Cosenza: donna sedotta e truffata ma per lui arriva la condanna

  • Postato il 23 giugno 2025
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Cosenza: donna sedotta e truffata ma per lui arriva la condanna

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Una donna di Cosenza è stata sedotta e truffata da un elegante viveur, poi condannato dal Tribunale dopo la denuncia sporta dalla stessa vittima

COSENZA – Un uomo è stato condannato a una pena di 6 mesi e 15 giorni, con una multa di 150 euro e il risarcimento nei confronti della vittima della somma di 1800 euro: è così che si è conclusa la finta storia d’amore per una donna di Cosenza sedotta e truffata da un galante viveur. La signora racconta che in un momento particolare della sua vita aveva deciso di allargare il suo giro di amicizie iscrivendosi a un sito d’incontri. Il viveur si era approcciato con un messaggio garbato e accludendo al messaggio anche un numero di cellulare. Il tono cortese ed educato notato durante lo scambio di messaggi, l’aveva spinta a telefonarlo. La conversazione gradevole l’aveva molto impressionata, così dopo qualche telefonata ha deciso di incontrarlo.

Il luogo dell’appuntamento è stato scelto dalla signora, la quale per un eccesso di cautela decide di conoscerlo in un luogo della città molto rinomato e affollato in tutte le ore. Lui da bravo gentiluomo le offre il caffè e seduti intorno a un tavolo del bar, tra un via vai di persone, racconta di sé alla donna la quale lo ascolta con molto interesse. Narra una storia affascinante e verosimile. Le dice di provenire da una famiglia benestante e agiata, di essere figlio di un senatore, racconta le sue avventure a tratti spericolate che vive attraverso il suo prestigioso lavoro, le dice di essere un pilota d’aereo sempre in giro per il mondo. Una realtà credibile agli occhi della signora, così, insieme decidono di rivedersi. In un secondo incontro, preceduto da diverse telefonate, il viveur le confessa che si sente solo e che vorrebbe accanto a sé una donna che colmasse quel vuoto che prova dentro: in lei aveva visto la persona giusta con la quale condividere il suo percorso di vita.

La signora inizia a credere che potrebbe essere l’uomo giusto con il quale intraprendere una relazione sentimentale, si sente attratta sempre di più da questa persona gentile nei modi e anche di bell’aspetto. La vittima decide di accettare la sua corte e in un successivo incontro in una stanza d’albergo vivono il loro primo momento di passione.

Dopo qualche giorno di silenzio il viveur la telefona, scusandosi dell’assenza, raccontandole che si trovava all’estero e che la cercava perché aveva bisogno di aiuto, per una serie di difficoltà non riusciva ad accedere al suo conto bancario e le mandava un messaggio con un codice per una richiesta di un prestito da accreditare su una carta di PostePay. Non era una cifra molto alta, lei pensò che infondo fare coppia è anche questo, aiutarsi nelle difficoltà. La cifra non superava i mille euro, lei aveva qualche soldo messo da parte, risparmi accumulati da un lavoro a mezza giornata e precario. Le cure mediche per le quali aveva risparmiato potevano anche aspettare. Così fa l’accredito. Dopo pochissimo tempo chiede altri soldi con la stessa modalità e lei è di nuovo disponibile, ma questa volta precisa che deve renderglieli al più presto perché servono per le sue cure dentistiche, ma lui la rassicura, anzi le promette che parlerà con un suo amico che ha la possibilità di farla entrare come dipendente dello stato. Le dice che il suo amico, dirigente delle Poste Italiane, avrebbe avuto la possibilità di farla lavorare in un ufficio postale con un contratto a tempo indeterminato, ma per quel posto vuole 7.000 euro. La signora risponde che lei tutti quei soldi non li ha e che vuole guadagnare onestamente e non comprare un posto di lavoro.

Dopo diversi giorni non vedendosi restituire la somma e rendendosi conto che i suoi risparmi sono stati tutti donati a lui per i suoi bisogni lo cerca e gli dice che lei ha origini umili e un lavoro precario e di quei soldi ne ha davvero bisogno. Da quel momento i loro appuntamenti venivano sempre spostati con le giustificazioni più disparate, dalla cattiva salute a improvvisi viaggi di lavoro. Intanto si era avvicinata la data di partenza per un viaggio insieme, al momento dell’appuntamento il viveur telefona dicendole che non poteva partire perché era stato ricoverato d’urgenza in Ospedale in una situazione di gravità. La signora disperata si dirige verso l’ospedale che lui ha menzionato, ma, arrivata nella struttura ospedaliera, nessuno conosce quest’uomo. Chiede aiuto alla reception, ma nessuno era ricoverato con quel nome, addirittura non esisteva neppure il reparto. Incredula e spaesata lì per lì non riesce a capire e si confida con suo parente il quale comincia a indagare e da quel momento verrà fuori tutta la verità, il falso nome, il finto lavoro, l’infondata storia familiare. Ma soprattutto le numerose truffe di vario tipo che aveva messo in atto negli anni. A quel punto arrabbiata e delusa, la donna, truffata e sedotta, vergognandosi della sua ingenuità, la donna ha sporto denuncia e si è rivolta al centro antiviolenza di Cosenza.

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