Dai furti di farmaci al fentanyl, i Nas in trincea contro i nuovi rischi globali. Parla Gen. Covetti
- Postato il 8 luglio 2025
- Healthcare Policy
- Di Formiche
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Nati oltre mezzo secolo fa con l’obiettivo di vigilare su alimenti e bevande, i Nas – ufficialmente Comando Carabinieri per la Tutela della Salute – hanno oggi un ruolo ben più ampio, che abbraccia non solo la salute pubblica e la sicurezza sanitaria, ma anche il controllo del settore farmaceutico. Un’attività che richiede una stretta collaborazione internazionale, sempre più fondamentale in un’epoca in cui i confini sono facilmente superabili, soprattutto da chi adotta pratiche scorrette. Per capire meglio come operano i Carabinieri per la salute, abbiamo intervistato il generale Raffaele Covetti, comandante dei Nas.
Qual è la missione principale dei Nas oggi?
La missione vera, e quindi la ragion d’essere del Comando Carabinieri per la tutela della salute (Ccts), è la tutela della salute pubblica, intesa quale fondamentale diritto degli individui, come sancito dall’art. 32 della nostra Costituzione, unico ad essere definito tale dai nostri Padri costituenti. Nascono quindi con questo scopo? Sì, in particolare i Nas nascono nel 1962 per la vigilanza sull’igiene degli alimenti e delle bevande. Tuttavia, le nostre competenze sono state caratterizzate da una considerevole estensione, spesso conseguenti ad emergenze sanitarie di rilevanza globale. Oggi, in sostanza, siamo in grado di riunire le nostre attività in cinque macroaree operative.
Quali?
Innanzitutto la sicurezza alimentare, poi la sicurezza sanitaria, la sicurezza farmaceutica, la sicurezza veterinaria e infine quella dei prodotti commerciali.
Uno spettro piuttosto ampio…
Sì, ma seguendo le indicazioni del ministro della Salute, le nostre attività sono svolte secondo l’ormai consolidato approccio one health. Ne deriva che ciascuno dei compiti assegnati debba essere considerato strategico e fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
Con il suo insediamento, quali sono i dossier e gli strumenti prioritari da lei individuati per rafforzare l’azione dei Nas?
Al fine di garantire i massimi livelli di tutela della salute pubblica, ho inteso dare maggiore impulso e priorità a quelle problematiche che, contraddistinte da un precipuo quadro di tipizzazione dell’attività illecite che le caratterizzano, destano un maggiore allarme sociale.
Mi fa qualche esempio?
Certo, tra questi possiamo citare il fenomeno delle liste d’attesa, l’eccessivo ricorso all’impiego di medici gettonisti e della cosiddetta intramoenia. Ma abbiamo anche aumentato i controlli presso le strutture sanitarie in cui, troppo spesso, si verificano decessi dovuti ad una errata o mancata applicazione delle norme che tutelano i pazienti oppure nelle Rsa, dove di frequente emergono casi di maltrattamenti o di abbandono di soggetti in condizioni di minorata difesa. Ma non solo. Ci siamo concentrati anche sui casi di tossinfezione alimentare all’interno delle scuole o di altre comunità; sulle sofisticazioni degli oli extravergini d’oliva e dei vini; sui i furti di farmaci, anche salvavita, all’interno di aziende sanitarie e ospedaliere; sui fenomeni di doping connessi al traffico di anabolizzanti e sostanze stupefacenti, come le nuove sostanze psicoattive, il fentanyl e l’ossicodone.
E poi?
E poi sulla salute e sul benessere animale, con controlli sugli allevamenti, sui mangimi e sui prodotti animali, ma anche con azioni per arginare il diffondersi di malattie altamente contagiose fra gli animali, come la peste suina africana, la brucellosi e la blue tongue. E infine anche attività finalizzate a tutelare gli animali di affezione.
Quali sono, invece, le principali irregolarità che i Nas riscontrano nella filiera del farmaco?
I Nas eseguono ispezioni presso le aziende farmaceutiche e i produttori di materie prime, nonché attività di vigilanza dei depositari e dei distributori intermedi di farmaci. In questa fase, ad esempio, vengono riscontrate irregolarità nella presenza della dotazione minima di farmaci, nella gestione del sistema di qualità e nelle condizioni igieniche e procedurali. Abbiamo rilevato, inoltre, con una certa frequenza, il reato di illecita attività di distribuzione all’ingrosso esercitata dalle farmacie che, sebbene autorizzate anche alla distribuzione intermedia ai sensi della vigente normativa, acquistano farmaci tramite l’esercizio della farmacia per poi riversarli nel proprio grossista. Tale pratica configura un illecito penale, oltre a determinare una pericolosa inversione della corretta filiera farmaco che lascia spazi ad ingressi di farmaci contraffatti o a traffici illeciti. Ma non sempre le irregolarità sono riconducibili a forme di reato e ad attività criminali; talvolta la nostra attività sfocia in rilievi di carattere amministrativo.
Gli illeciti più gravi cosa riguardano?
Prevalentemente le incombenze relative alla gestione dei farmaci stupefacenti, ma attenzione viene posta anche al rispetto delle autorizzazioni amministrative, alla presenza di farmaci scaduti, al laboratorio galenico, se presente, alle ipotesi di truffa nei confronti del Servizio sanitario nazionale che, attraverso meccanismi amministrativi che coinvolgono le strutture sanitarie locali, rimborsano le farmacie dei farmaci erogati ai cittadini sul territorio. Vengono inoltre effettuate delle ispezioni virtuali ai siti web di vendita di farmaci, mentre destano particolare preoccupazione le vendite attraverso siti web non autorizzati, i cui server sono per lo più collocati all’estero, sia nel surface web che nel deep web.
