Cosa ha lasciato Papa Francesco al mondo della scuola

  • Postato il 26 aprile 2025
  • Di Panorama
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Nel mondo della scuola, dove ogni giorno si ambisce a seminare domande e raccogliere speranze, Papa Francesco ha lasciato molto più che discorsi: ha lasciato segni. Le sue parole, semplici e potenti, hanno spesso illuminato il cammino di insegnanti, educatori e studenti, restituendo dignità a una missione troppo spesso messa in ombra.

La prima frase che viene in mente è tanto tenera quanto disarmante: «Gli studenti difficili non vanno scartati, sono diamanti grezzi che bisogna avere il coraggio di lucidare». In quella metafora, Francesco racchiudeva una pedagogia del cuore, capace di guardare oltre la superficie, di credere in chi nessuno crede più.

Le parole di Papa Francesco sulla scuola

Non sono parole di plastica, perché lo sguardo sugli ultimi ha illuminato il pontificato di Bergoglio, dal nome Francesco all’attenzione ai muri eretti al posto dei ponti, all’immigrazione, all’altro, a tutta la simbologia che ha sempre portato con la sua figura disadorna. E quando si è dedicato alla scuola ha insegnato che l’educazione non è un filtro per selezionare i migliori, ma una lente per scoprire l’unicità di ciascuno.

Ma c’è un aspetto ancora più forte del suo messaggio: Papa Francesco ha parlato alla scuola non da uomo di parte, non solo da credente, ma da leader globale. Le sue parole non si fermano all’ora di religione, né all’educazione proposta dalle scuole paritarie o di ispirazione cattolica, né parlano solo ai cristiani. Francesco ha saputo guardare alla scuola come un luogo dove si gioca il futuro dell’umanità intera, indipendentemente dalla fede, e ha mostrato che l’educazione riguarda tutti: credenti, non credenti, ricchi, poveri, cittadini del mondo. Le sue provocazioni hanno sempre voluto sollecitare la coscienza civile prima ancora che quella religiosa.

Il suo approccio è stato sempre umano e insieme profetico. Ha invitato la scuola a non essere «un esame di memoria», ma un laboratorio di vita. Ha chiesto agli insegnanti di essere «artigiani di cultura e di speranza», e ai ragazzi di non accontentarsi di essere su «divani comodi» ma di alzarsi, agire, costruire. E lo ha detto guardandoli negli occhi, parlandogli come un saggio che conosce il mondo e non ha paura di sognarne uno nuovo con loro.

Papa Francesco sull’intelligenza artificiale

Ancora, il messaggio di Francesco è andato oltre quando ha saputo lanciare provocazioni forti anche sulle grandi sfide del nostro tempo: l’intelligenza artificiale e l’ambiente. Davanti all’avanzata delle tecnologie, non ha mostrato paura, ma ha chiesto senso critico e responsabilità. Ha ricordato che l’AI non può sostituire la coscienza, l’empatia, il pensiero libero e il passaggio dell’Enciclica Dilexit nos, recentemente ripostato anche da Chiara Valerio sui social, fa così: «L’algoritmo all’opera nel mondo digitale dimostra che i nostri pensieri e le decisioni della nostra volontà sono molto più “standard” di quanto potremmo pensare. Sono facilmente prevedibili e manipolabili. Non così il cuore». Poche parole di una manciata di mesi fa per ricordare che il compito della scuola non è insegnare a usare le macchine, ma a restare umani.

Papa Francesco sull’ambiente

Sull’ambiente, poi, il suo messaggio è stato rivoluzionario. Con la Laudato si’ ha posto le basi di una nuova ecologia integrale, chiedendo alla scuola di educare a una cittadinanza planetaria, dove la cura della terra sia intrecciata alla giustizia sociale. Ha detto ai giovani che «non siete il futuro, siete il presente» e che hanno il diritto – e il dovere – di alzare la voce per un mondo più giusto.

In un tempo spesso confuso, Francesco ha offerto alla scuola una bussola: formare teste pensanti e cuori appassionati. Ha chiesto di «non addomesticare i sogni», ma di restare inquieti, creativi, liberi. E allora oggi, più che mai, risuona forte il suo invito: «Educare è un atto d’amore. È dare vita». Che ogni scuola – e ogni persona che ne fa parte – possa raccogliere questa sfida e trasformarla in un “noi” che custodisce e costruisce.

Autore
Panorama

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