Crisi Amt, Piciocchi: “Dalla giunta Salis scarsa lucidità e un errore dietro l’altro, persa la reputazione commerciale dell’azienda”

  • Postato il 2 novembre 2025
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  • Di Genova24
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Generico ottobre 2025

Genova. “Non ho motivo di dubitare che Silvia Salis voglia mantenere Amt pubblica e se non ci fosse questa continua manifestazione di dispresso per la minoranza potremmo confrontarci per assicurare questo obiettivo, ma vorrei capire l’orizzonte in cui si muovono i consulenti e temo che una gestione così scomposta della vicenda rischi di minare i presupposti dell’affidamento in house”. A parlare è Pietro Piciocchi, capogruppo di Vince Genova in consiglio comunale e fra le più forti voci dell’opposizione a Tursi sul tema trasporto pubblico (e non solo) anche in nome degli otto anni da vicesindaco, anche reggente, di Marco Bucci.

Piciocchi, insieme a Bucci, all’allora assessore Matteo Campora, e alla precedente governance di Amt, è stato uno dei teorici, prima, e degli attuatori, poi, della sperimentazione tariffaria di Amt lanciata nel novembre 2023 e che era basata su gratuità estese a fasce ampie della popolazione e ad agevolazioni. Una strategia che ha portato a un aumento degli utenti tra l’11% e il 40% a seconda del sistema di trasporto.

Negli stessi anni, però, la gestione dei bilanci di Amt – secondo quanto evidenziato dalla nuova amministrazione Salis – si sarebbe inceppata su appostamenti ottimisti e su previsioni ancora più ottimistiche fino ad arrivare, con l’approvazione ancora in stallo del bilancio 2024, a un buco tra i 70 e i 100 milioni di euro, un debito verso i creditori di 101 milioni e un deficit patrimoniale di circa 90 milioni. Sono le cifre della due diligence fatta realizzare da Amt alla società di consulenza PWHC.

Quindi il nuovo Comune a trazione campo largo ha fermato la sperimentazione tariffaria e, da oggi, applicato un nuovo schema. Inoltre ha avviato una procedura di composizione negoziata della crisi. Tutte mosse che Piciocchi critica fortemente.

Lei ha definito un grave errore ridimensionare la politica delle gratuità. Pensa che sarebbe stato possibile mantenere i mezzi gratis senza apportare ritocchi, per esempio introducendo criteri Isee o aumentando gli abbonamenti?
“Partiamo dalla premessa che non esiste alcuna evidenza che le nuove tariffe portino un maggiore gettito ad Amt. Non è stato condiviso alcuno studio e non si sa neppure da chi sia stato elaborato il piano e su quali basi. Io ritengo che avverrà l’esatto contrario perché aumentare di ben 100 euro l’abbonamento con una soglia Isee così modesta, solo 12 mila euro, genererà solo una diminuzione dei passeggeri, e soprattutto rischia di compromettere i consistenti finanziamenti strutturali che il ministero dell’Ambiente riconosce ai Comuni che adottano programmi di incentivo del trasporto pubblico. Quindi la mia risposta è affermativa, avrei certamente mantenuto e consolidato la precedente politica tariffaria”.

Dice che politica tariffaria delle gratuità incideva poco sui conti, ma né Amt né il Comune in questi due anni hanno mai fornito una cifra. Esistono stime che non sono state rese pubbliche o non esistono affatto?
“Lo confermo, i ricavi da traffico hanno un’incidenza marginale sul volume complessivo del bilancio aziendale. Invece si è raccontato alla città che da quando si sono introdotte le nuove tariffe la società ha registrato perdite mostruose perché bisognava dare addosso al centrodestra. È sempre stato tutto in chiaro nei bilanci e bastava leggerli. Parliamo di non più di 60 milioni di euro su 240 di entrate complessive. Nel 2023, prima dell’avvio della nostra politica tariffaria, i ricavi effettivi da traffico erano 57 milioni, al netto del bonus trasporti che ne valeva 5 e che era una tantum. Il 2024, con la nuova politica, ha chiuso con 55 milioni ricavi da traffico, quindi meno 2 milioni effettivi. Nel frattempo il ministero ha premiato le nostre gratuità con 12 milioni. Fate voi i conti”.

Nei bilanci di Amt la previsione sul 2024 era di 70 milioni, ed è questo uno degli elementi che hanno fatto saltare il banco. Ma l’altro grave errore, secondo lei, è l’approccio alla crisi economica di Amt dell’attuale giunta e del nuovo management. Come avrebbero potuto agire diversamente da come stanno facendo?
“La giunta, a mio avviso, continua a inanellare un errore dietro l’altro su questa vicenda e dimostra scarsa lucidità. Il primo grande errore è stato quello di usare il problema Amt come clava contro il centrodestra per dire noi siamo bravi e loro cattivi. Queste situazioni non sono mai bianco o nero e la crisi di Amiu nel 2017 non fu approcciata in questi termini. È stato poi un errore, in assenza di numeri chiari e definitivi, dichiarare pubblicamente uno stato di insolvenza dell’azienda che ha generato l’immediato ritiro di banche e fornitori. Questo ha compromesso la reputazione di Amt e la reputazione è tutto nel mondo commerciale. Ricordo che l’ultimo affidamento di banca Ifis risaliva a giugno: evidentemente c’era ancora una fiducia che è stata spazzata via in pochi attimi. Poi ci sono stati diversi errori.

