Crisi auto, allarme Lombardia a Strasburgo: “Basta ideologia sull’elettrico”

  • Postato il 20 giugno 2025
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“Questa transizione rischia di diventare il più grande suicidio industriale della storia”. Non le manda di certo a dire Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico della Lombardia, durante una serie di incontri a Strasburgo. Il nemico? Le politiche europee sull’automotive, considerate troppo sbilanciate sull’elettrico e pericolosamente miopi.

Secondo l’assessore, non si tratta solo di una divergenza politica, ma di una scarsa capacità strategica che rischia di travolgere l’intero tessuto industriale europeo. “Stiamo bruciando decenni di know-how e posti di lavoro per inseguire una transizione che non tiene conto della realtà produttiva, ha aggiunto. “E chi paga il prezzo di tutto questo? Le imprese, i lavoratori, i territori”.

Un grido d’allarme nel silenzio

Guidesi ha messo sul tavolo numeri, nomi e dossier. Durante le plenarie dell’Automotive Regions Alliance – di cui è presidente – e nei bilaterali con Francia e Baviera, ha ribadito: “Siamo stati i primi a lanciare un grido d’allarme nel silenzio più assordante. Abbiamo prodotto documenti scientifici, costruito alleanze. Ora serve un cambio di rotta”.

Il comparto auto è in ginocchio: il 75% della capacità produttiva europea è ferma, e mezzo milione di posti di lavoro rischia di sparire. Solo in Lombardia, 30.000 aziende e 100.000 lavoratori sono in bilico. E il trend è chiaro: rispetto al 2019, nel 2024 l’output dello Stivale è crollato del 20%, con punte del 30% nel settore componenti. “Non è più un’ipotesi, è un conto alla rovescia già iniziato”, ha sottolineato. “E chi fa finta di niente si assume una responsabilità storica“.

Guidesi spinge per un principio chiave: la neutralità tecnologica . “È ora che anche la Commissione Europea faccia propria la neutralità tecnologica e riconosca la pluralità di trazione come base della transizione”. Perché l’elettrico da solo – secondo lui – non reggerà il peso di una filiera che per decenni ha garantito innovazione e occupazione.

Per sostanziare l’offensiva politica, la Lombardia ha consegnato due documenti strategici al commissario europeo ai Trasporti. Il primo è la Dichiarazione di Monza, firmata da tutte le regioni dell’ARA. Il secondo è il Manifesto dei Carburanti Rinnovabili, che chiede esplicitamente “una pluralità di soluzioni a basse emissioni, non solo l’elettrico. Non ci stiamo a vedere morire un’intera filiera. La Commissione deve cambiare passo. Ora”. Non è un segreto che il Governo promuova i biocarburanti.

La richiesta delle regioni

Durante la plenaria, le regioni hanno chiesto ufficialmente di essere incluse nella stesura del nuovo piano d’azione europeo per l’automotive. “Oggi registriamo con favore l’unità delle regioni sulla neutralità tecnologica”, ha detto Guidesi, “ma non basta. Chiediamo il massimo coinvolgimento dei territori: senza di noi, le regole non funzionano”.

Per l’assessore lombardo la posta in gioco è altissima. E pretende risposte: “Il tempo è finito. Senza interventi immediati, perderemo competenze, imprese, interi distretti. La transizione deve essere reale, non ideologica. Visione, pragmatismo e rispetto costituiscono gli ingredienti chiave.

Il tono è da ultima chiamata. Le parole sono taglienti. Il messaggio, inequivocabile: o si cambia linea, o si va a sbattere. E l’Italia, con la Lombardia in prima linea, non ha intenzione di restare in silenzio. “Continueremo a lottare per salvare aziende e posti di lavoro. Noi ci siamo. L’Europa?”.

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