Corsa clandestina sull’autostrada A4, Ferrari e Lamborghini fermate dalla Polizia
- Postato il 4 ottobre 2025
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- Di Virgilio.it
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Domenica 9 settembre, A4 Torino-Milano. Prima una Lamborghini, bassa, dal colore tendente tra il verde e l’oro. Poi una Ferrari, rossa da catalogo. Infine, un’altra Lambo, questa nera lucida. Otto vetture seguono, mentre la strada comincia tutto ad un tratto a farsi stretta. Solo in un secondo momento si è saputo che i tre impavidi uomini al volante delle supercar erano svizzeri, tra i trenta e i quarant’anni. Le accelerate svuotano lo spazio tra una corsia e l’altra, sotto gli occhi degli altri guidatori, che non hanno il tempo di capire, ma temono per la loro incolumità.
A giri del motore alti, le cambiate avvengono repentinamente e le traiettorie appaiono strette. Ancora oggi, tra i presenti, riecheggia il rumore, lontano dalla velocità media di un’autostrada, con un timbro diverso, impossibile da confondere. Piuttosto che una sfida improvvisata, sembra di essere davanti a qualcosa di organizzato in anticipo, magari per riprendere un video, o solo per il piacere di farlo. A quanto pare dei passeggeri avrebbero ripreso la scena col cellulare, dall’interno delle supercar, assorbito dall’azione, invece chi seguiva in macchina ha rallentato senza pensarci, dominato dall’istinto.
La Polizia Stradale blocca le supercar sull’A4
Due pattuglie della Polizia Stradale di Novara Est si piazzano davanti al flusso e rallentano il traffico gradualmente sull’A4, la prima autostrada senza caselli, fino a trasformare la colonna in un’unica corsia compatta. Gli agenti circondano i tre conducenti, finché non li inducono a fermarsi sul ciglio della strada, mentre il resto del traffico viene contenuto alle spalle e man mano l’asfalto riprende marcia regolare.
I poliziotti chiedono documenti, fanno domande essenziali ai piloti e una volta i tre bolidi dispongono in una manciata di minuti il sequestro, ai fini della confisca. La procedura prosegue, in un’atmosfera tesa, lasciato degli attimi di follia da poco avvenuta, culminando nella denuncia dei tre uomini autori delle scorribande. In osservanza del Codice della Strada, i documenti vengono ritirati sul posto e le patenti risultano sospese, in attesa di provvedimenti ulteriori e i gioielli, di lamiere e metallo, salgono caricate su mezzi appositi, portati via in direzione del deposito giudiziario più vicino.
Patenti ritirate al trio di conducenti
In disparte, vicino alla corsia d’emergenza, un paio di persone fissa l’asfalto, immobili, come se cercassero un dettaglio sfuggito quasi con la sensazione di trovarsi su un set. Ma qualcuno semplicemente riparte, registrando nella propria memoria ogni istante, e la coda procede a scatti. Davanti, gli agenti concludono le ultime formalità, mentre i mezzi rimuovono le auto una alla volta. L’asfalto resta segnato da impronte larghe, consumate, e per un po’ l’aria sa di freno rovente e di carburante lasciato andare troppo in fretta.
Il verbale elenca i capi uno dopo l’altro senza spazio per le sfumature: condotta pericolosa, messa in pericolo di terzi, violazioni in serie, competizione organizzata su strada pubblica. Tutto raccolto in poche righe che chiudono il caso senza esitazioni, da non derubricare a bravata né a una corsa improvvisata tra sconosciuti. È un episodio costruito, anche se male, che poteva finire peggio di così.