“Da piccolo mi dicevano ‘non fare la ragazzina’ perché insicuro, da artista sono grato al mio lato femminile. La mia foto nudo? Provocazione libera”: così Trigno

  • Postato il 18 ottobre 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Trigno ha vinto nella Categoria Canto di “Amici 24” e ha pubblicato l’Ep “A un passo da me”, il nuovo brano “Ragazzina” fa da apripista al nuovo disco che è in lavorazione (“ci sto lavorando pezzo per pezzo”), l’attesa per i primi due concerti sold out è alta (il 20 novembre a Milano ai Magazzini Generali e il 26 novembre a Roma a Largo Venue) scalda i motori per il prossimo Sanremo 2026 e si racconta a FqMagazine.

Come mai nel brano citi proprio Adriano Celentano?
Celentano lo stimo molto, l’ho cantato anche ad Amici, mi sembrava fosse l’artista giusto da citare, perché ha lasciato un segno nel mondo della musica italiana controcorrente. Mentre tutti facevano una cosa, lui ribaltava tutto e ne faceva un’altra. Poi ha anche un significato che si riallaccia al senso del brano che grida libertà e Celentano era ed è un artista libero.

Perché ti definisci “un ragazzo di seconda mano”?
Sto vivendo una nuova relazione e mi sento un po’ un ragazzo di seconda mano, perché sento che sono già stato amato da qualcun altro, da altre persone e quindi mi sento come uno che ha già vissuto certe situazioni…

In che senso?
Quando ti fidanzi con una persona, vivi certe cose, poi inizia un’altra relazione vivi le stesse cose. Un po’ come dire ‘ho già vissuto queste cose qua, sono un ragazzo che ha già vissuto queste cose qua come la vita, la prima relazione, la seconda, la terza, poi magari c’è quella con cui ti sposi…’. Però non vuol dire non godersi la vita, in modo libero…

È l’invito alla coppia libera?
Ma no (ride, ndr).

Il brano parla anche dei conflitti con il padre, il riferimento è anche personale?
Questa ragazzina potrebbe essere me, tu, tutti quanti… Siamo stati la ragazzina, cioè la persona che vuole scoprire il mondo, vuole ribellarsi alla sua famiglia, vuole fare quel salto, staccarsi dal nido, un po’ andarsi a prendere la sua fetta nel mondo. A tutti è capitato.

Anche a te?
Siamo il frutto dei traumi dei nostri genitori e ad un certo punto bisogna fare pace con questi traumi e con i genitori. Sono stato un po’ turbolento in passato, ma ora ho ritrovato una lucina dentro di me.

Come l’hai trovata?
Da solo con l’aiuto di una psicologa. Mi sto accorgendo di tante cose. Bisogna fare pace con se stessi per fare pace con il mondo esterno. Quindi tutta per questa ribellione che racconto contro i genitori, contro il mondo, il fare i viaggi, piangere, sbagliare, in realtà è una ribellione contro se stessi contro i propri traumi, contro i propri sbagli e agli errori… Solo noi possiamo porvi rimedio.

Ti hanno mai accusato di essere una ragazzina?
Sì per sottolineare un comportamenti deboli, insicuro o sensibile. Ma io sono orgoglioso di avere una bella dose di lato femminile per il lavoro che faccio. Bisogna averlo. In casa mia non è mai stato un problema essere deboli e insicuri a casa mia. Ma spesso in alcune famiglie, nella nostra società, dire ad un bambino, ma anche a una bambina ‘dai non piangere non fare la ragazzina’ è sbagliato. In famiglia ho esempi di donne molto forti.

Quanto ti ha segnato la figura femminile forte?
Molto, guardando mia mamma, una professionista in un ambiente di lavoro prettamente maschile, che ha tirato fuori spesso gli artigli.

Il modello patriarcale è ancora presente nella nostra società?
Sì. C’è ancora un po’ di lavoro da fare, però la nuova direzione è positiva. Ma parlo soprattutto della Gen Z.

Il rapporto tra gli italiani e il sesso è risolto?
No per nulla. Ci sono ancora un sacco di tabù.

Te ne sei accorto quando hai postato le foto seminudo sui social?
Mi sono stupito più per il ‘caos’ che si è creato attorno ad una cosa che avevo fatto assolutamente senza malizia. Un polverone mediatico sollevato all’improvviso. In realtà non era nulla di che rispetto ai veri problemi che ci sono. Era una provocazione e chi doveva cascarci, c’è cascato (ride, ndr). Ma io lo capisco che ci debba essere un rigore, ci debbano essere dei valori e delle regole, perché se no non si viviamo in un’anarchia, non più una società. In questo caso era sono espressione di libertà.

Il giudizio del nudo vale in egual modo per donne e uomini?
Le donne vengono sessualizzate, gli uomini magari vengono sessualizzati un po’ meno, ma ci si indigna lo stesso con l’insulto.

A che punto sei col nuovo disco?
Ci sto lavorando pezzo per pezzo, non ho mai fatto un concept album. Le mie canzoni hanno più o meno lo stesso sfondo, gli stessi argomenti, quindi comunque nella mia scrittura c’è un filo conduttore e lo trovo sempre. Adesso sto tirando fuori pezzi di cui sono più sicuro e altri meno perché magari voglio sperimentare. Sto vagando nella musica.

Per i concerti invece ti stai preparando?
Manca un mesetto ma ci siamo, con la scaletta e con i musicisti. Mi sto preparando soprattutto vocalmente anche perché durerà un ‘ora e mezza. Però voglio portare sul palco un prodotto di qualità e professionale, quindi io in primis devo essere prontissimo, poi sicuramente avrò professionisti alle mie spalle che mi accompagnano e sarà bello vedermi non più da solo sul palco ma già con una struttura diversa… Sono curioso di rivedermi anche io su quel palco con i video che circoleranno al termine dello show.

Se entrerai nel cast di Sanremo 2026 poserai di nuovo nudo?
Ho due, tre idee da sottoporre alla mia manager!

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Il Fatto Quotidiano

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