Cosa prevede l’accordo sui dazi fra Usa e Ue, tutte le aliquote e gli investimenti

  • Postato il 28 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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“Penso che sarà fantastico per entrambi, per entrambe le parti. Penso che voi, penso che i vostri vari Paesi siano molto contenti di questo”. Con queste parole, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’accordo commerciale con l’Unione europea, al termine di un bilaterale con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, tenutosi nel resort di golf del tycoon a Turnberry, in Scozia.

Trump ha celebrato l’intesa definendola “probabilmente il più grande accordo mai raggiunto in qualsiasi ambito, commerciale e non commerciale”. Un risultato che, nelle intenzioni, dovrebbe sancire una nuova fase di distensione tra le due maggiori potenze economiche mondiali, dopo anni di tensioni e schermaglie commerciali.

Dietro il trionfalismo americano, però, si nasconde un compromesso amaro per l’Europa. “Stabilità e prevedibilità” per cittadini e imprese sono stati i concetti chiave evocati da von der Leyen per giustificare le concessioni fatte a Washington. Senza questo accordo, Trump avrebbe imposto dazi del 30% sulla maggior parte dei prodotti europei a partire dal primo agosto. Un’ipotesi che i governi europei hanno preferito scongiurare, rinunciando al confronto diretto con Washington per evitare una pericolosa escalation.

I dettagli dell’accordo e gli effetti

Con l’intesa siglata, i dazi medi sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti aumentano dal 4,8% dell’era pre-Trump al 15%, coinvolgendo settori strategici come auto, semiconduttori e farmaci. Tuttavia, sono previste esenzioni per alcune categorie: aerei e componenti, prodotti chimici selezionati, farmaci generici, attrezzature per semiconduttori, alcune materie prime e prodotti agricoli, questi ultimi ancora da definire. “Continueremo a lavorare per aggiungere altri prodotti a questo elenco”, ha promesso von der Leyen.

L’Europa si impegna inoltre ad acquistare per 750 miliardi di dollari di prodotti energetici americani nei prossimi tre anni e ad aumentare gli investimenti negli Stati Uniti per un valore aggiuntivo di 600 miliardi. Bruxelles ha anche accettato di aprire i mercati europei “senza dazi” per i beni statunitensi e di acquistare «grandi quantità» di armamenti USA, come sottolineato da Trump.

Sul delicato fronte di acciaio e alluminio, attualmente gravati da un dazio del 50%, si istituirà un sistema di quote che ridurrà progressivamente le tariffe. L’accordo prevede infine una cooperazione USA-UE per contrastare la sovraccapacità cinese, soprattutto nel settore dell’acciaio.

Il negoziato finale e le reazioni politiche

Il negoziato finale si è svolto in un clima di grande pressione e incertezza. Dopo quattro mesi di trattative condotte dal commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, è toccato a Trump e von der Leyen completare l’opera. Un’ora di colloquio serrato ha prodotto l’intesa. “C’era un 50% di probabilità di chiudere l’intesa”, ha detto Trump, mentre von der Leyen ha riconosciuto la necessità per l’UE di “ribilanciare” gli scambi in favore degli Stati Uniti.

“Fino alla fine, come sempre nei negoziati, non sapevamo quale sarebbe stato il punto di caduta e se ci sarebbe stato”, ha dichiarato von der Leyen. Al termine dell’incontro, Trump ha elogiato la presidente della Commissione per essere riuscita a rappresentare con efficacia interessi diversi, ricordando che “alcuni Paesi hanno un’industria automobilistica forte, altri un’agricoltura forte, altri ancora entrambe”.

“È stato molto difficile”, ha ammesso von der Leyen. Ma il risultato finale, a suo dire, è “positivo e soddisfacente”. Ha ringraziato Trump “per il suo impegno personale e la sua leadership nel raggiungere questa svolta”. E ha concluso: “È un negoziatore tenace, ma è anche uno che fa accordi”.

 

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