Crack a domicilio, è caccia a sette membri della banda: lunedì l’interrogatorio del tassista
- Postato il 11 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Cominciano domani davanti alla gip Nicoletta Guerrero gli interrogatori di garanzia degli spacciatori arrestati ieri nell’ambio dell’inchiesta della polizia locale per contrastare il traffico di cocaina e crack a Genova. Delle 20 misure cautelari disposte (di cui 17 in carcere), solo 13 sono state eseguite perché 7 indagati sono al momento introvabili, tra cui uno dei capi dell’organizzazione, quello che guidava l’auto e teneva il libro contabile dell’organizzazione.
L’uomo, 53 anni, aveva un regolare permesso di soggiorno con cui faceva avanti e indietro da Senegal: non è chiaro se sia tornato nel suo Paese d’origine o si nasconda in città. Alcuni degli arrestati erano già in carcere: due ad Alessandria, uno a Torino e uno a Pisa. Altri sono stati portati nel carcere di Marassi dove saranno interrogatori giovedì. Lunedì invece è stato fissato l’interrogatorio preventivo del tassista genovese di 46 anni, indagato perché accusato di aver accompagnato numerose volte gli spacciatori quando erano senz’auto.
Per lui l’arresto non è scattato a sorpresa come per gli altri perché la giudice non ha ritenuto ci fosse il pericolo di fuga, ma anche lui deve rispondere per diversi episodi di concorso nello spaccio di droga, anche se non gli viene contestata l’associazione per delinquere. Secondo quanto emerso dalle indagini della polizia locale il 46enne aveva una chat con uno degli spacciatori che avevano il compito di consegnare la droga in orari notturni, in cui sono stati ritrovati quasi quattromila messaggi (3908 per l’esattezza) in un anno, da inizio gennaio del 2022 a fine gennaio 2023.
Oltre che dalle chat il ruolo del tassista sarebbe confermato anche dai servizi di osservazioni svolti dagli agenti che hanno curato l’indagine. D’altronde un altro tassista, sentito come persona informata sui fatti, aveva raccontato agli investigatori che qualche volta, essendo anche un consumatore di droga, aveva accompagnato alcuni dei corrieri in tutta la città e anche fuori comune: corse molto remunerative perché erano ‘come back’, cioè di andata e ritorno, tutto a spese dell’acquirente della droga e pagate in contanti. Il testimone/tassista, insieme a molti altri tossicodipendenti individuati come clienti della banda, hanno avuto un ruolo importante nelle indagini.
La droga, come spiegato nell’articolo di ieri, arriva da un grossista albanese di Varazze. Le indagini hanno documentato gli scambi di denaro, con pagamenti di diverse migliaia di euro tramite il factotum del grossista, che tuttavia non sarebbe stato ancora identificato.