Continua la mobilitazione per Gaza, gli attivisti protestano contro la nuova rettrice Unito Cristina Prandi
- Postato il 1 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Si muovono i licei di Torino per Gaza. Dopo il Primo Liceo Artistico e il Gioberti, oggi sono entrati in agitazione il Liceo Galileo Ferraris, il Copernico-Luxemburg e il Majorana. Al Galfer si svolge un’assemblea autogestita non autorizzata.
Si muovo anche studenti universitari e ricercatori. Questa mattina si è svolta infatti una manifestazione dei collettivi universitari partita da Palazzo Nuovo e arrivata davanti alla Cavallerizza Reale, dove era in corso la cerimonia d’insediamento della nuova rettrice dell’Università di Torino, Cristina Prandi. In testa al corteo uno striscione: “Per la Flotilla, per la Palestina blocchiamo tutto! Sfiduciamo rettrice, Bernini e governo”.
“Vogliamo un boicottaggio totale degli accordi con Israele” hanno chiesto i manifestanti che hanno raggiunto la struttura presidiata dalla polizia chiedendo un confronto con la nuova rettrice; poi hanno avuto il permesso di intervenire con una delegazione alla cerimonia durante la quale hanno letto una lettera.
Gli studenti chiedono non solo il boicottaggio totale e lo stop degli accordi con Israele, ma anche l’impegno a non istituirne nuovi; la sospensione della collaborazione con aziende come Leonardo; di stanziare a aiuti per gli studenti palestinesi e istituire di un osservatorio per monitorare le loro borse.
Ieri il Senato accademico aveva approvato una mozione di condanna che denunciava “azioni di guerra ingiustificate tali da giustificare l’uso del termine genocidio” e lo “sterminio dalle conseguenze catastrofiche”. Il testo è stato approvato con un solo voto contrario, quello della direttrice del dipartimento di Matematica.
L’Università di Torino si fa portavoce senza esitazioni della denuncia delle gravi violazioni dei diritti umani fondamentali accertate e continuamente reiterate nella Striscia, ivi compreso l’uso della fame nell’ambito di quella che ormai si configura come una guerra di sterminio dalle conseguenze dalla portata catastrofica tali da giustificare, secondo autorevoli istituzioni come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Ohchr), Human Rights Watch, Amnesty International e la Corte internazionale di giustizia, l’uso del termine genocidio.
Esprimiamo anche profonda preoccupazione per l’esito della spedizione della Global Sumud Flotilla, proprio in queste ore critiche. Ma Gaza è anche luogo simbolo, perché, quanto vi accade, più che altrove, interroga la nostra stessa storia, interroga i valori fondanti dell’università, di ogni università.
Come Comunità accademica non possiamo tacere e, contemporaneamente, non possiamo fermarci alla denuncia. Dobbiamo trasformare parole di solidarietà in azione concreta.
Penso a borse di studio e mobilità solidale per studentesse e studenti palestinesi, progetti di ricerca condivisa per la ricostruzione culturale e sociale, reti internazionali di università impegnate nella difesa dei diritti fondamentali e nel sostegno imprescindibile alla realizzazione di corridoi umanitari.
Sono state le parole di Cristina Prandi durante la cerimonia di insediamento come rettrice dell’Università di Torino riportate da Rai News.
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