Comunali, chiusura di Silvia Salis in piazza Della Vittoria: Matteotti “occupata” da una piscina
- Postato il 21 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Niente piazza Matteotti per la chiusura di campagna elettorale del centrosinistra: Silvia Salis avrà la sua chiusura in piazza Della Vittoria. Appuntamento venerdì 23 maggio alle 19, poche ore prima dello scattare del silenzio elettorale.
Intanto il centrodestra che chiuderà la campagna domani, giovedì, al porto antico (in concomitanza con il comizio di Elly Schlein a Pra’) attacca la candidata del campo largo per la scelta di essere “sola sul palco”. Ad ogni modo, a fare notizia, oggi, sono le questioni logistiche.
Il cambio di programma rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi, e che vede il campo largo misurarsi con una piazza inedita rispetto alle campagne elettorali del passato (da sempre temuta anche per una logica di horror vacui), è stato legato alla concomitanza di altri eventi nello spazio di Matteotti, piazza – quella sì – storicamente utilizzata dalla sinistra per i comizi.
Nei giorni scorsi il comitato Silvia Salis sindaca aveva chiesto e ottenuto dagli uffici pubblici competenti le autorizzazioni per il montaggio di un palco sul lato est di piazza Matteotti e non nella parte centrale, visto lo svolgimento della fiera del libro. In fase di sopralluoghi, però, nelle ultime ore, sulla piazza ha fatto la comparsa anche un grosso gazebo nell’ambito della Genova Design Week che avrebbe reso impossibile garantire le vie di fuga necessarie a svolgere l’evento politico in sicurezza.
E quindi il Silvia Salis e la coalizione progressista hanno dirottato su piazza Della Vittoria, una delle poche altre piazze libere dove, in base al regolamento comunale, è possibile svolgere comizi elettorali. “Una scelta di buon senso, per evitare nuove e inutili polemiche che Genova non merita – si legge in una nota del comitato Silvia Salis – dopo che nelle ultime ore, piazza Matteotti, piazza richiesta e regolarmente concessaci dal Comune di Genova, è stata occupata da un maxi-gazebo e da una piscina-idromassaggio, collocati a pochi centimetri da dove sarebbe stato collocato il palco, rendendo impraticabile l’uso della piazza e l’agibilità delle vie di fuga. Davanti all’ennesimo atto di arroganza di questa destra, noi rispondiamo con il sorriso, perché sappiamo che sarà l’ultimo”.
Come preannunciato, la coalizione progressista sarà in piazza ma non sul palco. Una scelta voluta dalla candidata sindaca in continuità con l’evento di apertura di campagna elettorale ai Magazzini del Cotone (dove gli esponenti di partito erano saliti sul palco solo per qualche istante per una cosiddetta photo-opportunity) e per ribadire la natura civica della candidatura.
Il centrodestra però critica questa scelta. Ed è proprio il candidato sindaco Pietro Piciocchi ha lanciare le parole più dure all’indirizzo dell’avversaria: “C’è grandissimo nervosismo nel campo della sinistra per l’evento di chiusura della campagna elettorale – scrive Piciocchi in una nota – siccome non possono fare salire su uno stesso palco Renzi, Calenda, Fratoianni e Conte, sono andati in cortocircuito e stanno optando per una chiusura in solitaria di Salis, senza leader nazionali. E allora raccontano la bugia che faranno una festa per il popolo per promuovere il valore della partecipazione, come molto partecipata, del resto, è stata la candidatura di Salis, precipitata da Roma per volontà di alcuni più o meno oscuri notabili di partito.
Insomma, l’ennesima presa in giro dei cittadini genovesi, l’ennesimo schiaffo alla Città di chi pensa che i genovesi siano dei tonti”.
“Prima Salis si nasconde per evitare i confronti con me – incalza Piciocchi – ora nasconde i partiti che la sostengono perché è imbarazzante farli figurare assieme. I genovesi non hanno bisogno di un sindaco che gioca a nascondino. Ebbene, immaginare al governo della nostra Genova questa anonima ammucchiata elettorale, che non ha neppure il coraggio di farsi vedere unita davanti al popolo genovese, è un vero incubo. Io sfido tutti questi signori ad uscire allo scoperto. Non siate codardi e metteteci la faccia. La nostra Città ha bisogno di persone innamorate, appassionate, piene di ardore e di entusiasmo, oneste, con autentico spirito di servizio”.
A supportare Piciocchi, la lista Orgoglio Genova che per l’occasione scomoda, in metrica, una citazione di Luca Carboni: “Silvia lo sai? Lo sai che ti hanno lasciata sola? La candidata della sinistra non sa neppure dove, come, quando e con chi chiuderà venerdì la sua campagna elettorale. L’unica certezza è con chi non la farà. La coalizione che la dovrebbe sostenere non ha preso le distanze solo dai suoi programmi, ma anche dall’evento conclusivo. Sul palco non ci saranno gli esponenti nazionali dei partiti che in queste settimane di campagna elettorale sono venuti a Genova sempre separatamente e, ogni volta, si sono trovati a fare i conti con le idee di Silvia Salis diametralmente opposte alle loro. Per cercare di scontentarli il meno possibile, l’ex campionessa di martello ha provato a dire tutto e il contrario di tutto su Gronda, Galliera, nucleare, piccoli e grandi progetti. Ma non è bastato. Renzi e Bonelli, Calenda e Fratoianni, Schlein e Conte, uno accanto all’altro, sullo stesso palco, proprio non ci possono stare. Figurarsi se devono dire, alla stessa platea, cosa pensano delle strategie future per Genova”.
Anche Aristide Fausto Massardo, capolista di Genova Unita, entra nella polemica. “È arrivata la notizia della chiusura della campagna elettorale della candidata Salis. Una chiusura, sembra, in solitaria che dà adito a parecchie domande e non posso non interrogarmi su cosa significhi questa scelta in una coalizione che si proclama unita ma nei fatti appare profondamente lacerata.
È davvero una scelta per sottolineare la sua candidatura civica, come lei va affermando? Pur, ricordiamo, sostenuta sin dall’inizio da tutti i partiti, Pd in prima linea di cui ne è espressione, o sono i primi tuoni all’orizzonte di una coalizione che non riesce nemmeno a condividere un palco e la lascia sola? L’assenza dei leader dei partiti è il sintomo di una fragilità profonda, di equilibri mai risolti, di personalismi e vecchie rivalità che affondano le radici nelle solite logiche di partito. Logiche da cui Genova Unita si dissocia con forza, perché non rappresentano né la sinistra vera, né le volontà dei cittadini”.