Comunali, l’abbraccio del centrodestra per Piciocchi. Meloni: “Il miglior sindaco per il futuro di Genova”

  • Postato il 22 maggio 2025
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Chiusura centrodestra

Genova. “Pietro è il migliore candidato, ma dico di più, il miglior sindaco che Genova può immaginare per il suo futuro e oggi anche se non sono fisicamente presente per questioni di agenda mando un forte abbraccio a chi ha parlato su quel palco e soprattutto al nostro portabandiera, Pietro Piciocchi, che può scrivere una nuova pagina della storia di Genova”.

A parlare è la presidente del consiglio Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, intervenuta in videocollegamento con chiusura di campagna elettorale del centrodestra, sotto la tensostruttura del porto antico. Circa 350 persone sedute e almeno altrettante in piedi tra candidati alle amministrative, esponenti dei partiti e delle liste civiche, sostenitori di varie comunità straniere, tra cui quella del Bangladesh.

“La nostra è stata una cavalcata stupenda – ha detto Pietro Piciocchi, dopo tre mesi di campagna elettorale, arrivando alla “piazza delle feste” – la nostra è stata una campagna elettorale all’insegna dell’autenticità, le persone che non mi conoscevano hanno capito che ci metto tutto me stesso, e questa campagna è stata un grande gesto d’amore”.

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E la parola “amore” insieme a “coalizione” sono state probabilmente le più ripetute nel corso dei tanti interventi. A parlare di amore per la città è stato ad esempio Edoardo Rixi: “Genova ha bisogno di chi la ama, non chi la vuole usare per lanciare una carriera politica, Genova non è un autobus su cui salire e da cui scendere”. Dopo di lui il vicepremier Matteo Salvini, che ha azzardato: “Domenica e lunedì vinciamo, così l’8 e il 9 giugno possiamo fare altro“, riferendosi senza citarlo direttamente al voto per il referendum.

E poi “coalizione”: già nei giorni scorsi il centrodestra ha voluto sottolineare la distanza tra il format scelto per Piciocchi e quello che vedrà Silvia Salis, domani, venerdì 23 maggio, senza partiti sul palco in piazza Della Vittoria. Da Giovanni Donzelli e Matteo Rosso (Fdi), da Carlo Bagnasco (Forza Italia), Alberto Cirio e Antonio Tajani (anche lui videocollegato) passando per Stefano Bandecchi (“Piciocchi è un avvocato, Salis cosa fa? Lancia una palla di ferro…”), ad Antonio De Poli (Udc) fino a Maurizio Lupi (che ha ringraziato per il loro lavoro Piciocchi, Bucci e Toti) e Ilaria Cavo, (Noi Moderati), la vicesindaca al fianco di Piciocchi dall’inizio della campagna elettorale: “Lui ha detto da subito che sarei stata io, questo significa dare fiducia ed essere chiari – ha ribadito – con Pietro daremo le risposte alle esigenze del mondo femminile perché solo così facciamo crescere la nostra città”.

Il penultimo a prendere la parola è il presidente della Regione Liguria Marco Bucci con una staffetta simbolica rappresentata dal microfono. “Questa è la terza volta che vengo a chiudere qui una campagna elettorale, negli altri due casi abbiamo vinto, e anche questa volta sarà così”.

Chiusura centrodestra

Piciocchi sale sul palco e inizia il suo intervento dopo un coro che scandisce il suo nome. Ringrazia i rappresentanti dei partiti e tutti i collaboratori della campagna elettorale. E poi si lancia in un discorso accorato, senza lesinare in ottimismo, nonostante i sondaggi che lo vedono non favorito o forse proprio per via dei sondaggi che lo hanno visto comunque in rimonta: “Io sono convinto che vinceremo, perché siamo quelli del Ponte, quelli del modello Genova, e ai cittadini lancio un messaggio – afferma – quando si sceglie il sindaco di una città bisogna guardare innanzitutto alla persona, alla sua storia, alla sua passione e la sua ambizione”.

Una buona parte del discorso di Piciocchi, però, è stata incentrata nella contrapposizione con i suoi avversari. Ha insistito sul fatto che la sua principale competitor, Silvia Salis, “abbia rifiutato sempre il confronto, sia sempre scappata”. Ha definito la finta aggressione del sindacalista una “ferita aperta”: “Facile dirsi parte lesa quando il 25 aprile hanno fischiato il sottoscritto e il presidente della Regione, stiamo ancora aspettando le scuse”.

Ma la cosa che mi ha più offeso – dice ancora Piciocchi, parlando di Salis – è che non ho mai sentito dalla mia principale antagonista una parola di amore per questa città, non l’ho mai sentita vibrare per Genova, non l’ho mai sentita parlare delle nostre tradizioni, del nostro orgoglio, della nostra bandiera”. E ancora sulla campo largo: “L’unica cosa che li unisce è l’odio contro di noi”.

Il gran finale è tra il trumpiano e il dialettale (citando Bucci), ma solo dopo una citazione dei versi del Petrarca “Vedrai una città regale…”. “Facciamo grande la Superba, pe zena e pe san zorzo!” urla Piciocchi strappando l’ultimo applauso del pubblico e prima di chiamare sul palco, per una foto di gruppo, non gli esponenti dei partiti, non i candidati, ma la sua famiglia: la moglie Emma, i figli e le figlie, la nipotina. E’ affidato a loro l’ultimo, accorato, appello al voto.

Autore
Genova24

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