Crisi Napoli, tre domande ad Antonio Conte 

  • Postato il 9 novembre 2025
  • Di Panorama
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Il Napoli cade ancora, la terza volta in campionato e la quinta complessiva dall’inizio della stagione. Un ritmo preoccupante per una squadra che l’anno scorso aveva piegato la testa solo quattro volte e che è entrata nel torneo post scudetto rinforzata da un mercato importante, più qualitativa e più profonda nelle scelte concesse ad Antonio Conte.

Il tecnico del tricolore dopo la caduta di Bologna ha alzato i toni. Apparentemente la sua è stata un’autocritica – in sintesi ha spiegato di non essere stato bravo fin qui a lavorare con il gruppo – ma nei fatti è sembrato l’ennesimo attacco alla squadra. Che, secondo Conte, non gioca con cuore e intensità e nella quale ci sono calciatori impegnati a fare il compitino e non a ragionare di gruppo.

Parole che suonano come macigni e che evocano ancora una volta questioni extra campo. Conte ha anche spiegato di aver parlato con il club per avvertirlo, non è dato sapere con quale risposta visto che De Laurentiis è ligio alla consegna del silenzio sulle questioni tecniche e il ds Manna un paio di ore prima del crack aveva ripetuto la cosa del “vogliamo dare fastidio e Conte è un vincente”.

Napoli cosa non va? Tre domande ad Antonio Conte

In realtà sarebbe più interessante avere chiarimenti di campo e tecnici che competono prima di tutto all’allenatore. Come è possibile che la produzione offensiva sia svanita dalla sfida con l’Inter in poi? Perché una parte del mercato estivo  (ad esempio, Beukema e Lang) è ridotto a comparsa? Qual era l’idea di calcio firmata dallo stesso Conte, che ha con forza più volte rivendicato la paternità di tutte le scelte fatte in estate?

Perché con grande onestà va detto che gli infortuni gravi di Lukaku e De Bruyne spiegano qualcosa ma non possono giustificare tutto. E se è follia sostenere che la perdita del centrocampista ex City sia stata un vantaggio, è utile ricordare come anche con lui in campo le prestazioni fossero arruffate, piatte e spesso premiate oltre misura dai risultati. 

La sosta sarà certamente utile a fare chiarezza. La sensazione è che il Napoli giochi da squadra depressa a immagine e somiglianza del suo tecnico, impegnato da luglio a sottolineare problemi, rischi e criticità dimenticandosi l’enorme potenziale avuto a disposizione. I sintomi del male erano già visibili a ottobre. Aver discusso di calendari, arbitri, Marotta, avversari esterni immaginari e via discorrendo ha avuto solo l’effetto di nascondere la polvere sotto il tappeto.

Autore
Panorama

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