Crotone, tentato omicidio del poliziotto Sortino: i Chimirri chiedono di patteggiare

  • Postato il 6 maggio 2025
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Crotone, tentato omicidio del poliziotto Sortino: i Chimirri chiedono di patteggiare

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Per il tentato omicidio del poliziotto Sortino i quattro componenti della famiglia Chimirri chiedono di patteggiare davanti al gup di Crotone. La richiesta avanzata dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio la scarcerazione


CROTONE – Hanno chiesto di patteggiare la pena i quattro imputati del tentato omicidio del vice ispettore della polizia di Stato Giuseppe Sortino, che lo scorso 7 ottobre uccise il pizzaiolo e tiktoker Francesco Chimirri come «estremo atto di autodifesa», almeno questa è la tesi della Procura, mentre subiva una violenta aggressione nel quartiere Lampanaro. Si tratta del figlio della vittima, Domenico Chimirri, di 19 anni, del padre della vittima, Domenico Chimirri, di 70 anni, e dei fratelli della vittima, Antonio (42) e Mario (47). La richiesta è stata avanzata dai difensori, gli avvocati Andrea Filici e Tiziano Saporito, nel corso dell’udienza preliminare che si sta celebrando davanti alla gup Assunta Palumbo.

Una richiesta che giunge poche ore dopo il verdetto della Corte di Cassazione. I supremi giudici hanno annullato con rinvio la decisione del Tribunale del riesame di Catanzaro che, riqualificando in lesioni gravissime il reato di tentato omicidio per quanto riguarda la fase precedente allo sparo, aveva concesso gli arresti domiciliari ai quattro.

La Cassazione ha accolto, infatti, la richiesta del pm Alessandro Rho che continua a contestare il tentato omicidio al giovane Chimirri, a suo nonno e allo zio Antonio. Ma l’accusa di tentato omicidio, anche sotto il prme liofilo cautelare, continua a reggere per Domenico Chimirri classe 2006 e suo zio Antonio in relazione al secondo capo d’imputazione.

Nel corso dell’udienza preliminare, la difesa ha anche avanzato un’eccezione sulla costituzione di parte civile del Comune di Crotone, trattandosi di un fatto di criminalità comune e non organizzata. Eccezioni difensive anche sulla costituzione del ministero dell’Interno. Nessuna eccezione sulla costituzione di Sortino. Sulle questioni difensive e la richiesta di patteggiamento la giudice deciderà la prossima settimana.

LEGITTIMA DIFESA

Domani inizia l’udienza camerale sulla richiesta di archiviazione per il poliziotto alla quale si sono opposti i difensori della famiglia Chimirri. La difesa ha annunciato la richiesta di ricusazione della gip Elisa Marchetto che aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei quattro. Le accuse per i Chimirri sono di tentato omicidio e lesioni gravissime. Accuse aggravate dal fatto che Sortino era un pubblico ufficiale intento a un controllo di polizia in seguito alla “scriteriata condotta di guida” tenuta dalla vittima.

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CROTONE, TENTATO OMICIDIO POLIZIOTTO SORTINO, L’ANTEFATTO CHE VEDE COINVOLTI I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA CHIMIRRI

Come si ricorderà, la vicenda scaturisce dalle manovre pericolose lungo la strada statale 106 notate dal poliziotto che, residente in Sicilia, stava rientrando a Crotone per prendere servizio in Questura. A bordo della sua auto Peugeot “208”, il poliziotto viene sorpassato nel suo tragitto dalla Dacia “Duster” di Francesco Chimirri, che viaggia col figlio. È lunedì, e la sua avviata pizzeria a Isola Capo Rizzuto, dove la vittima risiedeva con moglie e quattro figli, è chiusa. L’uomo è diretto nel quartiere Lampanaro di Crotone dove vivono il padre e i fratelli.

Chimirri, procedendo a zig-zag ad alta velocità, urta contro due vetture, tra cui la Citroen “Xara Picasso” di Bruno Luchetta (che sarà poi denunciato per favoreggiamento per dichiarazioni ritenute mendaci). La Dacia prosegue senza fermarsi dopo essersi inserita tra due veicoli e provocando la rottura di tre specchietti che cadono in frammenti sulla strada. Il poliziotto decide di pedinare l’auto di Chimirri fino a Lampanaro.

Luchetta non compare nella richiesta di rinvio a giudizio per i Chimirri. Per lui e per un’altra persona accusata di favoreggiamento la Procura procede separatamente. Nei giorni scorsi, Luchetta, che dopo l’avviso di conclusione delle indagini aveva chiesto di essere interrogato, è stato sentito a lungo dai carabinieri, alla presenza del suo difensore, l’avvocato Aldo Truncè. Il legale, all’esito dell’interrogatorio, durante il quale sono stati visionati dei video che documentano la scena, ha avanzato una richiesta di archiviazione.

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