Curtomartino: la nuova eleganza della Puglia firmata Pasquale Gentile
- Postato il 11 agosto 2025
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- Di Forbes Italia
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Nel cuore dell’Alta Murgia, là dove le rocce calcaree affiorano tra i filari e il vento scolpisce le colline di Acquaviva delle Fonti, sorge Curtomartino: un progetto vitivinicolo che sta rivoluzionando la narrazione del vino pugliese. Alla guida, Pasquale Gentile, imprenditore attento, curioso e instancabile, che ha deciso di restituire un’identità nuova e contemporanea alla sua terra, partendo dalla denominazione Gioia del Colle Doc.
Il nome “Curtomartino” affonda le radici in una contrada storica, ma guarda avanti con spirito pionieristico. Il contesto è quello del Geoparco Unesco dell’Alta Murgia, un territorio unico per biodiversità e stratificazione geologica, dove le vigne si trovano fino a 450 metri di altitudine, su terrazzamenti naturali esposti a forti escursioni termiche e ventilazione costante. Qui, la presenza di falde sotterranee permette alle viti – spesso ad alberello, e talvolta centenarie – di sopravvivere anche nelle annate più siccitose.
Sostenibilità, innovazione e profondità espressiva
Pasquale Gentile ha scelto di investire in maniera decisa in sostenibilità e innovazione, dotando la cantina di presse pneumatiche, una cella frigo, sistemi di vinificazione a basse temperature e impianti fotovoltaici. Una scelta etica e tecnica, che si traduce in uno stile di vinificazione rispettoso della materia prima e dell’identità del luogo.
A interpretare enologicamente questa visione è Marco Mascellani, professionista dal profilo tecnico e sensibile, capace di coniugare rigore e creatività. Con lui, i vini Curtomartino acquisiscono una fisionomia netta: freschezza, precisione, leggerezza strutturale, ma senza rinunciare alla profondità espressiva. È anche grazie alla mano di Mascellani che Curtomartino si è affermato come esempio virtuoso della nuova Puglia del vino: meno alcol, più tensione, meno concentrazione, più leggibilità.
Selce: il bianco che sorprende
Selce è il bianco simbolo di Curtomartino, nato da un blend raffinato di varietà autoctone come Fiano pugliese, Bombino Bianco e Malvasia Bianca. Il nome evoca i suoli ricchi di scheletro e minerali silicei, che contribuiscono alla verticalità del sorso. Al naso emergono fiori bianchi, scorze di agrumi, tocchi di macchia mediterranea. In bocca, l’acidità vibrante guida un sorso agile e sapido, con un finale asciutto, quasi talcato. È un bianco contemporaneo nel vero senso del termine: territoriale ma moderno, generoso nei profumi ma pulito e diretto nella beva.
Venduto in fascia 15–20 euro, Selce si rivolge a chi cerca qualità e autenticità, lontano dagli stereotipi dei bianchi del Sud sovramaturi o piacioni. È la prova concreta che la Puglia può produrre grandi bianchi da altitudine, con acidità naturali, pH sotto controllo, e un carattere tutto da scoprire.
Terracava: il rosso elegante che non ti aspetti
Se Selce è l’anima bianca, Terracava è il cuore rosso di Curtomartino. Un Primitivo in purezza, figlio dei suoli profondi e calcarei della zona, che prende le distanze da molte delle interpretazioni eccessivamente estrattive e alcoliche del vitigno. Terracava nasce con un obiettivo chiaro: dimostrare che anche il Primitivo può essere fine, elegante, scattante, se coltivato e vinificato con misura. Al naso offre note di prugna matura, ciliegia, spezie dolci e balsamiche, ma è il sorso a stupire: succoso, dinamico, dai tannini setosi e ben integrati. L’acidità non è sacrificata ma bilanciata, a conferma di un lavoro meticoloso in vigna e di raccolte attente al momento esatto di maturazione – sfida complessa, vista l’estrema eterogeneità dei grappoli di Primitivo, che vanno da verde a surmaturo nello stesso tralcio.
Il vino si posiziona sul mercato tra i 25 e i 30 euro, proponendosi come un rosso da intenditori, potente ma non pesante, ideale per chi desidera un rosso pugliese di taglio internazionale, senza perdere l’anima autoctona.
Un’estetica del vino e della terra
Curtomartino è anche esperienza culturale. Ogni due mesi, la cantina ospita una mostra personale di un artista contemporaneo, trasformando l’ambiente di degustazione in uno spazio estetico, dove vino, paesaggio e arte dialogano in modo inedito. È una forma di enoturismo colto, che rafforza il valore simbolico del vino come espressione culturale integrata nel territorio.
Curtomartino è molto più di un’azienda: è un manifesto di rinascita identitaria. È la dimostrazione che anche nel profondo Sud si può puntare su altitudine, finezza, terroir, senza cedere a mode o compromessi.
L’articolo Curtomartino: la nuova eleganza della Puglia firmata Pasquale Gentile è tratto da Forbes Italia.