Comunali, Orlando: “Il segreto di Salis? Unità e cambiamento, chi butta fango viene punito”
- Postato il 26 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Qual è il segreto di questa vittoria? Unità e cambiamento. E poi anche una disponibilità all’ascolto a fronte di una destra che ha dato un segnale di autosufficienza e autoreferenzialità inquietante, che ha letto una vittoria di misura come una sorta di plebiscito e invece si trattava di ragionare. Per fortuna nostra non hanno ragionato, hanno continuato a urlare, a offendere, ad aggredire, cercare di buttare la campagna elettorale nel fango. Sono stati puniti per questo e credo che questo varrà per il futuro”. È la lettura di Andrea Orlando, ex ministro e oggi consigliere regionale del Pd, mentre si delinea la vittoria di Silvia Salis alle comunali.
“La parola forte è stata cambiamento, ma anche unità. E questo è un aggancio alla lettura anche sul piano nazionale. Genova aveva già dato alle regionali un segnale forte e una domanda di cambiamento che oggi è stato confermato grazie anche a una figura come quella di Silvia Salis – commenta Orlando -. Io non sono il regista, semplicemente ho proposto alle forze della coalizione una possibilità, quella di utilizzare e mettere in campo una candidatura che desse con più forza il segno di una discontinuità e di una rottura, uso le parole di Silvia Salis, con quella cappa che gravava sopra Genova e che oggi può essere superata. Quell’incrocio di interessi di soggetti mediatici, di soggetti economici, che è emerso nella vicenda giudiziaria e che poneva una grande questione anche di carattere democratico”.
“Ci sono due dati secondo me di incoraggiamento per tutti anche per quelli che non hanno votato il centrosinistra – insiste -. Primo, ri-aumenta la partecipazione al voto e questo è un dato molto positivo per chi ama la democrazia. E secondo, chi usa il fango in campagna elettorale viene punito e questo credo che sia un monito anche per le prossime campagne elettorali.
Perché allora proprio Orlando pochi mesi fa non riuscì a ottenere il ribaltone, lasciando la Regione al centrodestra? “A Genova noi avremmo vinto sulla base dei numeri, quindi a Genova non era mancato nulla, ci sono state delle altre province dove siamo andati peggio e poi sicuramente non è tanto il singolo apporto che questa o quella forza può portare – risponde l’ex ministro -. Il problema fondamentale è discutere per settimane su chi ci sta e chi non ci sta, questo oggettivamente a Silvia Salis non è toccato, anche perché credo sia stato fatto un buon lavoro da parte di chi dirigeva le forze politiche. Credo di aver dato il mio contributo in questo senso e ha fatto un importante lavoro il Partito Democratico che è stato anche premiato, se i primi dati di cui disponiamo verranno confermati”.
La riflessione è inevitabile: questo modello si può esportare a livello nazionale? “Io credo che non esistano modelli – prosegue Orlando -. Sicuramente le due parole d’ordine che abbiamo messo in campo qui oggi sono parole d’ordine che possono essere importanti anche per il nazionale. Un cambiamento rispetto alla destra e l’unità delle forze progressiste. Questi due elementi credo che naturalmente valgano ovunque. Io non credo che ci siano prodotti di esportazione, ci sono punti di riflessione che possono essere esportati”.
Un voto che avrà riflessioni anche in Regione Liguria, secondo l’esponente dem: “La forza politica che ci viene da questo voto andrà utilizzata naturalmente per governare Genova e questo compete alla coalizione genovese e prima di tutto a Silvia Salis. Ma a livello regionale, di consiglio regionale, per noi è un segnale per una battaglia per cambiare radicalmente, soprattutto sul fronte della sanità, dove il livello delle liste d’attesa, il livello delle disfunzioni sta penalizzando le persone più deboli, stanno crescendo le diseguaglianze, l’aspettativa di vita”.