Crisi idrica, da metà novembre restrizioni notturne in undici comuni

  • Postato il 1 novembre 2025
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Crisi idrica, da metà novembre restrizioni notturne in undici comuni

Crisi idrica, torna l’incubo dei rubinetti a secco da metà novembre restrizioni notturne in undici comuni nell’Alto Bradano, Vulture Melfese e materano.


La crisi idrica presenta il conto ai lucani: l’acqua non c’è e i rubinetti tornano a secco in Basilicata, dove sospensioni temporanee e notturne dell’erogazione idrica potrebbero rendersi necessarie «già nei prossimi giorni» per undici comuni. Da metà novembre a fare i conti con le limitazioni saranno Matera, Melfi, Venosa, Atella, Barile, Filiano, Lavello, Montescaglioso, Palazzo San Gervasio, Rapolla e Rionero in Vulture. Una situazione il cui punto di caduta è difficile stabilire perché l’unica certezza è che la disponibilità d’acqua non migliorerà a breve: le dighe lucane non sono mai state così vuote, le sorgenti hanno un gettito dimezzato ed anche le regioni vicine hanno sete. Uno scacco matto. Persino le sorgenti campane di Caposele e Cassano Irpino, strategiche per il Vulture e l’Alto Bradano, sono in grande sofferenza.

CRISI IDRICA, ACQUEDOTTO LUCANO AI SINDACI: MISURE PREVENTIVE IN VISTA DA NOVEMBRE

Le misure «che potranno essere adottate – si legge nella comunicazione di Acquedotto Lucano agli undici sindaci – avranno anche carattere preventivo, qualora il trend negativo delle condizioni meteorologiche dovesse perdurare. La necessità di interruzioni programmate si inserisce in una situazione di criticità che interessa tutto il territorio regionale».

LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI VENOSA

Il sindaco di Venosa, Franco Mollica, spiega a L’Altravoce-Quotidiano di Basilicata che «avevamo già ricevuto una riduzione di pressione, infatti l’acqua è erogata sui nostri impianti con sessanta litri al secondo in meno. L’anno scorso non siamo stati interessati dalla sospensione perché facciamo parte del bacino del Sele, che quest’anno però è in sofferenza: se non dovesse arrivare la pioggia a soccorrerci potremmo avere sospensioni prima notturne e poi diurne. Ho invitato i cittadini a fare un uso parco dell’acqua».

Le riduzioni dei volumi disponibili per 60 litri al secondo a cui fa riferimento il sindaco Mollica «si sono rese indispensabili già dal 20 ottobre, distribuite nelle aree del Vulture-Melfese e dell’Alto Bradano, di Matera e di Montescaglioso», secondo la comunicazione di Acquedotto Lucano. Considerando la società che gestisce il servizio idrico integrato non dispone della possibilità di attingere «da ulteriori risorse locali in queste zone, la riduzione delle portate disponibili comporterà, già nei prossimi giorni, la necessità di procedere a sospensioni temporanee».

LA POSIZIONE DEL PD: RITARDI NEGLI INVESTIMENTI E GOVERNANCE

Il capogruppo del Pd in Regione, Piero Lacorazza, guarda alla Puglia e segnala la frase «da brivido, con evidenti impatti anche sulla Basilicata» riportata sul sito di Aquedotto Pugliese: «Se le condizioni non cambieranno, l’acqua basterà solo fino a gennaio 2026». Per Lacorazza «tocca anche al Governo Bardi fare i compiti a casa, per i ritardi che abbiamo spesso denunciato e dimostrato in termini di investimenti, uniti a una totale rinuncia, dopo roboanti annunci, a una riforma della governance. I cambiamenti climatici, che ci sono con complessi impatti ed evidenze – conclude Lacorazza – rischiano di diventare a volte un alibi e altre un pantano. Se il clima cambia sul tema della gestione della risorsa idrica può rimanere tutto uguale a decenni fa? O, in assenza di idee, si alimenta un pantano di immobilismo e di inefficacia delle politiche?».

GIOVANI AGRICOLTORI: “SERVE UN COMMISSARIO STRAORDINARIO”

Il tema ha coinvolto anche il Gruppo Giovani Agricoltori Lucani, per cui «gli invasi continuano a calare, i dati confermano una situazione critica e, dopo mesi di riunioni, comunicati e tavoli annunciati, molte aziende agricole non hanno ancora certezze. Per questo lo diciamo senza giri di parole: serve un commissario straordinario. Una figura tecnica, indipendente e operativa, che gestisca l’emergenza, pianifichi e si assuma la responsabilità delle scelte. Perché questa non è solo una crisi idrica: è una crisi di governance».

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