Cosenza Saxophone Meeting: dal 3 al 7 novembre il Conservatorio “Giacomantonio” celebra il sax

  • Postato il 1 novembre 2025
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Cosenza Saxophone Meeting: dal 3 al 7 novembre il Conservatorio “Giacomantonio” celebra il sax

Cosenza Saxophone Meeting: dal 3 al 7 novembre il Conservatorio Giacomantonio si accende di musica tra lezioni, prove, workshop e concerti. I dettagli del progetto nell’intervista a Marina Notaro, docente e coordinatrice artistica del Meeting.


Dopo un anno accademico ricco di progetti, il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza diretto dal maestro Francesco Perri si prepara a scrivere un nuovo, luminoso capitolo: il Cosenza Saxophone Meeting 2025. Un evento che promette di travolgere la città con la sua forza cosmopolita e la potenza espressiva della musica. Dal 3 al 7 novembre 2025, le sale del Conservatorio diventeranno il cuore pulsante di un progetto dal respiro europeo, inserito nel Blended Intensive Programme Erasmus e realizzato in collaborazione con due istituzioni internazionali: il Conservatoire Royal de Liège (Belgio) e il Conservatorium Maastricht (Paesi Bassi). Una settimana ricca di incontri. Protagonista assoluto: il saxofono, strumento duttile e magnetico, ponte tra culture, voce che parla con tutte le lingue del mondo. In questo fervente laboratorio internazionale, studenti e docenti provenienti da Spagna, Belgio, Olanda e Italia condivideranno non solo un’esperienza accademica di altissimo livello, ma anche un percorso profondamente umano. Le giornate saranno scandite da lezioni, prove, workshop, e le sere si accenderanno di concerti. Per scoprire più da vicino i dettagli e la visione del progetto, abbiamo intervistato Marina Notaro, docente e coordinatrice artistica del Meeting.

Professoressa Marina Notaro, come nasce l’idea del Cosenza Saxophone Meeting e quale visione artistica e formativa c’è dietro questa iniziativa?

«Il Cosenza Saxophone Meeting nasce dal desiderio di creare uno spazio di incontro e condivisione tra studenti, docenti e artisti europei, con il sax come filo conduttore. Volevamo un evento che fosse al tempo stesso un’esperienza formativa e umana, un luogo in cui la musica diventasse linguaggio di dialogo e crescita reciproca. La visione è quella di un laboratorio aperto, dove giovani musicisti possano confrontarsi, sperimentare e sentirsi parte di una rete più ampia. È anche un modo per valorizzare il ruolo del Conservatorio di Cosenza come ponte tra tradizione e innovazione, tra territorio ed Europa».

Quest’anno partecipano istituzioni prestigiose come il Conservatoire Royal de Liège e il Conservatorium Maastricht. Come si è sviluppata la collaborazione con questi partner europei?

«Ci conoscevamo già tutti, sia come colleghi che come musicisti attivi nel panorama internazionale. La stima reciproca e l’amicizia professionale sono state la base da cui è nato tutto. I social hanno avuto un ruolo importante, perché oggi permettono di mantenere un contatto diretto e immediato, anche a distanza, e di far nascere nuove idee in modo semplice e naturale. Da lì è scaturita la volontà comune di dare vita a un progetto condiviso, che unisse le nostre esperienze e visioni artistiche in un’unica grande rete europea dedicata al saxofono».

Il Meeting è inserito all’interno del Blended Intensive Programme Erasmus: quanto è stato importante questo contesto europeo per la progettazione e la realizzazione dell’evento?

«Il contesto Erasmus è stato determinante. Grazie al Blended Intensive Programme, abbiamo potuto costruire un progetto realmente europeo insieme al Conservatoire Royal de Liège e al Conservatorium Maastricht, unendo competenze, esperienze e visioni artistiche diverse. È un’occasione di formazione inclusiva, perché consente agli studenti di vivere un’esperienza internazionale direttamente nel proprio Conservatorio, a costo zero. Ma soprattutto, rappresenta l’essenza dello spirito Erasmus: collaborazione, apertura e scambio culturale, valori che questo Meeting traduce in musica».

