Cortei per Gaza, dopo 2 anni il governo Meloni dà il primo stop alle armi a Israele. “Revocata una licenza di export”

  • Postato il 4 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Per la prima volta dal 7 ottobre 2023 e dall’invasione della Striscia di Gaza, il governo italiano ha deciso di revocare una licenza di armi da esportare a Israele. A rivelarlo è il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli rispondendo, per scritto, a un’interrogazione parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra al Senato. Nella risposta il viceministro annuncia solo la revoca della licenza ma, secondo quanto risulta al Fatto che ha consultato fonti qualificate, si tratterebbe di un contratto per munizioni da artiglieria.

Dal 7 ottobre 2023 e vista la reazione sproporzionata di Israele, l’Italia da subito ha annunciato di voler bloccare qualsiasi vendita di nuove armi al governo di Tel Aviv: da due anni non sono stati firmati nuovi contratti. Allo stesso tempo, però, fino a poche settimane fa, erano state rispettate le vecchie commesse firmate prima di quella data. Il governo aveva fatto sapere più volte che anche per i vecchi contratti si era valutato caso per caso assicurandosi – anche se non è dato sapere come – che le armi non colpissero i civili.

Nelle ultime settimane, però, per la prima volta è stata prima sospesa e poi revocata una licenza precedente al 7 ottobre. Rispondendo a un’interrogazione dei senatori di Avs Tito Magni, Ilaria Cucchi e Peppe De Cristofaro sui carichi di armi che partono dall’aeroporto di Montechiari (Brescia) verso Tel Aviv, Cirielli ha risposto che “al momento in cui è iniziato il conflitto, l’Italia ha bloccato tutte le nuove autorizzazioni all’esportazione di materiali d’armamento”.

Poi ha annunciato: “Sono stati esaminati caso per caso gli impegni precedenti e, in base alle caratteristiche del materiale, una licenza è stata prima sospesa e poi revocata in via cautelativa, mentre sono stati inviati in Israele solo materiali che non potessero essere utilizzati contro la popolazione civile”. Infine Cirielli ha concluso: “Quello adottato dal Governo è dunque un approccio particolarmente restrittivo e rigoroso, che si intende mantenere”.

La sospensione e poi la revoca della licenza è stata fatta dall’Uama (l’Unità per le autorizzazioni di armamenti del ministero degli Esteri), l’organo che deve vigilare sul rispetto della legge 185 del 1990, quella relativa all’export e import di armi da e verso l’Italia. Secondo una fonte qualificata, si tratterebbe di munizioni per l’artiglieria (anche se di una modesta quantità) che sarebbero state utilizzate nella striscia di Gaza.

La decisione, però, sarebbe stata politica. Le opposizioni da mesi chiedono al governo Meloni di bloccare del tutto gli invii di armi verso Israele e di revocare il memorandum tra Roma e Tel Aviv nel settore militare e della Difesa. Potrebbe essere il segnale di un nuovo approccio dell’esecutivo con il governo di Netanyahu in linea anche con l’opinione pubblica: la premier nelle ultime settimane, da ultimo il suo discorso all’Assemblea dell’Onu, ha condannato l’operato del governo israeliano e giovedì il Parlamento ha votato una risoluzione per riconoscere lo Stato di Palestina seppur condizionato.

Secondo Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Pace e Disarmo, questa è la seconda revoca in 35 anni: “È positivo che ci sia stato almeno uno stop – spiega – il problema è che non sia complessivo per tutte le armi che l’Italia invia a Israele. Se il governo è preoccupato per Gaza, e lo è, non si capisce perché sia così difficile bloccare le altre esportazioni. Per questo c’è un problema di applicazione della legge. Noi chiederemo trasparenza per chiedere com’è stata fatta questa cancellazione”.

Secondo i dati Istat, anticipati da Open, dalla fine del primo trimestre 2025 il flusso di export verso Tel Aviv ha iniziato ad esaurirsi. Non ci sono esportazioni di armi ad aprile e giugno, mentre c’è stata una mini-consegna per 29.702 euro a maggio. Sono continuate a lungo, invece, le importazioni. Nel 2024 sono state infatti rilasciate 42 nuove autorizzazioni per importare da Israele armamenti per 154 milioni e, sempre nel 2024, ne sono stati importati da Israele per 37.

Le importazioni da Tel Aviv sono raddoppiate rispetto al 2023, a fronte del blocco delle esportazioni. Passando dalla settima alla seconda posizione tra i Paesi da cui compriamo di più. Nel 2023, infatti, le autorizzazioni di importazioni da Israele erano state 24 mentre nel 2024 sono state 42 con un aumento dal 2,5 al 20,8% della fetta delle importazioni.

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