Da Musk a Rama, ma cosa gli fa la Meloni ai leader? Mentre la elogia, il Times nota che flirta un po’ troppo
- Postato il 22 maggio 2025
- Politica
- Di Blitz
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“Ma cosa gli faccio agli uomini?”. Giorgia Meloni sgrana gli occhioni di Betty Boop, sfodera il sorriso magico di Mandrake, infila un paio di battute fulminanti e, come d’incanto, le tristi grisaglie prendono vita, maschi abituati a dure leadership si inteneriscono. Si scherza, fino a certo punto. Il prestigioso Times di Londra ci fa un pezzo (Mad about Meloni, Tutti pazzi per Meloni) che nei circoli dove ancora arde una fiamma hanno già attaccato su tutte le bacheche disponibili.
“Stop flirting with Giorgia Meloni!”
Tom Kington, il brillante editorialista del Times, mette in guardia: “Stop flirting with Giorgia Meloni! She’s a serious leader”. Insomma, prendetela sul serio, è una leader coi fiocchi. O forse mette le mani avanti, dio ne scampi che qualcuno non vi veda un qualche sussiego di certo patriarcale.

Perché in effetti, intanto sciorina un catalogo di conquiste. “Mi sei mancato” aveva detto Meloni a JD Vance che ormai a Roma è un habitué. Cosa ne ricava Kington? “Il flirt della 48enne era semplicemente tattile e simpatico, oppure si rende conto che ridere alle battute fatte da uomini potenti può farti ottenere l’accordo commerciale che desideri?”.
Precedenti illustri: Margaret Thatcher
Ah, allora è lei che flirta? Farà piacere a Meloni apprendere che anche Margaret Thatcher, modello femminile insuperabile per i conservatori, smetteva l’armatura di Iron Lady per allegramente sfruttare le armi della seduzione con i leader mondiali.
No, non si parli di allusione sessista nemmeno per scherzo. Tanto più, che non pare vero ai giornalisti stranieri poter evocare ogni volta che possono il modo con cui Giorgia ha liquidato l’esuberante padre di sua figlia (magari solo per poter ripetere quel “posso toccarmi le palle mentre ti parlo?”, ma questa è una malizia sinistrorsa).
Il catalogo delle conquiste
Vediamolo questo catalogo di leader adoranti. Il più eclatante è il premier albanese Rama, in versione Morandi “in ginocchio da te”. Lo scambio di amorosi sensi con Musk (tanto che la madre ha dovuto precisare che il figlio era tornato a casa con lei). Non possono mancare i superlativi con cui la incensa Trump.
Le pazze risate con Milei. La confidenza esibita con l’ex premier britannico Suniak (ma sul più bello ha declinato l’abbraccio, forse presaga dell’imminente giubilazione). E del successore di Suniak, Keir Starmer, il giornalista nota una certa delusione perché, nota Kington, crede di essere la reincarnazione di Mark Darcy, il bello e impossibile di Orgoglio e Pregiudizio.
Femme fatale della Garbatella (Kington ha sentito il primo mentore della Meloni, Fabio Rampelli, che l’adocchiò a 15 anni e ne fece da subito una leaderina del Fronte della Gioventù) sembra una contraddizione in termini: ma sta forse qui il segreto del suo fascino ruspante (o per il fatto che la nonna, Zoe Incrocci, era la doppiatrice italiana di Marilyn Monroe?).
Fino a quando, però, un Berlusconi, che ne favorì l’irresistibile ascesa, non la fulminò col famoso biglietto in favor di telecamera dove a caratteri cubitali la definiva “paternalistica, autoritaria, arrogante, offensiva”, una con cui non si può andare d’accordo. Totalmente refrattario al suo fascino è il premier francese. C’entra di sicuro il misogallismo di certa destra, ma è un fatto che Macron le ha dato pubblicamente della bugiarda che diffonde fakenews. Altro che “cherchez la femme”.
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