Corruzione, il presidente della Calabria Occhiuto per quasi 4 ore in Procura: “Ho chiarito tutto”

  • Postato il 23 luglio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’unica notizia è che l’interrogatorio è durato quasi quattro ore. Per il resto, nel merito, nemmeno una parola dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto che oggi è stato sentito dal procuratore aggiunto di Catanzaro Giancarlo Novelli e dal pm Domenico Assumma, che coordinano l’inchiesta in cui è indagato per corruzione. Uscendo dal palazzo di giustizia, il governatore ha risposto a qualche domanda dei giornalisti: “Sono molto soddisfatto e mi sento anche sollevato perché penso di aver chiarito ogni cosa, quindi confido in una celere archiviazione”. Occhiuto ha ringraziato la Procura perché “ho chiesto io di essere interrogato”. “Era un mio diritto chiedere ma non era loro dovere concedermi questa possibilità – continua il presidente della Calabria -. Sono felice perché sono stato interrogato. Mi sento sollevato. Abbiamo rinunciato ai termini per le contestazioni e sono molto contento perché, per come si è svolto l’interrogatorio, credo di aver chiarito ogni presunto addebito e, quindi, confido in una velocissima archiviazione. Non solo nel mio interesse ma anche nell’interesse della Regione che deve essere amministrata con serenità. Sia io che i miei avvocati siamo soddisfatti perché ci hanno dato modo di chiarire ogni cosa”.

Di essere sotto inchiesta lo aveva annunciato lo stesso Occhiuto nelle settimane scorse con un video pubblicato sui social in cui aveva spiegato di aver ricevuto un avviso di garanzia. In realtà era un avviso di proroga indagini disposto dal gip su richiesta della Procura che, invece, aveva perquisito gli altri due indagati: il presidente delle Ferrovie della Calabria Ernesto Ferraro e Paolo Posteraro, ex socio di Occhiuto e attuale caposegreteria del sottosegretario Matilde Siracusano, compagna del governatore. I magistrati di Catanzaro, in sostanza, indagano sulle nomine che a Posteraro sono fruttate “554 mila 217 euro”: incarichi che gli sono stati “conferiti – si legge nelle carte – da parte di pubblici ufficiali con i quali Occhiuto può vantare relazioni”. In un’informativa del 27 maggio si legge che “Paolo Posteraro è legato a Roberto Occhiuto per esserne stato socio” in diverse aziende. E ancora: “Dalle intercettazioni sembra emergere che Posteraro avrebbe conferito denaro nelle comuni società, laddove Occhiuto si sarebbe limitato a trarne benefici”.

Denaro, utilizzo esclusivo di tre autovetture, pagamento di sanzioni per violazioni stradali. Ma non solo: secondo gli inquirenti, “dalle ultime società nelle quali era socio con Posteraro”, all’inizio del 2025 “Occhiuto ha esercitato il diritto di recesso ottenendo la promessa di un rimborso di circa 135 mila euro”. Nel pacchetto anche una Smart che Occhiuto ha acquistato a gennaio, per la figlia Angelica. Il prezzo? 50 euro date alla Parametro Holding che nove mesi prima l’aveva pagata 13.500 euro. Nell’inchiesta si fa riferimento non solo alle nomine di cui avrebbe goduto il cerchio magico di Occhiuto, ma anche a una truffa relativa a un finanziamento comunitario di 58mila euro, ricevuto dalla “Tenuta del Castello Società Agricola” di cui erano soci Posteraro e il presidente della Regione.

Occhiuto non è indagato per la truffa, ma per i magistrati si tratta di “somme incamerate dalla società, ma né giacenti nelle casse sociali né destinate all’uso per il quale erano state erogate”. Quell’importo, infatti, secondo i pm, sarebbe stato “totalmente distratto” con cinque bonifici uno dei quali, da “12 mila euro”, per Occhiuto: “Ne emerge, allo stato, – si legge sempre nel decreto di perquisizione notificato a Posteraro – il fumus di una malversazione nonché, qualora fosse accertata la carenza dei presupposti per l’ammissione al finanziamento, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”. Storie in cui la politica si mescola con l’attività imprenditoriale di un governatore della Calabria che uscendo dalla Procura è soddisfatto di aver “chiarito ogni cosa”.

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Il Fatto Quotidiano

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