Corea del Nord, la marcia industriale di Kim Jong Un l’innovatore

  • Postato il 9 settembre 2025
  • Di Panorama
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Pensate a una Nazione che fino agli anni Duemila era arretrata al punto di produrre componenti meccanici – civili e militari – ancora con carta, modelli in legno e torni manuali. Ma che meno di un quarto di secolo dopo riesce a minacciare l’Occidente con missili nucleari e satelliti.

E oggi, quanto sia davvero efficace l’arsenale nordcoreano è uno degli interrogativi più interessanti sui quali la Nato vorrebbe vederci chiaro. Circa dieci giorni fa il presidente nordcoreano Kim Jong Un ha visitato una fabbrica missilistica sostenendo che ogni vettore sarebbe stato in grado di colpire con precisione e con una testata nucleare la capitale della Corea del Sud in pochi minuti.

Per sviluppare una tale capacità, la Corea del Nord deve aver innanzi tutto importato tecnologia dalla Russia e dalla Cina, e non soltanto quella strettamente militare, quando quella industriale, recuperando decenni di carenze nei metodi di produzione degli armamenti. Stando poi ai comunicati della Korean Central News Agency, l’agenzia di stampa controllata da Pyongyang, le apparecchiature automatizzate presenti nella fabbrica servono per la lavorazione di precisione, la misurazione e l’assemblaggio di diverse parti, così come sono state nominate stazioni per il controllo qualità.

In altre parole Kim Jong Un sta dimostrando di aver modernizzato il Paese dal punto di vista industriale, riuscendo così a recuperare le distanze con le altre nazioni e a mitigare gli effetti delle sanzioni internazionali.Non a caso, mentre le politiche precedenti si concentravano fortemente sullo sviluppo nucleare e missilistico, l’approccio attuale è più ampio e include la modernizzazione dei sistemi d’arma convenzionali, l’innovazione nei processi produttivi e l’integrazione di droni e intelligenza artificiale. IL tutto in barba alle risoluzioni dell’Onu che limitano lo scambio di tecnologie con Pyongyang.

L’attuale leader nordcoreano ha continuato l’opera cominciata circa 25 anni fa da suo padre Kim Jong Il, il quale diede vita allo sviluppo delle armi nucleari e si rese conto della necessità di avere macchine utensili computerizzate, sia per l’economia interna, sia per consentire le esportazioni e sollevare un’economia devastata. Tanto che, internamente al Paese, l’industria militare viene chiamata la “Seconda economia”. L’ex leader non vide mai gli effetti della sua opera, morì nel 2011 dopo aver assistito agli effetti della grande crisi del 2007. Ma il programma di rinnovamento era lanciato, tanto che l’entusiasmo nazionale per una nuova tecnologia come quella delle macchine a controllo numerico (Cnc), che in occidente sono ormai lo standard da oltre 30 anni per le lavorazioni meccaniche, spinse il regime a comporre una canzone propagandistica popolare che le esaltava. Il figlio Kim Jong Un, arrivato al potere nel 2012, pose l’attenzione su un salto di qualità pensando a una deterrenza militare realizzata con i missili a media e lunga gittata.

Ma questi si dimostrarono più difficili da realizzare del previsto, e tutti ricordiamo i tanti esperimenti di lanci falliti e di quelli passati per dimostrativi con traiettorie che puntavano al Giappone. Ma fare missili con processi di lavorazione manuali, imprecisi e lenti, era impossibile, così iniziò l’importazione di macchinari cnc in barba alle sanzioni, come dimostrò un filmato diffuso due anni fa nel quale Kim Jong Un passava in rassegna davanti a una macchina industriale di costruzione tedesca che probabilmente era arrivata via nave dopo varie triangolazioni. Una macchina indispensabile per produrre le parti critiche di motore di un razzo come la turbopompa del carburante.

Fondamentale era anche la preparazione del personale, così nel 2015 fu inaugurato l’Automation Institute di Pyongyangdella Kim Chaek University of Technology. Da qui, decine di istruttori sono poi partiti per ogni angolo del Paese per riqualificare le fabbriche e addestrare le maestranze. Così, prova dopo prova, la Corea del Nord nel 2023 ha costruito e validato armi come il missile Hwasong-18. Sappiamo quindi che Pyongyang ha anche aumentato l’esportazione bellica, come dimostrano i missili Hwasong-11 lanciati dai russi in Ucraina con risultati imprecisi ma non per questo meno devastanti.

Autore
Panorama

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