Comunali, Gualco: “Non è già domani, siamo ancora al Medioevo. Siamo noi la vera alternativa”
- Postato il 23 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Pochi giorni ancora alle elezioni comunali 2025 a Genova: si vota il 25 e 26 maggio, e Genova24 ha voluto incontrare tutti e sette i candidati e le candidate alla poltrona di sindaco per affrontare i temi principali del loro programma e fornire ai lettori uno strumento pratico per metterli a confronto.
Raffaella Gualco, avvocata civilista che esercita nel capoluogo ligure dal 1998, attiva in diversi campi di specializzazione, è in campo per la lista Genova Unita, subentrata in corsa dopo il ritiro del collega Filippo Biolé. Il capolista della formazione che la sostiene è Aristide Fausto Massardo, docente universitario e già candidato alle elezioni regionali del 2020 con Italia Viva.
Se lei fosse eletta sindaca, quali sarebbero le prime tre pratiche sulla sua scrivania?
La prima è la cura e la manutenzione del territorio: noi riteniamo che sia il primo obiettivo mancato da chi ha governato. Manutenzione ordinaria, cura del territorio, pulizia del territorio, quindi banalmente trovare una città pulita, senza buche, senza cantieri inutili, una razionalizzazione del verde. Questo secondo noi è fondamentale perché sono le attività che muovono meno finanziamenti, ma è ciò che rende una città vivibile e pulita. Secondo obiettivo, le scuole, intese da tanti punti di vista, come edilizia scolastica, ma anche le scuole che insieme ai municipi diventano centri di cittadinanza attiva, di aiuto alle famiglie, di ricezione di quello che è un grandissimo disagio giovanile. Lo dico spesso, Genova è una città molto anziana, i giovani sono pochi, spesso se ne vanno e speriamo che tornino. Ecco, dobbiamo lavorare perché tornino, però quelli che ci sono hanno un grandissimo disagio giovanile. Il 30% degli accessi in psichiatria è rappresentato da giovani. Hanno bisogno di recuperare spazi e le scuole devono essere un punto importante per recuperarli. Gli spazi vanno recuperati anche rendendo autonomi i giovani, per esempio, con progetti di educazione fra pari, cioè situazioni in cui i giovani formati da educatori poi divulgano i problemi come il bullismo o le questioni di genere, o semplicemente imparano insieme. È importante anche avere i mediatori culturali, persone che insegnano l’italiano, perché ci mancano anche queste. Questo è un problema sentito anche nelle piccole imprese: spesso sono costrette ad assumere personale dall’estero, ma non riescono ad avere centri che insegnano la lingua italiana. Terzo obiettivo, semplificare, efficientare la pubblica amministrazione. È una domanda che fanno tutti, dal pensionato al ragazzo, all’imprenditore, al piccolo artigiano. Se per aprire un’impresa devo fare 30 pratiche complesse che non comprendo, devo andare in 30 uffici diversi, sarò sempre bloccato. È importante semplificare e anche istituire una buona rete di comunicazione. Spesso nella nostra città non sappiamo tutto quello che c’è. Quindi avere una buona informazione, regole chiare, poche, ma sicure e semplici, per poter accedere alla pubblica amministrazione è fondamentale.
Lei qualche tempo fa ha detto: ‘Io sono la vera candidata di centrosinistra’. Cosa significa essere di sinistra? E perché gli altri non lo sarebbero a differenza sua?
Noi ci presentiamo come un centro civico, però è vero che siamo la vera alternativa. Riteniamo che la coalizione Salis non rappresenti veramente il centrosinistra, è una coalizione formata da persone diverse che già ad oggi non sono d’accordo, che probabilmente non lo saranno mai e riteniamo che non potranno mai governare in pace la città. Semplicemente è stata fatta un’operazione per individuare un volto nuovo e nascondere dietro a un volto nuovo quello che c’era già prima, cioè l’incapacità di rinnovarsi davvero e di avere temi comuni su cui c’è un accordo. Quest’accordo non si vede, quindi ad oggi ci sono tante persone del centrosinistra che sono assolutamente insoddisfatte, che non si ritrovano in questa che è una coalizione che si è riunita forzatamente e che ha fatto un’operazione di maquillage dietro a una persona che nasconde i conflitti che si sono già evidenziati. Parliamo banalmente del caso di Amt: la candidata Salis afferma che resterà pubblica quando sappiamo che nel Pd c’erano delle forti istanze di privatizzazione. Poi Gronda sì, però sappiamo bene che i Cinque Stelle invece dicono Gronda no. Noi siamo la vera alternativa e perché offriamo una visione indipendente dalle coalizioni. Non siamo contrari ai partiti, però siamo contrari a queste coalizioni genovesi che poi offrono una visione che è quasi uguale: non si vede tanta differenza fra la destra e la coalizione fra virgolette di sinistra. Quindi noi ci vogliamo porre come coloro che recepiscono e ascoltano la cittadinanza e possono portare la voce e le istanze della cittadinanza in consiglio comunale. Quello che vediamo è che non è già domani, è ancora ieri, è ancora il Medioevo, nel senso che la cittadinanza resterà inascoltata. Noi vogliamo essere le sentinelle della cittadinanza.
