Consumi italiani a picco in marzo, calo del 4,2% rispetto all’anno prima con un – 6,7% per gli alimentari

  • Postato il 7 maggio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Consumi delle famiglie italiane sempre più deboli, tra salari che non crescono e prezzi che invece continuano a farlo. Lo scorso marzo, comunica l’Istat, le vendite al dettaglio sono scese del 4,2% come quantità e del 2,8% in valore rispetto all’anno prima. Negativo pure il confronto su febbraio: – 0,5%, sia in valore che in quantità. Rispetto all’anno prima scendono soprattutto gli acquisti di prodotti alimentari (- 6,7%), mentre i per gli altri beni le flessione è del 2,1%.

Gli unici prodotti che mostrano un incremento su base annuale in valore sono quelli di profumeria, cura della persona (+1,8%) e i medicinali (+0,6%). Le flessioni più forti sono state quelle di cartoleria, libri, giornali e riviste (-4,5%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-4,2%). Colpiti dai cali tutti i tipi di rivenditori. Gli incassi sono scesi del 2,6% nella la grande distribuzione, del 3,1% nei negozi e dell’ 1,3% per il commercio elettronico.

Dati disastrosi! Di male in peggio! Non si salva nessuno! Non c’è un solo dato positivo, né congiunturale né tendenziale, né in valore né in volume. Un crollo che non si spiega con la collocazione diversa della Pasqua, che giustifica solo la caduta delle vendite alimentari su base annua, non certo quella rispetto a febbraio 2025 e men che meno chiarisce il crac delle vendite non alimentari”, così Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

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