Da Firenze a Nicotera per uccidere, resta in carcere il 24enne Riccardo Proto
- Postato il 19 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Da Firenze a Nicotera per uccidere, resta in carcere il 24enne Riccardo Proto
Resta in carcere il 24enne Riccardo Proto accusato del tentato omicidio di un informatore scientifico a Nicotera al centro del crimine l’acquisto all’asta di alcune proprietà di famiglia
NICOTERA – È entrato nel bar, con una ferita alla mano che grondava sangue. Ha chiesto di essere medicato. Quindi ha fumato una sigaretta e quando ha udito le sirene si è inginocchiato sul pavimento, mani dietro la nuca, cappello in testa, attendendo l’arrivo dei militari che lo avrebbero arrestato per il tentato omicidio dell’informatore scientifico Antonio Nazzareno Sergi, 60 anni, avvenuto pochi minuti nella farmacia della moglie Cinzia Maratozzo.
Come in una scena da film, Riccardo Proto, 24enne nicoterese ma residente con la famiglia a Firenze, si è consegnato ai militari dell’Arma che si erano subito messi sulle sue tracce dopo l’episodio consumatosi mercoledì scorso nel retro dell’attività commerciale. Il professionista 60enne è vivo per miracolo nonostante le plurime coltellate ricevute da parte del giovane, soprattutto alla gola, ed è adesso fuori pericolo.
La vendetta l’aveva maturata circa due anni fa ma solo adesso aveva avuto il coraggio di metterla in atto. Il 16 luglio scorso è quindi partito in treno dal capoluogo toscano per compiere quello che lui identificava come un atto di giustizia verso la propria famiglia, contro quella persona che da “tre anni e mezzo a questa parte si era reso responsabile di una speculazione edilizia in danno di mio padre, riguardo un’abitazione di nostra proprietà, a Nicotera, che mio padre voleva ricomprare e di cui lui stava aumentando sistematicamente il prezzo”.
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IL MOVENTE DEL TENTATO OMICIDIO
Il gip Rossella Maiorana ha convalidato il provvedimento in carcere a carico dell’indagato Riccardo Proto, difeso dall’avvocato Francesco Capria, che tuttavia si è dimostrato collaborativo confermando anche il movente che gli ha armato la mano quel giorno a Nicotera e che avevamo scritto in anteprima: il livore per l’acquisto, all’asta, ad opera della parte offesa, sia della farmacia (nel 2011) appartenuta ai suoi genitori che dei locali attigui, e il diniego dei primi a vendergli una parte di questi ultimi.
Atteggiamento che avrebbe spinto sia il 24enne – che soffrirebbe di disturbi psichiatrici e sarebbe dedito oltretutto ad assunzione di stupefacenti – che il padre a minacciare Sergi. Come riferisce in sede di interrogatorio quando racconta di essere stato fermato da papà del giovane, circa tre anni fa, che per persuaderlo ad accettare le sue richieste gli puntò una pistola semiatomatica. “Mi disse che mi avrebbe ucciso se non gli avessi ceduto la proprietà dell’abitazione, tanto non aveva nulla da perdere. In quell’occasione anche Riccardo mi minacciò, dicendo che se il papà non avesse finito il lavoro, lo avrebbe fatto lui”.
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LA VITTIMA RACCONTA L’AGGRESSIONE
Sergi ascoltato dai carabinieri ha confermato quanto era già emerso in sede di interrogatori da parte sia dei testimoni che dello stesso indagato: “Mentre ero seduto alla scrivania del retrobottega, alla postazione PC, ho notato l’ingresso di una persona, che parlando con il dott. Galasso, chiedeva insistentemente di parlare con me, ma questi gli aveva risposto che ero impegnato”.
Il giovane in prima battuta era quindi tornato nella zona aperta al pubblico, ma trascorso qualche istante, ha fatto irruzione nel retro sferrando fendenti a ripetizione con uno dei due coltelli che aveva con sé: “Sono stato aggredito e colpito da una coltellata al collo – racconta ancora la vittima – alla quale ne sono seguite una seconda e una terza. Istintivamente ho reagito, mettendomi a urlare e cercando di affrontare l’aggressore, che era armato. Ciò nonostante, mi ha colpito ancora, attingendomi ripetutamente, tanto da farmi perdere i sensi ma nonostante questo, percepivo del trambusto e poi l’uomo allontanarsi dopo l’intervento di mia moglie e del dott. Galasso, attirati dalle mie grida. Dopo ricordo solo i soccorsi, l’arrivo dei sanitari e dei Carabinieri, con il mio successivo trasporto in eliambulanza presso il pronto soccorso dell’ospedale di Catanzaro”.
NICOTERA, RESTA IN CARCERE PROTO: IL RACCONTO DELL’INDAGATO
Riccardo Proto racconta di essere partito in treno da Firenze e di essere sceso alla stazione di Gioia Tauro intorno alle 18, quindi circa 40 minuti prima del tentativo omicidiario, per poi prendere la coincidenza per Nicotera: “Entro in paese con in mente già di accoltellare Tonino Sergi”, dirà agli investigatori salvo poi modificare versione in sede di interrogatorio davanti al gip: “Volevo fargli una proposta di acquisto dell’immobile”.
Una volta giunto in città si è incamminato verso la farmacia chiedendo insistentemente di parlare prima con Tonino (Sergi) e poi con la moglie. Alla richiesta di attendere ha dato seguito solo per qualche secondo: è infatti entrato nel retrobottega: “Estratto uno dei due coltelli (uno da 16 cm, utilizzato, e un secondo da 24) che avevo in tasca ed avevo portato con me, colpivo Sergi alla gola e poi lo continuato ad attingerlo con altre coltellate, non ricordo quante, poi gli avvenimenti sono confusi. Ho smesso di colpirlo quando la moglie Cinzia è sopraggiunta”.
Il resto è solo confusione, quindi la fuga al bar, la medicazione alla mano e l’accensione di una sigaretta fino all’arrivo, circa 5 minuti dopo, dei carabinieri: “Quando ho udito le sirene mi sono messo le mani in testa in attesa che arrivassero”.
Il Quotidiano del Sud.
Da Firenze a Nicotera per uccidere, resta in carcere il 24enne Riccardo Proto