Corsa contro il tempo nell’edilizia scolastica finanziata dal Pnrr: via libera alla deregulation
- Postato il 1 settembre 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
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Pnrr senza vincoli sull’edilizia scolastica. Per garantire la conclusione dei lavori entro il 31 marzo del prossimo anno e il collaudo entro il 30 giugno, come previsto dalle regole comunitarie, il ministero dell’Istruzione e del Merito con una nota della fine di giugno ma pubblicata in questi giorni, ha dato il via libera alla semplificazione sulle varianti in corso d’opera e nell’utilizzo delle economie derivanti dai ribassi d’asta.
Organizzazioni come Openpolis da mesi denunciano l’opacità dell’esecutivo nella diffusione dei dati relativi allo stato di attuazione dei progetti, rendendo difficile ogni tentativo di monitoraggio civico. ’altro canto al 28 agosto i vertici dell’Anci e fonti autorevoli di viale Trastevere assicuravano a ilfattoquotidiano.it che non ci sono ritardi sui cantieri e che non vi saranno ricadute sulle strutture nell’avvio dell’anno scolastico. Anzi Simona Montesarchio, direttore generale e coordinatrice dell’Unità di missione Pnrr, ha confermato che “gli enti locali proprio nei mesi estivi, con l’interruzione dell’attività didattica, stanno procedendo celermente. Il ministero, consapevole del valore strategico dell’edilizia, ha anche investito oltre 1,6 miliardi di risorse nazionali aggiuntive”.
Solo qualche mese fa la Lega per le autonomie locali denunciava il rischio che i lavori non fossero completati in tempo, ma ora c’è chi a viale Trastevere mette la sua parola sulla tempestività dei lavori in corso. Sul sito del dicastero della scuola non ci sono dati in merito, ma solo le cifre stanziate (oltre 5 miliardi di euro) e i numeri degli interventi: 195 nuove scuole; 400 edifici nuovi o adattati a palestre; mille locali ex novo o riqualificati per le mense; 2.600.000 metri quadri da mettere in sicurezza e 1800 interventi per i nidi, per un totale di 150.480 nuovi posti.
Un numero quest’ultimo che nasconde un problema che solleva l’Anci, l’associazione nazionale comuni italiani: la mancanza di fondi per la gestione ordinaria dei nuovi nidi. Il Pnrr ha finanziato strutture e lavori, ma non prevede risorse per il personale, l’apertura e l’organizzazione delle attività educative. Secondo la Cgil servirebbero almeno due miliardi l’anno per garantire il funzionamento degli asili pubblici e circa 45mila educatori in più per raggiungere gli standard europei.
Autonomie Locali Italiane (Ali) spiega che “alcune Regioni (come l’Umbria o il Lazio) potrebbero raggiungere la soglia del 45% di copertura dei servizi già entro il 2026, mentre altre (come Campania e Sicilia) restano indietro nonostante abbiano ricevuto quasi un quarto del totale dei fondi”. Infine, nei piccoli Comuni sotto i 500 abitanti, soprattutto quelli delle aree interne, oltre il 97% continua a non avere alcun servizio per la prima infanzia, a dimostrazione che l’attuale impostazione del Piano non è riuscita a garantire equità territoriale né giustizia sociale.
“Le novità sulle semplificazioni – spiegano i vertici di Anci – sono frutto di emendamenti proposti da noi. Il nodo critico resta quello degli asili nido, soprattutto al Centro Nord. C’è il pericolo di avere degli edifici nuovi che restano chiusi per mancanza di personale. Abbiamo chiesto al Governo di convergere su questo capitolo del Pnrr le risorse del Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni. Aspettiamo la Legge di Bilancio per capire se questo appello sarà accolto”.
Per il resto alla prima campanella – a detta dell’Anci – non ci dovrebbero essere problemi perché le scuole interessate ai lavori del Pnrr hanno già messo in atto soluzioni lo scorso anno per far fronte ai cantieri aperti. Intanto, con la nuova norma è previsto che per le varianti in corso d’opera, i soggetti attuatori possano darne comunicazione al ministero, senza attendere autorizzazione, secondo le indicazioni che lo stesso ministero fornirà. Saranno effettuate verifiche successive, anche a campione, sull’ammissibilità delle stesse varianti e le relative spese.
Inoltre, sarà consentito ai Comuni e alle Città metropolitane l’utilizzo dei ribassi d’asta in appalti di lavori già aggiudicati e non ancora avviati, anche tramite accordi quadro, al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi e dei target del Pnrr e per fronteggiare l’incremento dei prezzi.
“Tra le criticità sul rispetto dei tempi – dice Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva – si evidenzia l’eccesso di procedure e passaggi formali tra enti soprattutto nel caso di eventuali modifiche o variazioni di progetti dovuti o all’aumento del costo delle materie prime o a circostanze non previste. Il provvedimento pubblicato risponde ad un criterio di necessità per portare a termine nei tempi previsti le opere di edilizia scolastica già finanziate e approvate dal Pnrr. Parallelamente speriamo si vigili sulla necessità delle richieste degli enti e si proceda a controlli sia in corso d’opera che a fine lavori per garantire la sicurezza”.
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