Comunali Matera, Nicoletti: «Matera ha bisogno di innovazione»
- Postato il 6 giugno 2025
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Comunali Matera, Nicoletti: «Matera ha bisogno di innovazione»
Antonio Nicoletti, in vista dell’appuntamento con il ballottaggio per l’elezione del sindaco di Matera, fa il suo appello al voto
«Chiedo di votare per me e la mia coalizione perché la città di Matera ha bisogno di innovazione, di soluzioni e di dialogo e di comporre i conflitti invece di alimentarli. Per svilupparsi ancora di più con convinzione e autorevolezza lasciando fuori retoriche di posizionamento personale ma facendo emergere al suo interno la volontà di crescere tutti insieme senza lasciare indietro nessuno. Penso di poter essere una persona nuova nella politica ma con esperienza alle spalle e una capacità di dialogo con istituzioni e privati per migliorare la qualità della vita dei cittadini». Sono le parole dell’appello al voto di Antonio Nicoletti in vista del ballottaggio di domenica prossima al “Quotidiano” al culmine di una lunga intervista.
Nicoletti, iniziamo dalla valutazione del voto del primo turno. Da cosa si riparte ?
«Si riparte da indicazioni molto chiare dell’elettorato. Da un lato c’è il candidato che ha raggruppato uno schieramento, un insieme di liste molto variegato dalla destra al centro, al centrosinistra che adesso si è arricchito anche di un’altra lista ancora, che nonostante la quantità di candidati ha avuto una sonora bocciatura.
Dall’altro lato c’è una coalizione che con pacatezza, coerenza e trasparenza ha condotto la sua campagna elettorale dietro la figura di un candidato civico e questa formazione è stata premiata dagli elettori perché il civico ha avuto più preferenze delle liste ed è stato sovvertito il pronostico di chi in maniera anche un po’ arrogante andava dicendo che avrebbe vinto il primo turno. Questo non è successo e l’arroganza si è trasformata subito dopo in aggressività nei miei confronti.
Dalla lettera A di amico e bravo professionista si è arrivati a boiardo di Stato, poi a tecnocrate. Si è scatenato un attacco che ha superato il limite della dialettica politica ed è andato mirato sulla persona, sulla demolizione e sulla denigrazione».
Il tentativo al di là di alcuni eccessi è quello di polarizzare lo scontro politico. Si tratta davvero di scegliere tra centro-destra e centro-sinistra?
«Sto vedendo dal lato del centro-destra una chiarezza cristallina coerente fino all’ultimo, cioè una serie di liste di partiti più civiche che hanno portato un candidato civico forte di 25 anni, di esperienza dedicata allo sviluppo dei territori, con risultati tangibili che sono riscontrabili nel corso degli anni, progetto per progetto, sulla base di un curriculum lungo e ineccepibile.
Dall’altro lato abbiamo una coalizione che adesso che le conviene si definisce di centro-sinistra. Una settimana fa sempre per convenienza diceva il candidato che si può togliere la parola centro-sinistra, il partito democratico è completamente assente con il suo simbolo da questa competizione, però il segretario regionale stranamente dopo il primo turno si risveglia e dice che sostiene il candidato di quella coalizione che ha dei pezzi dichiaratamente anche di destra più che di centro-destra. Io direi che più che la coalizione di centro-sinistra è la coalizione dell’incoerenza perché abbiamo insieme gruppi di consenso organizzato che si sono ritrovati dietro patti.
Quindi dove proliferano i patti vuol dire che le fondamenta sono poco stabili».
Nicoletti, uno dei temi è il fatto che lei e la sua coalizione più in generale possiate essere eterodiretti da Potenza, da Bardi? Come replica a quest’affermazione?
«O eterodiretti da Lauria, da Pittella, possiamo dirlo oppure no? Io invito a non cadere in queste trappole perché io ho fatto la battuta, io eterodiretto da Bardi e da Potenza, l’altro eterodiretto, se dobbiamo scendere in questa dialettica politica da Pittella e da Lauria, quindi lasciatemela passare. Una risposta però l’ho data e la ripeto. Il rapporto con la mia coalizione che è quella che governa l’Italia e la Basilicata è un rapporto di fiducia e di appoggio politico, ma che si traduce in opportunità di relazioni del Comune di Matera.
Non perché ci siano favoritismi ma perché c’è una coerenza programmatica che poi noi leggiamo nel mio programma elettorale. Quando mi si attacca per essere l’uomo di Bardi si nasconde ai cittadini di Matera il valore che ha avuto l’essere stato l’unico direttore generale materano in un organismo regionale per cinque anni, tra l’altro il primo e unico direttore generale dell’APT materano. Ovviamente in campagna elettorale si trasforma tutto nell’offesa “sei un potentino”, perché poi di questo si tratta.
Quindi invece di essere uno svantaggio, l’avere buone relazioni con gli altri livelli di governo non è uno svantaggio per la città, ma è un vantaggio.
Se hai dei grandi obiettivi per far crescere la tua città è illusorio pensare che i grandi obiettivi li raggiungi da solo, i grandi obiettivi li puoi raggiungere soltanto con la collaborazione degli altri livelli istituzionali. Bisogna collaborare con autorevolezza, competenza e capacità di dialogo».
Nicoletti, facendo tutte le premesse e i punti interrogativi sulla questione “dell’anatra zoppa” come pensa di governare se non dovesse avere una maggioranza?
