Così si può riformare il sistema previdenziale. Scrive Ghilarducci

  • Postato il 19 novembre 2025
  • Economia
  • Di Formiche
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Questa postfazione, che ho scelto di dedicare con piacere a Damiano, condensa decenni di riflessioni economiche e le più recenti evidenze globali in chiari princìpi per la costruzione di sistemi di assicurazione sociale equi e sostenibili.

La teoria del ciclo vitale di Modigliani dimostra perché gli individui non possano autoassicurarsi contro rischi quali longevità, disabilità o dipendenza: solo un’assicurazione collettiva, sostenuta dallo Stato, può svolgere efficacemente questa funzione.

L’indagine comparativa, a livello globale, mette in luce i compromessi tra sistemi a ripartizione, a prestazioni definite e a contribuzione definita, ma anche i pericoli di una brusca privatizzazione. Da questo quadro emergono alcune lezioni fondamentali: la fiducia e la trasparenza sono imprescindibili; il finanziamento ibrido è superiore agli approcci estremi; l’equità intergenerazionale deve rimanere centrale.

Le politiche di ridimensionamento che spingono verso la privatizzazione e il rinvio dell’età pensionabile minano, dunque, la sicurezza e ampliano le disuguaglianze.

[…]

L’assicurazione sociale non è carità. Non è nemmeno redistribuzione. È assicurazione nel senso più stretto del termine: diffusione dei rischi su un’intera popolazione e tra generazioni. L’assicurazione sociale definisce una società: stabilire chi ne fa parte e chi ne resta escluso equivale a interrogarsi sui princìpi costitutivi della cittadinanza e dello Stato.

Molti tra i più importanti economisti hanno ripreso, sviluppato e perfezionato nel tempo la teoria di Modigliani, estendendone i princìpi. Peter Diamond, Robert Merton, Nicholas Barr – tutti, in sostanza – si sono mossi all’interno dello stesso impianto concettuale, con grande attenzione ai dettagli istituzionali.

[…]

(Modigliani n.d.r.) riteneva che il solo PAYGO (sistema a ripartizione) gravasse eccessivamente sui lavoratori giovani nell’ambito di un possibile cambio demografico.

I sistemi totalmente a capitalizzazione, d’altra parte, malgrado quanto sottolineato da Perrons in riferimento alla tenuta dei fondi nel mentre di due importanti crisi (quella del 2011 e quella pandemica del Covid-19), restano comunque soggetti anche solo a una marginale vulnerabilità ai crolli di mercato e agli sprechi amministrativi. La soluzione ottimale potrebbe essere un sistema ibrido: una parte a ripartizione, una parte a capitalizzazione, una parte redistributiva.

Perché finanziare in anticipo? In teoria, il prefinanziamento aumenta il risparmio nazionale, che a sua volta stimola investimenti e crescita. Modigliani talvolta enfatizzava eccessivamente questo legame. Già Keynes (1936) aveva avvertito che più risparmio non significa necessariamente più investimenti. Tuttavia, il finanziamento può attenuare le pressioni sul PAYGO e creare una fonte di entrate diversificata (Ghilarducci & Manickam, 2023).

I sistemi migliori utilizzano il finanziamento come integrazione, non come sostituzione. PAYGO pubblico per stabilità e universalità; conti a capitalizzazione per redditi aggiuntivi da capitale; redistribuzione per la protezione dalla povertà.

Nessun modello funziona da solo.

Il contesto globale del sistema pensionistico presenta una notevole complessità in continua evoluzione difficile da ricondurre ad un modello unico. I Paesi sperimentano con strati, pilastri e livelli ma, alla fine dei conti, determinati assetti tornano a ripetersi.

[…]

Un’altra tendenza che si è fatta largo è il cosiddetto “consenso a lavorare più a lungo”, dove più che consenso andrebbe definita come una velata imposizione da parte del decisore politico. I decisori politici osservano maniacalmente quella che è l’aspettativa di vita giungendo a una prevedibile quanto discutibile conclusione: se le persone vivono più a lungo, dovrebbero lavorare più a lungo.

Sulla carta sembra equo. Nella pratica è un fattore regressivo.

Gli anni di buona salute non aumentano automaticamente allo stesso ritmo della durata della vita. I lavoratori con redditi più alti vivono più a lungo e in condizioni migliori; quelli a basso reddito no. L’innalzamento dell’età pensionabile colpisce quindi più duramente i più vulnerabili. Ignora le differenze di classe in termini di mortalità e capacità lavorativa (Ghilarducci, 2021).

La chiave è l’equilibrio. Troppo PAYGO grava sulla demografia. Ma bisogna dire anche che troppa capitalizzazione espone inevitabilmente i lavoratori ai mercati (salvo nel caso – come affermato in questo volume – lo Stato garantisca comunque copertura intervenendo con le proprie risorse).

[…]

Il rimando alle intuizioni teoriche di Modigliani, degli sviluppi di Diamond e Barr e delle lezioni comparative dell’indice Mercer e del Critical Survey rende una verità ineludibile: la sicurezza previdenziale non può essere lasciata al caso o ai mercati. È un contratto sociale, una promessa intergenerazionale, un pilastro della democrazia. Qualsiasi altra soluzione mette a rischio non solo la dignità degli anziani, ma anche la legittimità stessa del sistema.

La presentazione del volume si svolgerà giovedì 27 novembre 2025 alle 15.00 presso la Camera dei Deputati, su iniziativa dell’on. Vito De Palma

Autore
Formiche

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