Coppa Davis, Austria ai raggi X: Misolic e Rodionov per sorprendere, Miedler-Erler nel doppio fanno paura

  • Postato il 18 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
  • 2 Visualizzazioni

Per tutti gli addetti ai lavori è l’anello debole, ma guai a fidarsi troppo degli austriaci: loro a Bologna non avranno nulla da perdere e giocare contro i padroni di casa (nonché bicampioni in carica) potrebbe generare un senso di onnipotenza che una competizione come la Davis ben conosce. Insomma, quest’Austria è da prendere con le molle: non ha singolaristi di valore assoluto,ma ha un doppio che sa come farsi rispettare ed è proprio lì che il capitano Melzer spera di arrivare. “Fate che vinciamo un singolare che poi ce la giochiamo, eccome se ce la giochiamo”. Più che una minaccia, però, sembra un esercizio di auto convincimento.

Misolic, un numero 1 (solo) sulla carta (perché ama la terra)

Ogni stratagemma è lecito quando di mezzo ci va lo sport, e anche l’aspetto mentale ha la sua importanza. Ma questa versione austriaca è comunque inferiore rispetto all’Italia di Volandri, seppur orfana di Sinner e Musetti.

Melzer a Bologna ha portato il meglio del meglio che aveva a disposizione. Filip Misolic è l’uomo di punta in singolare: numero 79 del mondo, non vanta alcun titolo ATP in carriera (ha raggiunto la finale a Kitzbuhel nell’estate del 2022, battuto da Bautista-Agut), ma 4 Challenger si, gli ultimi due dei quali conquistati a maggio (Praga) e giugno (Poznan).

Come caratteristiche predilige molto la terra rossa, unica superficie che l’ha visto vincere nel circuito minore. Teoricamente contro un Cobolli o un Sonego (lui contro Berrettini non può giocare, essendo il numero 1 austriaco) dovrebbe fare fatica: Cobolli peraltro l’ha già battuto sulla terra di Bucarest ad aprile, mentre con Sonego sarebbe una prima volta assoluta.

Rodionov e Neumayer hanno spedito l’Ungheria all’inferno

Benché sia precipitato al numero 177 del ranking, Jurij Rodionov resta un cagnaccio. Uno di quelli che in Davis si trasforma: a settembre ha battuto Fucsovic e Marozsan, decisamente più quotati a livello di classifica, giusto per dire che quando viene chiamato in causa sa come farsi trovare pronto. Probabilmente gli toccherà in sorte Berrettini, col quale non ha mai giocato (neppure con Sonego) ma che potrebbe comunque rivelarsi un osso troppo duro.

Rispetto a Misolic, Rodionov predilige il cemento (anche se nasce terraiolo) e negli 8 Challenger vinti ha mietuto vittime rilevanti come Lehecka (a Mauthausen nel maggio 2022) e Nakashima (a Coblenza nel febbraio 2024).

L’eroe della sfida contro l’Ungheria però risponde al nome di Lucas Neumayer: non ha titoli nel circuito (neppure Challenger, con 5 finali perse: un paio contro gli italiani, cioè Gigante a Cordenons nell’agosto 2023 e Fognini a Montemar nel novembre 2024), non ha all’attivo neppure una partita slam, ma intanto a settembre ha sparigliato le carte battendo Fucsovics e provando a riscrivere la storia. Se giocherà lo farà contro Sonego o Berrettini, senza nulla da perdere, ma solo con la voglia di stupire.

Con Miedler-Erler in doppio c’è da fare molta attenzione

Discorso diverso merita la coppia di doppio composta da Lucas Miedler (23 del ranking) e Alexander Erler (numero 43). Insieme hanno vinto 7 tornei nel circuito, di cui 4 sul cemento e tre sulla terra (e ci sono anche tre finali perse), mentre in Davis il bilancio è di 6 vittorie e due sconfitte. Sono una coppia affiatata, e dovessero ritrovarsi a sfidare Bolelli e Vavassori nel match decisivo per il passaggio del turno ci sarebbe da prenderli con tutte le dovute cautele. Non ci sono precedenti diretti tra le due coppie, anche se nel corso degli anni più volte (a carte mischiate, quindi con altri compagni) i 4 si sono ritrovati come avversari.

Chiaro che l’Austria ha un unico grande obiettivo: provare a forzare il match decisivo in doppio, e sperare che la pressione giochi un brutto scherzo alla coppia italiana. Pensare che Misolic, Rodionov e Neumayer possano portare a casa due punti in singolare è forse esagerato, anche se la Davis insegna che nulla è scritto e che tutto (ma proprio tutto) può succedere.

Come in quel 1990 a Vienna, quando sulla terra Muster guidò gli austriaci a un sonante 5-0 sull’Italia di Canè e Nargiso. È stata l’unica volta che l’Austria ha battuto l’Italia, sempre vittoriosa negli altri 5 incroci. Il settimo della serie (primo con la nuova formula) dovrà fornire le risposte attese.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti