“Con i dazi il Pil italiano calerà di mezzo punto nel 2026”: la stima di Giorgetti. “Contromisure? E’ prematuro”
- Postato il 30 luglio 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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I dazi al 15% imposti dagli Usa comporteranno sul Pil italiano “un calo massimo cumulato di 0,5 punti nel 2026“, seguito poi da “un graduale recupero” fino al riallineamento allo scenario base entro il 2029. A dirlo è Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, rispondendo al question time alla Camera. “Il 27 luglio in Scozia è stato raggiunto un accordo politico tra Unione europea e Stati Uniti per definire i parametri chiave delle relazioni commerciali tra le due aree. Il dazio del 15% per i prodotti europei presenta elementi che avranno un impatto su diversi settori produttivi italiani”, ha detto il ministro. “Le discussioni collegate all’intesa sono ancora in corso, in particolare per quanto riguarda le possibili esenzioni dal dazio orizzontale del 15%”. Secondo Giorgetti “l’intesa preannuncia la chiusura di una fase di incertezza e scongiura una guerra commerciale“, garantendo maggiormente le imprese italiane e permettendo alle stesse di “aumentare o anticipare la programmazione di investimenti”.
“Considerato che una considerevole quota delle esportazioni italiane è destinato al mercato statunitense, l’accordo avrà un impatto non trascurabile sull’economia nazionale ed europea, la cui entità dipenderà ovviamente dai dettagli dell’accordo che saranno definiti nelle prossime settimane. – ha aggiunto – Continuiamo dunque a lavorare, insieme alla Commissione Europea, per ottenere un accordo che sia il migliore possibile per il nostro Paese”. Il ministro del governo Meloni ha specificato che “parlare ora nel dettaglio di iniziative di contrasto degli effetti dei dazi sulle imprese italiane sarebbe prematuro”.
“Quello che va confermato è che l’Italia è impegnata in ambito europeo a promuovere una politica commerciale dell’Ue ambiziosa, che consenta, attraverso l’espansione della rete di accordi di libero scambio dell’Unione con Paesi terzi, di fornire alle imprese nuove opportunità di diversificazione commerciale e catene di approvvigionamento sicure e affidabili per le materie prime di cui abbiamo bisogno, valorizzando nuove aree geografiche caratterizzate da forte dinamismo e crescente domanda di made in Italy”, ha continuato durante il question time.
Dal punto di vista finanziario, ha spiegato Giorgetti, l’impatto macroeconomico delle misure tariffarie “risulta proporzionalmente crescente all’aumentare dell’aliquota applicata”. Il ministro ha precisato che, ferma restando la previsione di una perdita di mezzo punto percentuale di Pil a causa dei dazi, “una proiezione più dettagliata sarà possibile solo quando tutti gli aspetti dell’accordo saranno definiti”.
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