Covid, aspettiamo ancora le scuse delle «virostar»

  • Postato il 2 luglio 2025
  • Di Panorama
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In questi giorni ho letto il libro che l’ingegner Giorgio Buonanno ha dedicato agli errori compiuti dall’Oms, dal governo e pure dagli scienziati, durante la pandemia di Covid. Il silenzio dei negazionisti si apre con una prefazione di Luca Ricolfi, già autore de La notte delle ninfee (sottotitolo: Come si malgoverna un’epidemia). Il professore, che da anni smonta i luoghi comuni, spiega come, invece di ascoltare i suggerimenti di chi contro il virus insisteva per introdurre meccanismi di ventilazione nei luoghi pubblici, le autorità politiche e sanitarie si siano incaponite su lockdown e vaccini, senza considerare altro. Un esperimento condotto nella Regione Marche, per esempio, avrebbe consentito di scoprire che la sola introduzione della ventilazione era in grado di abbattere il contagio di circa l’80 per cento, ossia più di quanto fosse in grado di fare il siero.

Il libro però non si limita a segnalare la miopia della classe politica all’epoca al governo, ma dedica un capitolo alla (dis)informazione durante la pandemia, riportando le frasi pronunciate in tv e consegnate alle pagine dei giornali dai cosiddetti esperti. Da Bassetti a Burioni, da Andreoni a Brusaferro: le virostar all’epoca sentenziavano senza appello una serie di affermazioni che di scientifico non avevano nulla, ma che pronunciate con tanta baldanza sui canali tv e accolte con venerazione da conduttori come Myrta Merlino e Fabio Fazio venivano scambiate per oro colato. Come dimenticare le uscite con cui il più arrogante tra i soloni spiegava con sicumera che se qualcuno in Italia avesse voluto contagiarsi con il Covid non avrebbe potuto farlo, perché in Italia il Covid non c’era? «Impossibile suicidarsi col coronavirus dice Burioni, sappiatelo», fu il commento della Merlino fra le risate del luminare. E i consigli da seguire per non infettarsi? Bisogna pulire tutto, disinfettarsi, anche le suole? «Il virus si può portare a casa con le scarpe?», chiedeva un adorante Fazio. «Eh certo, con le scarpe si può portare a casa una marea di virus», rispondeva Burioni. La gente dunque correva a comprare alcol per sanificare ogni cosa e guanti per proteggersi dal virus respiratorio. Beh, scrive Giorgio Buonanno, era tutta una bufala, «e purtroppo la cosa più grave è che la Scienza lo sapeva dall’inizio della pandemia».

Ce n’è anche per Ilaria Capua, Andrea Crisanti, Massimo Galli, Franco Locatelli, Antonella Viola, ovvero i più illuminati degli esperti che per mesi ci hanno accompagnato ogni sera in tv. La scienziata emigrata in America, per esempio, spiegava che l’infezione si trasmetteva attraverso il contatto ravvicinato, ma aggiungeva anche che i virus sono molto leggeri e dunque galleggiano nell’aria. «Però quello che bisogna mettere a fuoco è che per infettare una persona ci vuole un certo quantitativo di virus. Una persona non si infetta con una particella virale. È una moltitudine, una nuvola, una popolazione di virus che ci infetta». «Le risposte di Ilaria Capua erano completamente errate», spiega Buonanno, «e rivelavano una mancata conoscenza delle basi della fluido dinamica». Una posizione, quella della scienziata andata Oltreoceano, che l’ingegnere liquida definendola un’arrampicata sugli specchi. Da Pregliasco a Lopalco, da Remuzzi a Rezza, Buonanno passa in rassegna le certezze che ci venivano centellinate nei talk show, per concludere che durante la pandemia non siamo stati vittime solo del virus, ma anche della paura e dell’ignoranza. 

Ne ha anche per i giornalisti, in particolare cita Selvaggia Lucarelli e Corrado Formigli, che una sera si esibirono in una presa in giro dell’ipotesi di ventilare i luoghi pubblici. «Qual era la proposta di Giorgia Meloni?», dice Lucarelli, «e qui francamente viene proprio da ridere. Era un sistema di aerazione meccanica controllata che lei dice di aver riferito anche a Mario Draghi. Tu immaginati Giorgia Meloni e Mario Draghi che parlano di sistema di aerazione…». Formigli: «Una scena meravigliosa, no, Draghi impassibile con quel suo sguardo…» e giù risate dei due campioni di giornalismo. Certo, da chi si è bevuto la balla colossale dei vaccinati sicuri di non infettarsi e non infettare, che l’allora premier propinò in conferenza stampa, non ci si poteva aspettare di più. Però, ogni tanto, chiedere scusa non farebbe male.

Autore
Panorama

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