Comunali, Chiarotti (Pd): “A Ponente dovremo recuperare le macerie lasciate dalla giunta Bucci”
- Postato il 23 maggio 2025
- Politica
- Di Genova24
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Genova. Presidente del Municipio Ponente dal 2017 al 2022, oggi consigliere di minoranza, nella vita operatore ecologico, Claudio Chiarotti stavolta è in campo per Palazzo Tursi nella lista del Partito Democratico. Lo fa per provare a “riannodare un filo” tra il suo Ponente, territorio complesso per eccellenza, e il resto della città. “Mi piace pensare che sia una piccola Liguria, con caratteristiche bellissime e problemi”, dice.
Perché si ricandida a questo giro?
Per dare un senso a un percorso che è nato una ventina di anni fa in circoscrizione. Secondo me un elemento fondamentale del percorso politico amministrativo è la gavetta. Mi sembrava giusto poter dare il contributo dopo otto anni difficili per la città in cui si è bloccato un sistema di partecipazione della città. Dobbiamo riannodare un filo. Sono convinto che ci siano le condizioni per poterlo fare con Silvia Salis. Sono convinto di poter portare in consiglio comunale l’esperienza maturata in questi vent’anni e sono molto onorato del fatto che il Partito Democratico me lo abbia chiesto.
Si può immaginare che la sua attenzione sarà concentrata soprattutto sul Ponente, il suo territorio di riferimento…
È quasi naturale dopo aver dedicato vent’anni della propria vita alle problematiche di questa parte di città ed è forse ancora più importante in questa fase perché sono stati otto anni difficili per il Ponente. Io ho avuto la fortuna e sfortuna di fare il presidente del Municipio nel primo mandato di Bucci, quando hanno azzerato le competenze e le risorse dei municipi, e ho capito sulla mia pelle che questa parte di città stava andando più in difficoltà. Io sono altrettanto certo che non c’è solo da recuperare un rapporto con la comunità, che purtroppo si è deteriorato in questi anni, ma soprattutto bisogna capire quali saranno gli strascichi che lascia un’amministrazione che poco ha condiviso con la comunità stessa. Abbiamo vissuto la politica del fare come mantra del centrodestra, la verità è che molte volte hanno fatto, e anche male. Ci saranno da recuperare le macerie che lasceranno. È uno dei motivi per i quali mi sembra doveroso portare all’attenzione di tutta la città che rappresenta un terzo della città stessa. A me piace pensare che sia una piccola Liguria, con tutte le caratteristiche bellissime della nostra regione e le problematiche certe di vivere in un quartiere dove purtroppo servitù e problemi poco si conciliano col vivere sano e il vivere bene.
A Ponente, peraltro, si concentra la maggior parte del patrimonio di edilizia residenziale pubblica della città. Che cosa servirebbe secondo lei?
È vero che è un compito regionale, è vero che il problema è Arte che non riesce a seguire in maniera puntuale, ma è anche vero che il Comune deve cercare di fare molto di più, che non sia semplice propaganda rispetto a una serie di investimenti arrivati in questi otto anni. Io considero che avevamo condiviso nell’ultima amministrazione di centrosinistra, quella di una commissione con tutti gli attori che partecipano, un’esperienza di rilanciare, che è morta sul nascere perché è arrivato Bucci e non ha inteso usare questo strumento. Il Comune può e deve assolutamente fare di più, è proprietario di una parte degli immobili dell’edilizia popolare pubblica, non tutti. Deve essere un pungolo per Arte, ma soprattutto deve essere attore protagonista. Non basta demolire la Diga di Begato per dire che hanno pensato alle case popolari, perché la Diga di Begato in questa parte delle città ha portato una serie di problematiche anche sociali. Ripristinare appartamenti per risistemare i cittadini che venivano dalla Diga di Begato senza pensare all’esistente è stato un danno anche sociale, tanto è vero che ci sono stati momenti di tensione. Uno dei primi punti da mettere al centro dell’azione politica amministrativa, e Silvia Salis l’ha fatto, è l’abitare, perché il diritto alla casa è un diritto per tutti.
Altro grande tema è il lavoro: una sua proposta?
Non vorrei essere ripetitivo, ma Silvia ha detto una cosa sacrosanta. iniziare a pensare che gli appalti del Comune di Genova abbiano diritto a un salario minimo per poter partecipare, mi sembra l’Abc. E l’altra volta in questa in questa bella campagna elettorale ho avuto la possibilità di fare un’iniziativa sul lavoro povero. Il lavoro povero ormai non colpisce più solo certe fasce di lavoratori, ma inizia ad ampliarsi. Lavorare e non riuscire ad affrontare la vita in maniera dignitosa è un problema. Per la sesta città italiana deve essere un mantra cercare di combatterlo. Son convinto che con Silvia Salis ci riusciremo.