Cosa vedere a Fontanellato, gioiello del Parmense

  • Postato il 22 aprile 2025
  • Borghi
  • Di SiViaggia.it
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Ogni borgo ha la sua storia da raccontare e tesori racchiusi tra mura, piazze e vicoli che ci fanno quasi dimenticare in che anno siamo. Un esempio su tutti è Fontanellato, gioiello della Bassa Parmense, che si incontra a 5 Km dalla Via Emilia tra Parma e Fidenza. Capiamo subito che è una località speciale perché è tra quelle contrassegnate dalla Bandiera Arancione del Touring Club, nonché aderente al circuito delle CittaSlow italiane.

A Fontanellato, ogni passo conduce a una piccola meraviglia inaspettata. Il tour tra le bellezze storiche e artistiche del borgo che si lascia visitare a passo lento svela attrazioni imperdibili, da ammirare in ogni periodo dell’anno, specialmente in estate, quando il paese risplende dei colori della campagna e si anima di eventi. Se non avete ancora mai visitato questo paese-gioiello, è arrivato il momento di farlo. Ecco un assaggio della sua storia e una guida delle cose da vedere per non perdervi l’incanto di un luogo davvero speciale.

La storia di Fontanellato

Cominciamo dal nome: da dove deriva? Ebbene, Fontanellato è il toponimo di “Fontana lata”, ovvero grande fontana, così chiamato perché, come detto, il paese si colloca nella cosiddetta Bassa Parmense, tra i fiumi Taro e Stirone. L’ambiente è quello tipico della pianura padana “bassa”, con le vaste coltivazioni estensive e i fontanili o risorgive, alimentati dalle acque sotterranee, coperte da uno strato impermeabile di terreno argilloso.

Le origini del borgo sono da ricercarsi già in epoca preistorica, legate all’insediamento terramaricolo di Castellazzo, emerso tra il 1888 e il 1895 dagli scavi di Luigi Pigorini. Nel X secolo venne costruita una prima fortificazione di origine longobarda che si articolò in seguito in un vero e proprio castrum appartenente alla famiglia Pallavicino dal 1124, probabilmente con scopo esclusivamente militare. Solo intorno alla fine del 1300, con il passaggio della proprietà alla famiglia Sanvitale, cominciò il processo di creazione del centro urbano, oggi conosciuto come Fontanellato.

La Rocca

La maggiore attrazione di Fontanellato è la Rocca Sanvitale, posta al centro della piazza principale. Eretta come fortezza difensiva nel XIV secolo, su un preesistente edificio del XII secolo, è stata trasformata nella residenza dei nobili Conti Sanvitale, che l’hanno abitata per circa sei secoli.

La caratterizzano muri merlati, quattro torri angolari e un ampio fossato alimentato un tempo dall’acqua prodotta da una risorgiva e risistemato all’inizio del XVII secolo dall’architetto parmense Smeraldo Smeraldi. Attraverso un ponte levatoio si accede al cortile interno. Nel 1948 l’ultimo Conte cedette la Rocca con i suoi arredi al Comune, che ha provveduto successivamente a trasformarla in museo, aperto tutto l’anno, con la possibilità di visitare le splendide sale.

Nell’appartamento nobile posto al primo piano della Rocca sono, infatti, conservati arredi e decorazioni risalenti ai secoli compresi tra il XVI e il XIX. Il gioiello più prezioso è la “Saletta di Diana e Atteone”, affrescata da Francesco Mazzola, noto come Parmigianino, dipinta nel 1523-1524 per il conte Galeazzo Sanvitale e sua moglie, Paola Gonzaga, e considerato uno dei capolavori giovanili dell’artista. Diverse sono le interpretazioni date alla saletta nel corso degli ultimi decenni, ma l’ipotesi più accreditata è che fosse una sorta di piccolo “boudoir” o “studiolo” privato di Paola Gonzaga, ritratta nella figura femminile sopra la finestra.

Il Santuario della Beata Vergine del Rosario a Fontanellato
Fonte: iStock
Santuario della Beata Vergine del Rosario, meta di pellegrinaggio

Le chiese, il Teatro Comunale e il parco botanico

Sulla piazza antistante la Rocca affacciano due edifici religiosi: l’Oratorio dell’Assunta, con una splendida sagrestia lignea del 1720, opera di Giulio Seletti, capolavoro del Barocchetto parmense, e la Chiesa tardo-gotica di Santa Croce, al cui interno sono conservati pregevoli dipinti del ‘700.

Da non perdere anche il Teatro Comunale, progettato nel 1681 da Alessandro Sanvitale ma demolito completamente nel 1832, la cui attuale struttura risale al XIX secolo e si basa sul progetto presentato dall’architetto Pier Luigi Montacchini. Di fronte all’ingresso della Rocca ci si imbatte nelle ex scuderie Sanvitale, alle quali è annesso il bellissimo parco botanico con alberi secolari con più di seicento anni, visitabile accedendo alla struttura “In Villa”, inserita nel circuito delle Dimore Storiche Italiane.

Fino al XIX secolo, l’ampio parco secolare era parte integrante del castello e lo collegava all’esterno del paese mediante un accesso privilegiato. All’interno di questo capolavoro botanico, i Conti Sanvitale avevano creato serre fredde, esedre, cineserie e scorci paesaggistici tuttora esistenti. Luoghi che oggi accolgono eventi artistici e proposte ricettive, offrendo un ambiente unico ed esclusivo.

Santuario della Beata Vergine del Rosario

Al di fuori del centro storico di questo grazioso borgo poco distante da Parma, si incontra il Santuario della Beata Vergine del Rosario – sorto su un preesistente oratorio del 1397 – da secoli meta di pellegrinaggio. Il primo nucleo dell’edificio venne costruito nel 1514. Dopo il saccheggio del 1531 e la demolizione del 1543 venne ricostruito il tempio e il monastero, che vennero dedicati a San Giuseppe. Solo dopo il Concilio di Trento venne promosso il culto della Madonna con il titolo di “Regina del Santo Rosario”. La monumentale facciata neobarocca si deve al progetto di Lamberto Cusani, del 1912-13, e all’opera dello scultore Ettore Ximenes, che recuperò anche le statue della facciata del XVIII secolo.

Veduta aerea del Labirinto della Masone
Fonte: iStock @A_Columbo
Labirinto della Masone, il più grande labirinto di piante di bambù al mondo

Labirinto della Masone

Senza allontanarsi troppo dal centro di Fontanellato, si può visitare il più grande labirinto al mondo composto interamente da piante di bambù. Il Labirinto della Masone è uno straordinario parco culturale, concepito dall’editore, bibliofilo, collezionista e designer Franco Maria Ricci, con una caratteristica pianta a stella, che copre 7 ettari di terreno. Inaugurato nel 2015, è il regno di circa 300 mila piante di bambù, alte tra i 3 e i 15 metri e appartenenti a venti specie diverse.

Oltre alle suggestive gallerie vegetali che incorniciano i corridoi del labirinto, offrendo ai visitatori riparo e la sensazione di trovarsi immersi in una dimensione sospesa, il parco ospita un museo con centinaia di opere d’arte datate dal Rinascimento al Novecento e spazi per mostre temporanee eclettiche e sorprendenti, come anche spazi per feste ed eventi cuturali. Le architetture del Labirinto, ispirate alle utopie dei grandi architetti del periodo della Rivoluzione Francese, si integrano armoniosamente con il paesaggio circostante, dando vita a un luogo davvero sublime.

Autore
SiViaggia.it

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