Allora, uno dei temi su cui probabilmente c’è qualche divisione tra il centrodestra e centrosinistra è quello delle grandi opere. Qual è la vostra posizione?
C’è stata una corsa bulimica ai finanziamenti. Si comprende l’importanza di avere i finanziamenti, però è mancata una visione di insieme, di oggi e di domani. Mentre mi occupo di queste infrastrutture devo anche pensare all’oggi, anche perché paradossalmente queste infrastrutture daranno enormi problemi con cantieri aperti e grandi disagi. I mezzi pubblici devono essere migliorati, efficientati, soprattutto i trasporti collinari. Sappiamo che ciò che determina l’abbandono dell’auto è l’efficienza del pubblico trasporto. Il primo obiettivo dell’oggi è migliorare il pubblico trasporto con corsie veramente riservate, con autobus collinari in tutti i momenti, anche di notte, perché sappiamo che l’elasticità è un elemento fondamentale della nostra società. Non ci sono solo i ragazzi, che ormai di notte non riescono a tornare a casa perché non ci sono gli autobus, ma anche tante persone che hanno orari diversi di lavoro. Sicuramente noi ci siamo già espressi contro lo Skymetro: riteniamo che non sia un progetto né sostenibile da un punto di vista architettonico e ambientalistico né utile per la nostra città. Genova ha abitanti continuamente in perdita, quindi, se continuiamo così, fra qualche anno saremo poco più di Chiavari. Non possiamo pensare a opere che sono adatte a una metropoli, non siamo a Tokyo. Già un’opera come lo Skyimetro non ha questo enorme valore rapportato alla popolazione di Genova. Se in più io considero anche l’impatto ambientale e architettonico in una zona che già molto provata, se considero che rispetto ad altre soluzioni i tempi di percorrenza non sarebbero poi così sconvolgenti e il fatto che comunque prima del 2033 non vedrei un minimo miglioramento, sono elementi sufficienti per determinare l’abbandono di quest’opera. Si dice che c’è stato un via libera da parte del Mit, però ricordiamoci che questo non è un progetto esecutivo, quindi i tempi ci sono.
Ma c’è un’opera alla quale voi dite sì incondizionatamente?
Non incondizionatamente, ma bisogna prendere atto del fatto che gli assi di forza sono un’opera già in stato molto avanzato. Sono già stati fatti degli espropri, hanno già acquistato autobus. È ovvio che gli assi di forza siano un progetto che un buon amministratore non potrebbe fermare, non avrebbe senso. Secondo noi da migliorare, anche perché non c’è stata comunicazione con la cittadinanza e ci sono cittadini che da quest’opera saranno danneggiati, non si è parlato né di risarcimenti né di opere compensative. Noi vorremmo essere la voce della cittadinanza in consiglio comunale perché non è possibile venire a conoscenza di determinate opere casualmente o comunque in modo abbastanza indiretto. Bisogna comunicare direttamente e pensare a opere compensative. Comunque gli assi di forza sono un intervento che non può essere fermato, che secondo noi andrebbe provato e utilizzato. Il tutto nell’ottica di pensare all’eredità, perché è vero che i prossimi anni saranno fondamentali per i finanziamenti, però poi questa eredità noi ce l’avremo e sappiamo bene che poi degli ecomostri (in un’intervista abbiamo definito così lo Skymetro) è difficile liberarsi. Noi dobbiamo avere una visione di Genova nel 2040, nel 2050.
Lei ha proposto uno sportello per il diritto alla salute. Le chiedo di spiegarci in breve di cosa si tratta e come può farlo il Comune, che di solito non ha competenze dirette in materia.
Il Comune non ha competenze dirette, però potrebbe fare da recettore di situazioni di enorme disagio. Nella ‘Genova meravigliosa’ e nella Genova dove si dice che ‘è già domani’, ci mancano i servizi pubblici essenziali. Parlo della salute e dei trasporti. Sono obiettivamente questioni complesse in cui le competenze del Comune non sono tante, però il sindaco e comunque il Consiglio comunale hanno un potere politico che devono far valere con gli organi superiori competenti. Non è possibile entrare in un pronto soccorso e vedere la situazione che c’è. Il Comune prima di tutto può recepire, quindi fare uno sportello. Io questo sportello l’avevo anche proposto per la disabilità, perché sappiamo che per i servizi fondamentali, se non riesci ad avere le cure in determinati tempi, puoi farli privatamente e poi chiedere il risarcimento. Ne avevo parlato in un incontro sull’inclusione e sulla disabilità. Comunque è importante istituire un tavolo che recepisca tutte queste problematiche, che sia sempre un contatto fra la cittadinanza, il Comune e gli altri poteri. Lo stesso va fatto con i trasporti, conosciamo la situazione delle autostrade.
Mi dice in pochi secondi quali sono stati il momento più bello e il più brutto di questa campagna elettorale?
Sono stati tutti momenti belli. Quello che vedo di brutto è il rischio del gattopardo, cioè il rischio che si pensi di cambiare per far rimanere in realtà tutto com’è. lo dico alla cittadinanza: dobbiamo stare attenti perché non è già domani, è ancora ieri, è ancora il Medioevo e dobbiamo lavorare insieme tanto.