Com’è cambiato negli anni il ruolo dei Nas alla luce delle nuove crisi globali, dalle pandemie alla carenza di farmaci?
Tutto quello che nel tempo altera gli equilibri sociali e si ripercuote sulla salute può purtroppo lasciare spazio a fenomeni criminali più o meno incisivi. Tutti i cambiamenti globali che ci hanno investito ci hanno in qualche modo costretti a svolgere il nostro lavoro in maniera diversa, poiché anche la criminalità “lavora” in funzione dei bisogni collettivi. Si sono così presentate nuove condotte criminali o nuovi aspetti di fenomeni già conosciuti.
Tipo?
Ad esempio, il Covid-19 ci ha costretti a spostare maggiore attenzione verso il mondo virtuale, al fine di monitorare gli ingressi illeciti di quei farmaci che erano posti in sperimentazione o venivano proclamati da sedicenti specialisti come miracolosi. Nel solo 2020, nell’ambito dell’operazione internazionale Shield IV condotta da Europol, sono stati oscurati 112 siti web riferiti a medicinali correlati al Covid-19.
E per quanto riguarda la carenza di farmaci, invece, cosa può dirmi?
Ormai diffusa in tutta Europa, la carenza di farmaci impegna fortemente l’Aifa che, oltre a istituire uno specifico tavolo tecnico, al quale partecipa anche il Ccts attraverso il Nucleo Carabinieri Aifa, ha messo in atto validi provvedimenti per contrastare le carenze e le indisponibilità di farmaci. È chiaro che la carenza di farmaci nella filiera legale può comportare la ricerca degli stessi in canali illegali.
E sugli oppioidi?
Altra questione è proprio la situazione di allerta relativa alla diversione dell’uso dei farmaci a base di fentanyl e altri oppioidi. Il Ccts è intensamente impegnato nel contrasto di questo fenomeno, partecipando anche a numerosi tavoli tecnici dedicati all’esame della problematica e all’individuazione di provvedimenti di tipo preventivo. Al momento il fenomeno prevalente riguarda l’ottenimento dei farmaci oppioidi tramite ricette contraffatte, realizzate con ricettari e timbri rubati, a volte anche redatte a carico del Ssn con conseguente danno erariale.
Quindi è un dossier su cui vi state concentrando molto?
Sì, la vigilanza sul traffico illecito e sulla diversione dell’uso di fentanyl costituisce uno dei principali compiti dei nostri reparti, attese le incombenze attribuite con il Piano di contrasto all’uso improprio del fentanyl e degli altri oppioidi sintetici della Presidenza del Consiglio.
Che tipo di condotte registrate?
Di diverso tipo, come il furto del farmaco presso la farmacia, ma anche furto di ricettari e generazione di ricette falsificate, utilizzo improprio delle credenziali di accesso dei medici alla piattaforma di prescrizione elettronica da parte dei segretari di studi medici, o anche iperprescrizione da parte di medici compiacenti, di esempio il caso in cui il medico effettuava prescrizioni di farmaci che venivano consegnati ad una rete criminale che li esportava negli Usa.
Invece, per quanto riguarda più in generale il furto di farmaci di che numeri parliamo?
Già dal 2024 abbiamo registrato un trend in crescita. Parliamo della sottrazione di circa 8 milioni di euro nel 2024 e già oltre 1,6 milioni di euro nel 2025. Il fenomeno è verosimilmente legato a situazioni globali di carenza di farmaci e/o dell’assistenza farmaceutica in altri Paesi; è, infatti, forte l’ipotesi che i farmaci rubati, altamente specialistici e ad alto costo, destinati per lo più alla cura di patologie oncologiche e degenerative, vengano illecitamente esportati verso altri Paesi.
Come collaborano i Nas con istituzioni internazionali e partner esteri per contrastare frodi transnazionali?
Sarebbe irrazionale e anacronistico pensare di contrastare le sfide globali, come il traffico illecito di farmaci o le frodi alimentari, rimanendo entro i propri confini nazionali. Il Ccts, infatti, investe molte energie nella ricerca e stabilizzazione di relazioni con i Paesi dell’unione europea e non solo. Nel settore farmaceutico, ad esempio, partecipiamo come action leader all’operazione internazionale Shield, coordinata da Europol, che si rinnova ogni anno e che coinvolge circa 30 Paesi, anche al di fuori dell’Ue, tesa al contrasto al traffico illecito di farmaci contraffatti.
Con che risultati?
Nel solo 2024, nell’ambito di Shield V, i CC dei reparti Tutela salute hanno eseguito 967 attività ispettive e di controllo, con l’apertura di 11 attività investigative, per un totale di 138 soggetti segnalati all’autorità giudiziaria e 23 arresti, nonché scoperto un laboratorio clandestino e smantellati due gruppi criminali.
Quali altri esempi virtuosi può citare?
Sicuramente il gruppo di lavoro denominato WGeo (Working group of enforcement officers) di cui siamo componenti attivi, ma anche del Pfipc (Permanent forum of international farmaceutical crime), al quale partecipano rappresentanti provenienti da tutto il globo. Ma anche la sicurezza alimentare è rafforzata a livello europeo da alcuni sistemi di allerta rapido tra i Paesi membri della Ue, come ad esempio il Rasff (Rapid alert system for food and feed). Inoltre, la connessione con altre istituzioni sovranazionali, come Europol ed Interpol, permette uno scambio info-operativo nelle indagini di polizia giudiziaria, che consente di disarticolare organizzazioni criminali operanti nel settore della contraffazione e commercio illecito di alimenti.