«Finché non c’è l’ufficialità della commissione elettorale, stiamo parlando di un argomento che nelle competizioni elettorali dovrebbe venire dopo la proclamazione degli eletti, quindi dopo l’esito del ballottaggio.
Stiamo inseguendo ancora una volta un’operazione di distrazione che ha messo in piedi la parte concorrente. Ma non sono spaventato. Anzi, mi stimola ancora di più l’idea di poter governare la città sulla base di progetti. Perché la mia idea di città ha come unico obiettivo il bene comune. Questo bene comune passa attraverso il lavoro, le imprese, i giovani, il welfare e le politiche sociali, i quartieri, l’innovazione, l’alta formazione, l’apertura ai mercati internazionali, la manutenzione della città e dell’ordinario, l’efficientamento della spesa, il miglioramento della macchina amministrativa.
Io voglio governare con questi obiettivi. Sfido chiunque nel Consiglio Comunale a venire a parlare di questi temi e di questi progetti e dire ci sto e non ci sto.
Testimonianza di tutto questo sono altre anatre zoppe, sempre se dovesse esserci, che hanno governato bene in tutta Italia. Il dialogo è aperto a tutti, nessuno escluso, purché ci sia la condivisione di valori e obiettivi che non hanno interessi personalistici».
Proviamo a parlare un po’ di progetti partendo come esempio dalla tangenziale che dovrebbe tagliare sostanzialmente il nodo del Pino e che era stato ripreso e poi nuovamente interrotto.
Nicoletti, quali sono le idee infrastrutturali su cui pensa che nei prossimi 5 anni la città dovrà insistere?
«Partiamo dal PUMS. Gli strumenti di governo della città hanno una radice che si avvicina ai 10 anni. Anche il regolamento urbanistico è stato approvato recentemente ma la gestazione è stata lunghissima. Quindi noi sicuramente dobbiamo partire da un riassetto di come la città deve governare se stessa perché io sono assolutamente contro le varianti.
Noi dobbiamo lavorare perché si possano apporre le basi per lo sviluppo futuro della città a partire dal piano strutturale ma non solo. Sulla mobilità noi vogliamo avere l’obiettivo della cosiddetta città dei 15 minuti, cioè un modello di mobilità urbana che garantisce o tende a consentire ai cittadini di raggiungere tutti i principali luoghi pubblici attraverso mezzi pubblici o mobilità dolce in 15-20 minuti.
La prospettiva della tangenziale o di quel pezzo di collegamento che manca è sicuramente una delle opportunità da percorrere così come riprendere il tema del collegamento di tutto l’asse che va dallo stadio fino al rione Piccianello, alla strada delle cave. Un altro snodo urbano che va risolto con investimenti non di breve periodo ma frutto di una progettualità.
Accanto a questo una attenzione particolare alla accessibilità, io vorrei essere ricordato come il sindaco che ha finalmente dato una svolta al tema dell’accessibilità. Matera ha bisogno di un intervento strutturale che vada dal centro storico ai quartieri, è una questione di civiltà.
Dobbiamo poi mettere a valore i luoghi della cultura dal Castello al teatro Quaroni, a Cava del Sole. Dobbiamo lavorare sulla gestione che è il tema su cui si scivola sempre come anche sulla gestione degli impianti sportivi e quindi c’è un grosso lavoro da fare. Poi ci sono le infrastrutture extraurbane e noi dobbiamo portare avanti il progetto del bypass della statale 7 che è un pezzo della famosa Murgia Pollino ed aiuterebbe tantissimo la città nella sua connessione con i diversi territori».
Nicoletti, una delle scadenze principali che il nuovo sindaco si troverà a dover affrontare riguarda il nuovo bando di gestione dell’igiene urbana, che credo sia in scadenza nel 2026. In quale direzione deve andare la città: continuità o innovazione?
«Diciamo che nella gestione del ciclo dei rifiuti la città ha fatto con il bando dell’amministrazione De Ruggieri, grandissimi passi avanti sul tema della raccolta differenziata e quindi non possiamo permetterci di tornare indietro. Sulle modalità di gestione sono senz’altro a favore dell’introduzione di strumenti tecnologici a supporto del conferimento della gestione dei rifiuti.
Ci sono le questioni legate alla tariffazione e quindi alla composizione di una serie di conflitti che oggi esistono, in particolare penso alle imprese ma anche alle famiglie, la doppia tassazione nelle aree produttive. Un’altra cosa assolutamente da verificare sono le modalità per ridurre il costo della tariffa a carico di famiglie e di attività produttive. Perché è un tema che non possiamo avere soltanto l’obiettivo della raccolta differenziata, noi dobbiamo avere anche l’obiettivo della sostenibilità economica. Per me le due priorità vanno di pari passo».
Nicoletti, primi 100 giorni qual è la prima cosa che ti poni come obiettivo?
«Non si può non partire dalla macchina organizzativa, noi dobbiamo lavorare insieme agli uffici comunali con gli obiettivi dell’ efficientamento, della qualificazione, del sostegno perché una buona amministrazione può esistere solo se funziona bene la macchina amministrativa. Un bravo sindaco è un sindaco che sa lavorare insieme alla sua squadra che sono tanti dipendenti comunali, troppo pochi e poi bisogna saper dialogare con le altre istituzioni.
Poi la programmazione dell’offerta turistica. Il Destination manager? La città ha bisogno di un piano strategico per il turismo che non può fare il sindaco. Ma lo deve fare una figura esperta da selezionare con trasparenza. Il perno di supporto all’istituzione e ai privati. Dal piano poi capiremo se c’è necessità di un Dmo».
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