Crisi Inter, perché il crollo nella corsa scudetto non sorprende
- Postato il 27 aprile 2025
- Di Panorama
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Le modalità del crollo possono sorprendere, perché l’Inter di Simone Inzaghi non era più abituata a perdere tre partite di fila senza riuscire a segnare. Punto. Tutto il resto fa parte di quanto poteva succedere in una stagione fin qui eccellente, ma allo stesso tempo anomala, dei nerazzurri che si sono condannati a inseguire il Triplete pur sapendo di viaggiare sul filo rischiando gli Zero Tituli.
Un confine che l’Inter ha superato nelle due settimane più difficili, quelle che osservando il calendario si sapeva da mesi sarebbero state decisive e alle quali sarebbe stato opportuno arrivare con un vantaggio consistente sul Napoli. Il ritorno con il Bayern Monaco di Champions League, la trasferta terribile a Bologna e poi il derby di Coppa Italia con a chiudere lo sforzo la sfida con la Roma in battuta da 17 gare di Claudio Ranieri: cosa sorprende nella frenata dei nerazzurri?
Aldilà delle modalità, nulla. È la ragione per cui in un’analisi seria e non condizionata dal racconto di Antonio Conte, almeno dal mese di dicembre il Napoli è fortemente indiziato di essere padrone del proprio destino in campionato. Troppa differenza di impegni, fatiche, emozioni: la squadra di Simone Inzaghi sta pagando il conto tutto insieme e il piano inclinato su cui scivola assomiglia a una rottura prolungata che può segnare negativamente il finale di stagione.
L’Inter è stanca fisicamente e nella testa, ha alcuni dei suoi uomini più importanti che non riposano mai e che stanno sopperendo agli infortuni degli altri e alle carenze delle riserve: non è vero che i grandi club hanno rose in cui tutti sono intercambiabili, ma è indiscutibile che alcuni dei rincalzi di Simone Inzaghi stiano fallendo, costringendo gli altri a un super lavoro che alla fine pesa.
La sfida di San Siro contro la Roma ha ricordato il secondo tempo nel derby, simile agli ultimi 20 minuti di Bologna e ai finali col fiatone contro Udinese, Parma e Cagliari. Se c’è un momento da identificare come quello in cui l’Inter ha lasciato buona parte dello scudetto è proprio la trasferta in casa del Parma, il doppio vantaggio dilapidato nel secondo tempo e con esso un tesoretto di due punti che oggi sarebbe servito per ammortizzare anche dal punto di vista psicologico la settimana terribile.
Molti dei big sono sembrati sfiduciati, prosciugati dalla serata di Champions League contro il Bayern Monaco: quasi un fuori giri dal quale i nerazzurri non si sono ripresi. Immaginare che qualcosa possa cambiare nell’arco di poche ore, volando a Barcellona o ospitando poi i catalani (in mezzo c’è il Verona) è difficile, ma fa parte anche del bagaglio delle grandi squadre. La proprietà e la dirigenza hanno stretto attorno al Tecnico un cordone sanitario necessario perché le critiche, nel caso probabile di mancanza di trofei a fine anno, saranno corrosive e colpiranno Inzaghi nel suo puntodebole.
La verità, invece, è che la stagione è stata eccellente e il percorso non può essere cancellato da un finale di fatica e sconfitte. Nemmeno in campionato, dove questa stagione ha rappresentato un’anomalia avendo al via una squadra molto forte (il Napoli) con un vantaggio enorme nel non fare le coppe europee. Uno scenario che potrebbe ripetersi anche in futuro, visto che i calendari delle grandi non saranno certamente alleggeriti e chi dovesse trovarsi fuori per un anno avrà una spinta importante per puntare all’obiettivo più desiderato.
L’unica parziale consolazione è il ritorno di alcune pedine centrali come Dumfries e, quando sarà possibile, Thuram. La speranza di Inzaghi è che non sia troppo tardi, la certezza è che il vuoto d’aria di questa fine d’aprile sorprende solo che aveva creduto alla favoletta che tutti i calendari fossero uguali.
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