Valpolcevera sia abbastanza rappresentativa del modus operandi di questa giunta. Viviamo in una città in cui le disuguaglianze da ogni punto di vista sono assolutamente in aumento. La Valpolcevera è un luogo esemplare, ci sono le disuguaglianze relative alla distanza tra il centro e le periferie, ci sono disuguaglianze sociali, culturali, disuguaglianze di genere, disuguaglianze generazionali. Credo che l’obiettivo della prossima giunta sarà quella di accorciare queste distanze. Le accorciamo senza dare risposte veloci e semplici a problemi complessi. Bisogna entrare nei problemi e bisogna adoperare il metodo che abbiamo utilizzato in municipio: la rete e la cura della persona devono diventare veramente le radici che permeano l’agire politico della prossima giunta. La Valpolcevera peraltro sta vivendo un problema enorme. In Valpolcevera si appoggiano i cantieri delle più grandi opere che saranno funzionali per Genova. Questo però non ci deve far dimenticare che esistono persone, quartieri che vivono intorno opere. Ecco, credo che l’errore principale di questa amministrazione sia stato non considerare che accanto ai cantieri ci sono persone che vivono e vogliono viverci. E non parlo solo di diritto alla salute, ma del diritto alla socialità, a continuare a frequentare le strade. Indubbiamente la prossima amministrazione dovrà avere cura dei territori. I cantieri ci sono e ci saranno ancora, da questo non fuggiamo, ma credo che l’elemento fondamentale sarà l’ascolto, ricevere quelle che sono le necessità e una progettazione che punti a ristrutturare e rigenerare quei territori.
Lei è una candidata giovane. Quali sono le cose da fare in questa città, secondo lei, per i giovani?
Credo che ci siano tre aspetti abbastanza rilevanti rispetto ai giovani che vivono in periferia e che vogliono continuare a viverci, perché non tutti vogliamo andare a vivere in centro. Uno è quello degli spostamenti, quindi una mobilità, soprattutto in orario notturno, che consenta ai giovani di usufruire dell’intrattenimento del centro e ritornare a casa. D’altra parte bisogna restituire una dignità a tutti i territori, anche dal punto di vista culturale e dell’intrattenimento, con una proposta che preveda un decentramento di questo tipo di proposte. Il terzo elemento sono gli spazi di aggregazione. Il centro è sicuramente un ambiente molto complicato in cui parlare di aggregazione, ci sono interessi che a volte sembrano non convergere e non potersi parlare. Il tema della sicurezza e dell’aggregazione sociale devono andare di pari passo e la risposta non può che essere un dialogo, una comprensione delle diverse esigenze e una soluzione che non può essere un’ordinanza o una regola veloce.