Cosenza, bimba rapita in clinica, nuova perizia di Rosa Vespa

  • Postato il 30 settembre 2025
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Cosenza, bimba rapita in clinica, nuova perizia di Rosa Vespa

Udienza a porte chiuse sulla neonata rapita alla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza lo scorso 21 gennaio. Il giudice ha disposto la nomina di un nuovo perito, per l’imputata Rosa Vespa, mentre resta aperta l’indagine sulla clinica


COSENZA – C’erano anche i genitori della piccola Sofia, la neonata rapita il 21 gennaio scorso, dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza, ieri mattina, lunedì 29 settembre, nell’Aula 16 del Tribunale di Cosenza, davanti al gip Letizia Benigno, chiamata a decidere sul rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica per Rosa Vespa, chiesto dai suoi legali.

BIMBA RAPITA, UDIENZA PER PERIZIA PSICHIATRICA


E i quattro nonni della bambina che hanno avanzato la richiesta di costituirsi parte civile, quelli materni rappresentati in udienza dall’avvocato Giorgio Raffaele Loccisano e quelli paterni dalla collega Natascia Gardi. La richiesta, com’era prevedibile, ha trovato l’opposizione dell’avvocato Massimiliano Garritano, prima legale del marito dell’indagata e che dal luglio scorso insieme alla collega Teresa Gallucci, ha assunto anche quella di Rosa Vespa.
Garritano ha sostenuto che i nonni della neonata non sarebbero soggetti legittimati a costituirsi parte civile ma nonostante le sue osservazioni il giudice ha accolto l’istanza dei familiari della piccola. Nel contempo Garritano ha rilanciato con l’ammissione del rito abbreviato condizionato da una nuova perizia psichiatrica o almeno all’escussione degli stessi periti Patrizia Nicotera per Rosa Vespa e Paolo De Pasquali nominato dal pubblico ministero.

L’OPPOSIZIONE DEI GENITORI ALLA NUOVA PERIZIA


È toccato ai legali dei genitori di Sofia, Chiara Penna e Paolo Pisani, oltre che ai colleghi di parte civile, questa volta, opporsi alla richiesta della controparte sulla necessità di un’altra perizia, «perché – spiega Penna – la relazione di De Pasquali rappresenta già una garanzia per l’indagata e soprattutto nominare un nuovo perito è in netto contrasto con il principio di economicità processuale del rito abbreviato». Ma il gip Benigno ha accolto la richiesta degli avvocati di Rosa Vespa e il prossimo 27 ottobre procederà alla nomina del perito. Com’era prevedibile non sono mancate le schermaglie legali perché la vicenda è molto complessa e riguarda il rapimento di una bambina che ha tenuto con il fiato sospeso l’intero Paese.

UDIENZA A PORTE CHIUSE


Un’udienza a porte chiuse quella di ieri mattina, chiesta dagli avvocati delle parti, per la presenza di numerosi giornalisti e perché, comunque, i fatti trattati riguardavano una minore. Una scelta precauzionale nonostante sul rapimento della neonata avvenuto il 21 gennaio scorso, dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza, sia stato detto tanto e mostrato di tutto, a partire dai video dell’irruzione dei poliziotti nella casa di Castrolibero e dell’arresto in diretta di Rosa e del marito Aqua Moses, poche ore dopo il sequestro.

LA RICOSTRUZIONE TRAMITE VIDEO E IMMAGINI DEL RAPIMENTO DALLA CLINICA

Un volume di immagini ragguardevoli, distribuito alle più importanti trasmissioni televisive che ha urtato e non poco il pm Antonio Tridico che vuole capire ora, tra l’altro, anche chi ha diffuso i video della coppia prima che quel materiale venisse posto all’attenzione della Procura. E rimane ancora aperto il filone delle indagini sulla clinica “Sacro Cuore” per trovare eventuali responsabilità su quanto è accaduto alla piccola Sofia. E, in particolare, si vuole accertare se entrare in una struttura sanitaria ed uscire liberamente con una bambina in braccio, senza nessuna azione di di controllo, sia compatibile con le norme sulla sicurezza degli assistiti.

LA CLINICA AVREBBE GIÀ RISPOSTO ALLA DIFFIDA DELLA FAMIGLIA


Su questo punto però, la clinica avrebbe già risposto alla diffida dei genitori della piccola, evidenziando che sarebbe stata la mamma di Sofia a consegnare incautamente la bambina alla finta infermiera Rosa Vespa.
La stessa mamma che ieri mattina, lunedì 29 settembre, insieme al marito ha seguito con particolare attenzione tutte le fasi dell’udienza e all’uscita dal tribunale ha dichiarato che vuole giustizia e che si aspetta giustizia dai giudici. «Non è stato facile vivere ciò che ci è inaspettatamente accaduto – ha precisato -, e ora vogliamo soltanto che chi ha causato a me e a tutta la famiglia tanto dolore, paghi per quello che ha fatto».

APERTA MA STRALCIATA LA POSIZIONE DI AQUA MOSES


Resta ancora aperta, seppur stralciata, la posizione del marito di Rosa Vespa, Aqua Moses, che pare non avrebbe avuto nessun ruolo nel sequestro della piccola Sofia.
L’uomo – come ha spiegato al magistrato e ripetuto più volte davanti alle telecamere – era convinto che la moglie fosse veramente in attesa di un bambino e la sera del 21 gennaio accompagnò la moglie a prendere Ansel, il figlio nato qualche giorno prima e lasciato in clinica per accertamenti. Anche lui avrebbe scoperto l’inganno della moglie solo all’arrivo dei poliziotti nella loro casa di Castrolibero dove con parenti e amici festeggiavano l’arrivo di quella nuova vita.

ROSA UN NEONATO DOVEVA PORTARLO A CASA


Fu una doccia gelata per Moses scoprire all’improvviso che quel bambino non era mai esistito e che sua moglie gli avesse raccontato una montagna di bugie. Ma Rosa un neonato doveva portarlo a casa, non poteva più sottrarsi a quel girone infernale nel quale era entrata consapevolmente o inconsapevolmente e che per nove mesi l’aveva costretta a recitare o a vivere una dimensione che era solo frutto della sua immaginazione.
Ma tutti, ormai, si aspettavano da lei quel bambino che non avrebbe mai potuto avere e che esisteva solo nella sua fantasia.

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