Cosa significa, per gli studenti di Cosenza, poter lavorare fianco a fianco con docenti e colleghi provenienti da Belgio, Olanda e Spagna?

«Per i nostri studenti è un’occasione preziosa di crescita e confronto. Lavorare fianco a fianco con docenti e colleghi provenienti da diversi Paesi significa aprirsi a nuovi stimoli, idee e concezioni musicali, conoscere altri modi di intendere la musica e di viverla. Per molti ragazzi è anche un’esperienza che accende motivazione e curiosità, rafforza legami di amicizia e crea una rete di relazioni che spesso continua ben oltre l’evento».

Il Cosenza Saxophone Meeting coinvolge anche le classi di Canto, Percussioni, Esercitazioni Orchestrali e Pianoforte. Come è stato costruito questo dialogo tra discipline diverse?

«Ho sempre ritenuto fondamentale l’aspetto interdisciplinare, perché la musica vive di connessioni: tra strumenti, linguaggi, persone. Lavorare insieme ad altri dipartimenti arricchisce non solo il risultato artistico, ma anche la crescita umana e professionale degli studenti. Ogni concerto è diverso dall’altro. Dal repertorio classico alle sonorità contemporanee, fino ai dialoghi tra strumenti e voci, l’obiettivo è far emergere le infinite possibilità timbriche ed espressive di questo strumento».

L’evento non è solo un’occasione artistica ma anche un modo per valorizzare il patrimonio culturale e sociale di Cosenza. Come si inserisce il Meeting nel progetto più ampio del Conservatorio e nella vita culturale della città?

«Assolutamente sì, il Cosenza Saxophone Meeting è anche un modo concreto per valorizzare il territorio e il suo patrimonio culturale. Per la realizzazione dell’evento sono state coinvolte diverse aziende locali. Inoltre, abbiamo organizzato cinque concerti in location diverse della città, dal Conservatorio di Portapiana all’Auditorium Guarasci, fino all’Oratorio di San Domenico, dove al termine dei concerti è prevista anche una visita guidata al complesso monumentale. Credo che non ci possa essere occasione migliore per far conoscere Cosenza e le sue bellezze, unendo musica, cultura e patrimonio in un’unica esperienza condivisa. Il Meeting, in questo senso, si inserisce nella visione del Conservatorio: essere un motore culturale attivo, capace di dialogare con la città e di aprirsi al mondo».

Il concerto d’apertura prevede la prima esecuzione di un brano ispirato alle melodie popolari cosentine: quanto è importante mantenere un legame con le radici e le tradizioni locali?

«Credo sia fondamentale. Quando si suona, non si trasmettono solo note, ma emozioni, identità e la propria individualità. Per questo il legame con la tradizione è così importante: rappresenta il punto di partenza da cui nasce ogni forma di espressione autentica. Il brano in programma, composto dal pianista e compositore emiliano-romagnolo Ludovico Buonamano, è ispirato proprio alle melodie popolari cosentine e rappresenta un ponte tra passato e presente. L’esecuzione sarà accompagnata da un video inedito con riprese originali della città di Cosenza, realizzato da Marco Greco. È un vero e proprio “welcome to Cosenza e Calabria”: un omaggio al territorio e alle sue bellezze, che unisce musica, immagini e identità locale in un unico grande racconto».

Cosa si augura che i giovani musicisti possano portare con sé da questa esperienza?

«Mi auguro che restino curiosità, motivazione e nuovi stimoli. E poi ci sono le amicizie vere, quelle che nascono in contesti come questo. Desidero anche ringraziare di cuore la Direzione del Conservatorio di Cosenza, il prof. Emanuele Cardi, coordinatore delle Relazioni Internazionali, e tutto il personale dell’Ufficio Erasmus, dell’Ufficio Acquisti e dell’Ufficio Produzione. Senza il loro lavoro e la loro passione, un progetto di questa portata non sarebbe stato possibile».

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