Coppia di palestinesi lascia le zone di guerra per venire a sposarsi a Varazze
- Postato il 3 agosto 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Varazze. Un legame che nasce lontano, in Palestina e, così forte, supera paure, rischi e confini, tanto da arrivare fino qui. Oggi vi racconto la storia di Ayham e Tala. Vivono entrambi a Ramallah, in Palestina. Si sono sposati a Varazze per poi tornare laggiù. Insegnante di musica, lui. Nutrizionista, lei. Poco più che trentenni. Un matrimonio, una festa. Qui, sulle alture. Nella quiete. Lontano. Nella splendida cornice e atmosfera della Tana degli Orsi. Le Faje e il loro fascino che domina Varazze. Li guardiamo da vicino, entriamo nella loro realtà. Questa, è una parentesi felice. Ci concedono un’intervista.
Chiediamo loro di raccontarci cosa significa vivere nel pieno di una guerra. “Viviamo in una situazione molto complicata in Palestina, ma continuiamo a fare il nostro lavoro e a lottare per una vita migliore, per noi e per i nostri futuri bambini. Ogni giorno affrontiamo la difficoltà di spostarci da una città all’altra per andare al lavoro o fare una gita, attraversando i numerosi check-point israeliani lungo le strade. Ci troviamo spesso a dover attendere davanti a un soldato di 18 anni armato che, a suo piacimento, può decidere di abbassare la sbarra e bloccare il passaggio. Questo significa lunghe code, la paura di essere arrestati o picchiati, la preoccupazione costante per i nostri cari e per i bambini”.

Chi c’è in Palestina? “Abbiamo tutta la nostra famiglia in Palestina: parenti, amici, fratelli, il profumo e i ricordi dell’infanzia, le nostre strade, le nostre case. Conserviamo la memoria viva dei racconti dei nostri genitori e nonni, che ci parlavano del loro paese sul mare, della loro casa, prima di essere cacciati via dai soldati israeliani nel 1948. Portiamo con noi la nostra cucina, il nostro cibo, la nostra identità. Vogliamo giustizia per tutto il popolo palestinese, dentro e fuori la Palestina. Desideriamo una vita dignitosa come il resto del mondo. Perché non si può pretendere pace quando si uccide e si affama un popolo. Prima di parlare di pace – rimarcano questi ragazzi – tutti devono avere i propri diritti umani e la propria libertà”.
Lui, la passione per la musica: il clarinetto classico e gli studi al Conservatorio Paganini di Genova. Ha suonato in giro per l’Italia con la sua band su numerosi palchi e collaborato con tanti musicisti italiani e internazionali: dal Parco dell’Eurovision al Valentino Park di Torino, al Goa Boa Festival con Manu Chao, Roy Paci e molti altri. Genova gli ha regalato tantissimi bei ricordi che porterà sempre con sé. Così, per questo matrimonio hanno scelto Varazze e Manu e Sergio che hanno organizzato con grande affetto una location curata, come sempre, in ogni minimo dettaglio. Anche Consuelo Ravizza si è emozionata e nel suo Sottobosco ha scelto i fiori e i colori più belli per questi ragazzi con il sole negli occhi. Ma perché le alture di Varazze? “Abbiamo scelto l’agriturismo perché valorizza il cibo, i prodotti locali ed è un progetto familiare. E perché qui vicino ci sono tutti i nostri amici”. Dopo il matrimonio?
“Torneremo a Ramallah, nella nostra nuova casa, alla nostra famiglia, agli amici e alla nostra amata Palestina”. Suona l’orchestra che abbraccia gli sposi. I colori dell’estate. Laggiù, oggi, c’è un mare blu che sfiora il cielo. Loro sono bellissimi con gli occhi che brillano e arrivano dritti all’orizzonte. Hanno una luce così profonda in grado di illuminare il mondo.