Da "invasione di campo della Corte" a "nessuno scontro". Com'è cambiata la linea del centrodestra sul Ponte
- Postato il 30 ottobre 2025
- Di Il Foglio
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                                                                            Da "invasione di campo della Corte" a "nessuno scontro". Com'è cambiata la linea del centrodestra sul Ponte
Subito dopo la pronuncia della Corte dei conti di ieri sera contro il Ponte sullo stretto, dal centrodestra sono partiti gli attacchi contro i giudici che sono proseguiti fino al vertice d'emergenza sulla questione convocato d'urgenza questa mattina a Palazzo Chigi. Era stata proprio Giorgia Meloni a dare il via alle danze nell'attacco ai giudici contabili parlando di "ennesimo atto di invasione della giurisdizione" e "capziosità" della decisione. Dopo il vertice, invece, la decisione della maggioranza è stata affidata una nota sorbia e stringata che spiega come il governo attenderà "la pubblicazione delle motivazioni della delibera" per "rispondere punto su punto". Insomma si va avanti, ma senza strappi. Cos'è successo?
Ieri, dopo neanche un'ora dalla notizia della bocciatura da parte della Corte dei conti, Meloni aveva affidato la sua rabbia a una nota durissima: "La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess è l'ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del governo e del parlamento", aveva scritto la premier. "Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l'adunanza di oggi; per avere un'idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l'avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l'esistenza dei computer". Non solo. A meno di 24 ore dall'approvazione definitiva della legge costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati Meloni aveva fatto una promessa che aveva quasi i toni della minaccia: "La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza".
La reazione durissima della presidente del Consiglio aveva convinto tutti che fosse il momento di sparare a zero su magistrati e "toghe politicizzate". Tutti, a partire dal diretto interessato, il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini che aveva parlato di "assurdità" e di "una figura da terzo mondo peril nostro paese". Poi aveva attaccato i giudici: "Quella giudiziaria è l'ultima casta rimasta in Italia che non vuole scollarsi dal suo potere. Ma noi risponderemo in tutti i modi consentiti dalle regole democratiche". E i toni del confronto si sono mantenuti altissimi anche nel corso della mattinata. Con l'Anm che replicava esprimendo la propria "piena solidarietà ai colleghi della Corte dei Conti ingiustamente attaccati da esponenti del governo per aver semplicemente svolto una funzione che la legge gli attribuisce a tutela della cittadinanza". Mentre per Forza Italia il sottosegretario al Mit Tullio Ferrante parlava di "un'ingerenza grave e indebita, che riflette la volontà di prevaricare scelte politiche spettanti solo al governo e al parlamentoUn'opposizione giudiziaria inammissibile in uno stato di diritto e che mina l'equilibrio tra poteri dello stato". Sulla stessa linea anche il vicepresidente della Camera forzista Giorgio Mulè: "I giudici contabili si sono 'allargati' a dismisura con una decisione che invade competenze di altri e soprattutto va contro l'interesse del Paese". Stessi toni anche da Fratelli d'Italia. Con il deputato e capo organizzazione del partito Giovanni Donzelli che sottolineave come: "Non ci sia alcun dubbio sul fatto che si tratti di un'invasione di campo chiara e spudorata".
Insomma, nella maggioraza il tenore dei commenti fino al termine del vertice d'emergenza a Chigi era asprissimo. Poi, dopo la riunione tra Meloni, Salvini, Tajani e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Giovan Battista Fazzolari e Alfredo Manovano i toni si sono improvvisamente abbassati. Non solo. A gettare acqua sul fuoco per primo è stato proprio Salvini: "Attendiamo con estrema tranquillità i rilievi della Corte dei conti a cui siamo convinti di poter rispondere punto su punto. Non "c'è nessuno scontro tra i poteri dello stato". Un concetto poi ribadito anche dalla nota diramata da Palazzo Chigi dove si legge: "All'esito della riunione si è convenuto di attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti. Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, il governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo. Rimane fermo l’obiettivo, pienamente condiviso dall’intero esecutivo, di procedere con la realizzazione dell’opera". Insomma la linea cambia. E con questa anche le dichiarazioni degli esponenti di maggioranza. Come ad esempio quella del capogruppo di FI alla Camera Paolo Barelli che, parlando con i cronisti vicino Montecitorio, ha detto che "la Corte dei conti ha fatto il suo lavoro. Ci saranno delle rettifiche se serviranno per chiarire i punti che la Corte ritiene vadano chiariti" o quelle di Mara Carfagna, segretaria di Noi moderati che, a margine della presentazione delle liste in vista delle elezioni Regionali in Campania, ha detto; "Il governo farà chiaramente le sue valutazioni. Sono sicura che il ministro Salvini e l'intero governo dimostreranno ai giudici, ma soprattutto al paese, la correttezza delle procedure e la validità del progetto che è stato presentato".
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