Costa degli Dei: un paradiso minacciato dalle condotte abusive
- Postato il 22 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Costa degli Dei: un paradiso minacciato dalle condotte abusive
La “rivoluzione” dei droni Sar che monitora le coste calabresi: emerge come la Costa degli Dei sia minacciata dalle condotte abusive
LA Calabria è da tempo al centro di un dibattito cruciale sulle condizioni del suo mare. Con l’arrivo dell’estate, la preoccupazione per le condizioni di tutto il tratto di costa è stata palpabile. Nonostante la bellezza cristallina di molte spiagge, come quelle di Tropea e Capo Vaticano – che nel 2024 hanno contribuito all’ottenimento di ben 19 Bandiere Blu per la regione – nelle ultime settimane più volte sono emerse delle criticità. Il report di Goletta Verde di Legambiente per il 2024 ha rivelato che quasi il 60% dei campioni prelevati lungo le coste calabresi risultava oltre i limiti di legge, classificando la Calabria come la terza regione italiana con il mare più inquinato nel 2023 a causa di illeciti ambientali.
Un esempio lampante nelle ultime settimane, oltre alla particolare attenzione rivolta alla foce dell’Angitola e da quanto giunge dal Golfo di Sant’Eufemia, è l’allarme lanciato per il tratto costiero nei pressi della foce del fiume Murria a Briatico, dove scarichi fognari illeciti hanno reso necessarie ordinanze di divieto di balneazione; una situazione che ha destato immediato allarme anche a Pizzo, le cui acque sono direttamente interessate dalle correnti che attraversano questo tratto di costa. A Tropea stessa, nonostante i riconoscimenti, persistono problemi dovuti a depuratori sottodimensionati e alla mancanza di collegamenti fognari. Questa situazione non è solo un danno ambientale, ma un serio colpo all’immagine e all’economia di una regione che vive di turismo e, per località come la cittadina napitina, una minaccia diretta al bene più prezioso. La necessità di strumenti innovativi per individuare e combattere queste pratiche illecite è diventata impellente.
DRONI SAR CONTRO I “CRIMINALI” DELL’AMBIENTE
Di fronte a questa emergenza, la Regione Calabria ha deciso di scendere in campo con un alleato tecnologico di ultima generazione: i droni equipaggiati con sonde Sar (Synthetic Aperture Radar). Il presidente Roberto Occhiuto ha annunciato i primi, significativi risultati, definendo «criminali» coloro che inquinano il mare e ribadendo la determinazione della Calabria a reagire.
Grazie a questa tecnologia innovativa, sono state individuate ben sette potenziali anomalie nel golfo di Lamezia Terme, tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia. Si tratta di tracce radar di possibili condotte abusive che sfociano direttamente in mare. Un dato che tocca da vicino anche il litorale di Pizzo, la località che più di tutte puntualmente subisce le criticità derivanti da più fronti. La cittadina napitina si affaccia proprio su quel golfo di Lamezia Terme oggi sotto la lente d’ingrandimento della Regione, rappresentando un primo, cruciale passo per la bonifica che si attende da tempo.
COME FUNZIONA E IL PANORAMA NAZIONALE ED EUROPEO
I droni dotati di radar Sar rappresentano una vera rivoluzione nel monitoraggio ambientale. Questa tecnologia consente una scansione precisa del sottosuolo, penetrando fino a 40 metri di profondità. L’innovazione risiede nell’utilizzo combinato di diverse bande radar, in grado di distinguere le condizioni di umidità e di mappare condotte e tubature irregolari, individuando rapidamente anche piccole perdite. I vantaggi sono molteplici: permette una copertura rapida di vaste aree, è una soluzione non invasiva che riduce costi e tempi di intervento, e aumenta la sicurezza degli operatori. La tecnologia SAR offre inoltre la possibilità di programmare controlli periodici, favorendo un monitoraggio sistematico. La speranza è che questo monitoraggio diventi una costante per tutto il litorale. Oltre al radar, questi droni possono integrare fotocamere ad alta risoluzione, termografia e Lidar per un’analisi ancora più dettagliata.
A livello nazionale ed europeo, sono numerosi i finanziamenti dedicati alla bonifica delle acque. Il Pnrr sta finanziando importanti opere per le infrastrutture idriche e progetti europei come Hatch puntano a rendere disponibili dati aperti sul mare, a dimostrazione di un impegno congiunto per la protezione delle acque. Le applicazioni dei droni avanzati non si limitano agli scarichi. Possono essere impiegati per rilevare perdite nelle reti idriche sotterranee – un problema che in Italia causa una dispersione del 42,4% nel 2022 – ma anche per il monitoraggio delle emissioni da discariche e per il controllo della qualità dell’aria. Sono inoltre strumenti cruciali per le operazioni di ricerca e salvataggio (Sar), per la gestione delle emergenze ambientali e per la sorveglianza costiera.
L’introduzione dei droni Sar in Calabria segna un passo fondamentale nella lotta all’inquinamento marino. È un segnale forte che la regione è determinata a proteggere le sue coste. La speranza è che questo “occhio” tecnologico possa finalmente fare la differenza, tutelando non solo un patrimonio regionale, ma il blu cristallino che bagna l’intera Costa degli Dei, con l’indotto che ne rappresenta da sempre il principale sostentamento.
Il Quotidiano del Sud.
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