Conte si perde nelle fissazioni. Chivu e Gasp sono in crescita

  • Postato il 19 ottobre 2025
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  • Di Libero Quotidiano
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Conte si perde nelle fissazioni. Chivu e Gasp sono in crescita

Il Napoli si è fatto un po’ fregare da questa smania di inserire rinforzi. Ha speso tanto e, in alcuni casi, troppo. I 20 milioni per Milinkovic-Savic si potevano investire altrove, soprattutto perché Caprile era stato ceduto per meno della metà. Erano più utili per un terzino destro, peraltro a lungo inseguito, ad esempio: Di Lorenzo le gioca tutte nonostante mostri sempre qualche lacuna, e non è lesa maestà farlo notare. Lang entra sempre e solo in situazioni disperate, ovvero le peggiori per guadagnare fiducia.

Poi Conte ha qualche fissazione sugli uomini che lo hanno portato a vincere. Far giocare Juan Jesus quando Buongiorno è disponibile è un azzardo: il Torino, e l’ex Simeone, ringraziano. In panchina resta anche Marianucci che nell’Under 21 è un leader, non l’ultimo arrivato. E chissà dove sarebbe il Napoli se Lukaku si fosse fatto male a mercato chiuso: Lucca non è all’altezza della situazione. Non riesce a fare il lavoro che gli chiede Contetenere i palloni spalle alla porta, pulirli, essere preciso tecnicamente - e nemmeno quello che Hojlund offre in più, ovvero lo sgancio in profondità per allungare la squadra e offrire una linea di passaggio filtrante. Su questo attaccante sono stati investiti 35 milioni più 5 di bonus, totale 40. A quella cifra c’era qualcosa di meglio. Bonny all’Inter, per dire, è costato 23 più 3 di bonus.
Con la sconfitta a Torino, la seconda in 7 partite, il Napoli mostra vulnerabilità.

Di fatto rimette in gioco il primato che, con quel mercato, sembrava aver confermato, almeno negli intenti. Ne sarà felice Conte che potrà continuare la retorica della cenerentola, ma è un’occasione persa. Un cambio di status definitivo che viene rimandato, o addirittura respinto. Le altre se ne sono accorte. E rispondono a tono.
L’approccio dell’Inter a Roma è di una squadra che vuole imporsi non solo sull’avversaria ma sull’intero campionato. È feroce, convinto, brutale. Ed è direttamente proporzionale la resistenza della formazione di Gasperini che non si scompone di fronte a una tale pressione, ma aspetta che passi e pian piano ricostruisce la sua partita, appoggiandosi alla qualità dei tre davanti e fermandosi all’incapacità di Dovbyk e compagni di finalizzare almeno una delle cinque palle gol. L’Inter nel finale conferma di aver ritrovato il piacere del sacrificio, della difesa di una vittoria. E così avvisa il Napoli e tutte le altre: il passaggio tra Inzaghi e Chivu è terminato e, tutto sommato, è stato indolore.

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Libero Quotidiano

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