Quali?
“È stato un errore, anziché fidarsi degli uffici che meglio di chiunque altro conoscevano la situazione, appaltare la gestione di tutto il dossier a consulenti esterni che, come posto in luce dal collegio sindacale, hanno affrontato la ricostruzione del bilancio sulla base di principi liquidatori. È stato un grave errore, prima dell’approvazione del bilancio, sostituire il consiglio di amministrazione, non ascoltando sul punto le organizzazioni sindacali che avevano auspicato continuità fino alla chiusura dell’esercizio. È stato un errore cambiare in corsa, prima della presentazione del piano di risanamento, una politica tariffaria, annunciandola in conferenza stampa prima che il Consiglio metropolitano, organo competente l’avesse approvata. E potrei continuare. Io ritengo che ci sarebbe stata la possibilità di chiudere il bilancio con una perdita decisamente più contenuta e lavorare sull’adeguamento dei finanziamenti. Per questo motivo avevamo stanziato nel bilancio del Comune 14 milioni di euro che la giunta ha ridotto a 7,8 nella variazione della scorsa settimana”.

Cosa pensa della decisione di procedere con la composizione negoziata della crisi?
“Su questo mi limito a osservare che il ricorso alla procedura è stato deciso direttamente dal consiglio di amministrazione senza il voto dell’assemblea dei soci. Parliamo di una società in house per la quale vige la regola del controllo analogo. Per me occorreva anche una discussione e un voto del consiglio comunale che ci è stato negato. È stato detto che c’erano i decreti ingiuntivi e non dubito che i fornitori abbiano deciso di tutelarsi dopo che erano state dette certe cose sull’azienda. Ma è anche vero che, stando a quanto in seguito emerso, non c’era alcun decreto ingiuntivo di Trenitalia e che con questa società ci sono partite di dare avere che l’amministrazione dovrebbe fare valere nell’interesse di Amt”.

Sul tema Amt, inizialmente, a fronte di un’attività politica di Vince Genova e Vince Liguria, le civiche legate a doppia corda alla precedente gestione del Comune, il resto del centrodestra si è mostrato piuttosto silenzioso. Che ne pensa?
“Tutta la nostra coalizione è stata compatta sulla valutazione della vicenda Amt. Lo hanno dimostrato i nostri consiglieri metropolitani nell’abbandonare la seduta davanti alla pretesa della sindaca di mettere tutti davanti al fatto compiuto. Ed è incredibile che abbia accusato di irresponsabilità gli stessi consiglieri solo perché sull’argomento delle tariffe hanno semplicemente rivendicato il fatto di non essere dei passacarte”.

Crede che sarebbe stato meglio approvare il bilancio 2024, a questo punto?
“Il ricorso alla procedura di composizione negoziata della crisi sposta i termini di approvazione del bilancio. Ma se andiamo alla sostanza, la mia preoccupazione è altissima. Ho la sensazione che sia stato innescato un processo irreversibile di dissolvimento dell’azienda in un contesto di generale sfiducia da parte di chi la dovrebbe supportare, banche in primis. Naturalmente spero di potermi ricredere quando, bontà loro, ci sarà data la possibilità di leggere il piano di risanamento”.

Crede a Salis quando dice che la volontà è mantenere Amt pubblica?
“Non ho alcun motivo per dubitare della buona fede della sindaca sul punto. Sono certo che voglia mantenere l’azienda pubblica e, se non ci fosse questa continua manifestazione di disprezzo verso la minoranza, sarebbe bello che tutti ci potessimo confrontare su come assicurare questo comune obiettivo. Vorrei capire invece quale sia l’orizzonte in cui si muovono i consulenti, sui quali ho minori certezze. Temo, comunque, che una gestione così scomposta della vicenda finisca per minare i presupposti dell’affidamento in house”.

Cosa pensa dell’ipotesi di un ingresso massiccio della Regione? Il governatore Bucci è possibilista. Forse i tecnici delle finanze regionali meno…
“È una prospettiva corretta: ma se dal medico porti un cadavere non c’è più niente da fare. I morti li ha fatti risuscitare solo Nostro Signore. Ecco perché, invece che nelle conferenze stampa, avrei profuso molte più energie in un dialogo costante con la Regione allo scopo di condividere numeri, margini di azione, obiettivi e tempi. Con cautela e sobrietà nelle comunicazioni esterne”.

Basteranno i due nuovi test su gratuità alla domenica, di notte, e gli abbonamenti ridotti per gli under 70 sotto i 12mila euro di Isee per consentire al Comune di provare ad accedere ai nuovi bandi del ministero?
“È evidente che se la gratuità diventa un simulacro i finanziamenti del ministero non potranno che essere drasticamente ridimensionati. E questo è un grande problema”.

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Genova24

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