Cravuni

  • Postato il 29 ottobre 2025
  • Di Il Foglio
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Cravuni

Il nuovo romanzo di Orazio Labbate non è solo il primo capitolo di una trilogia noir, ma inaugura anche un progetto crossmediale intrigante. Nasce con questo libro la prima collana al contempo letteraria, cinematografica e videoludica: Grey Interzona, dell’editore Polidoro, pubblicherà libri pensati per essere trasformati in film e videogiochi.


Cravuni stesso funziona come un videogioco arcade su tre livelli: una missione di vendetta, che inizia sul confine tra Oklahoma e Louisiana, e trova compimento a Riesi, in Sicilia. Frank LaBella lavora come detective ad Afton, dove i suoi avi si sono trasferiti e dove la madre viene assassinata nel dragstore di famiglia. Indizi enigmatici conducono LaBella a ritornare nella Sicilia di suo nonno, in un’atmosfera sospesa in cui sente parlare di un tale Tony Lavuru, un boss mafioso inquietante con una strana dipendenza dai cereali Kellogg’s, capace di trattenere un’intera comunità sotto il proprio potere spirituale. Accompagnato da Cuncittina, la curatrice del museo delle cere di Riesi e figura mitica e violenta, LaBella discende nelle viscere della terra, in quelle miniere nella periferia del paese dove Lavuru ha il suo covo. E’ una discesa fisica, ma anche simbolica, rappresentando le interiora più recondite di una comunità pacificata solo dalla paura, e una discesa metafisica, in cui il crimine si impasta con la religione pagana, con ritualità spiritiche e figure oscure. Ma quella di LaBella è una discesa anche psicologica, tra sogni e ricordi da cui riemergono sofferenze sopite.


Mescolando italiano e siciliano, reale e onirico, terreno e mitologico, la scrittura di Labbate è esoterica. “Gli dèi sono diventati malattie. Attaccano secondo gli aspetti erratici di una malattia mentale”. Il lettore perde continuamente le coordinate senza mai uscire dalla narrazione ma, anzi, proprio perché intrappolato nelle sue spire evocative, senza mai riuscire a liberarsi dalle sensazioni che gli vengono gettate dentro, dalle immagini angoscianti che gli si parano davanti. 


I fruitori del crime, genere ormai abusato e già frusto, troveranno nel libro di Labbate un grado di coinvolgimento superiore e più profondo: quello dell’orrore metafisico, che alle spalle dell’iconografia religiosa erge le divinità della tragedia, più vive che mai nel muovere le mani armate di un mondo che si vorrebbe secolarizzato. Fino alla narrazione di uno scontro finale dai contorni epici, in cui il confronto fisico si carica di simbolismo e spiritualità.  

  

Cravuni
Orazio Labbate
Polidoro, 136 pp., 16 euro

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Autore
Il Foglio

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