Da Alexa a Siri: il consumo del controllo vocale domestico, ti manda sul lastrico

  • Postato il 9 agosto 2025
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Quanto consumano davvero i dispositivi vocali domestici come Alexa o Siri? Non tutti sono a conoscenza dei reali costi.

Il controllo vocale domestico, grazie ad assistenti come Alexa, Siri e altri, ha profondamente trasformato il modo in cui interagiamo con gli elettrodomestici di casa.

Con un semplice comando vocale è possibile accendere le luci, regolare il termostato o avviare il condizionatore, portando comodità e innovazione. Tuttavia, dietro questa facilità d’uso si cela un aspetto spesso trascurato: il consumo energetico e l’impatto ambientale associati a questi dispositivi sempre attivi.

Consumo energetico dei dispositivi vocali domestici

I dispositivi per il controllo vocale devono rimanere costantemente accesi per essere pronti a rispondere in ogni momento. Ciò significa che sono permanentemente connessi alla rete elettrica e, nella maggior parte dei casi, anche a Internet. Questo determina un consumo energetico che, seppur modesto per singolo apparecchio, assume dimensioni rilevanti quando si considerano tutti i dispositivi presenti in un’abitazione. Secondo uno studio del Natural Resources Defence Council (NRDC) statunitense, un hub vocale domestico consuma mediamente:

  • 2-3 watt in modalità stand-by, ossia in attesa di un comando;
  • 7-10 watt durante l’uso attivo, come quando si eseguono richieste vocali o si ascolta musica.

In termini di consumo giornaliero, i dispositivi restano in stand-by per circa 22 ore e attivi per 2 ore, con un fabbisogno energetico compreso tra 0,06 e 0,09 kWh al giorno, ovvero tra 1,8 e 2,7 kWh al mese. Questo si traduce in un consumo annuo di circa 21-32 kWh per dispositivo. Tenendo conto del costo medio dell’energia elettrica in Italia, pari a circa 30 centesimi di euro per kWh sul mercato libero, la spesa annuale per un singolo dispositivo si attesta tra i 6 e i 12 euro. Pur essendo una cifra contenuta, il quadro cambia quando si considerano più apparecchi in casa.

In molte abitazioni italiane, non è raro trovare più dispositivi con controllo vocale: smart speaker, televisori, lampadine intelligenti, termostati, condizionatori e altri elettrodomestici. Se si ipotizza una media di cinque dispositivi per abitazione, il consumo energetico complessivo può variare dai 105 ai 160 kWh annui, con una spesa energetica che può raggiungere dai 30 ai 60 euro all’anno. Questa cifra, moltiplicata per diverse famiglie, assume un peso rilevante anche a  livello nazionale. Gli stessi dati NRDC indicano che, negli Stati Uniti, l’energia consumata dagli apparecchi vocali in stand-by può arrivare a 19 miliardi di kWh l’anno, un dato significativo se si considera che la maggior parte del tempo questi dispositivi resta in attesa di comandi.

Alexa
Da Alexa a Siri, quanto consumano questi dispositivi in casa – Blitzquotidiano.it

L’energia consumata dai dispositivi vocali non è l’unica fonte di emissioni. Per funzionare, gli assistenti vocali necessitano di infrastrutture cloud e datacenter dove vengono elaborati i comandi degli utenti. Ogni singola richiesta genera un consumo energetico lato server che varia tra 0,0003 e 0,0005 kWh. Considerando una media di 10 richieste giornaliere per dispositivo e cinque dispositivi per casa, in Italia si stima un consumo aggiuntivo tra 14,3 e 23,4 GWh l’anno solo per l’elaborazione dati. Il mix energetico italiano del 2024, composto per il 51,83% da fonti rinnovabili e per il restante da gas naturale, carbone e altre fonti, determina che una singola abitazione con cinque dispositivi vocali può generare tra 26 e 40 chilogrammi di CO2 equivalente all’anno.

Estendendo questa stima al 10% delle 26 milioni di famiglie italiane, si arriva a emissioni complessive tra 68.250 e 104.000 tonnellate di CO2 equivalenti annuali, una quantità paragonabile a quella prodotta da una cittadina di medie dimensioni. Anche le emissioni derivanti dai datacenter sono significative: con i consumi sopra indicati, si producono tra 7.150 e 11.700 tonnellate di CO2 equivalenti ogni anno, a meno che queste strutture non siano alimentate esclusivamente da energia rinnovabile.

Il risultato è un impatto ambientale considerevole, tanto più rilevante se si pensa che molte delle funzioni offerte dagli assistenti vocali sono comodità più che necessità: accendere una luce o regolare un elettrodomestico può essere fatto anche manualmente, riducendo così consumi e emissioni. L’analisi evidenzia come l’adozione massiccia di dispositivi di controllo vocale domestico, pur apportando indubbi vantaggi in termini di praticità, comporti un aumento significativo dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti. Questo pone interrogativi importanti sull’effettiva sostenibilità di queste tecnologie, soprattutto in assenza di un utilizzo consapevole e di una transizione energetica basata su fonti rinnovabili.

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Blitz

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