Dal porno al fumo, quando lo Stato impone i divieti. Il caso del Regno Unito

  • Postato il 27 luglio 2025
  • Di Panorama
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Dimenticate il pop-up con scritto “Sei maggiorenne? Sì/No” e il sorriso complice di chi mente. Da oggi, in UK, per accedere a siti porno serve una patente digitale dei desideri: o mostri un documento d’identità, o ti lasci scannerizzare il volto, come quando sblocchi l’iPhone. Il Regno Unito ha deciso che basta improvvisazioni.

Il provvedimento non è un semplice ritocco alla navigazione online, ma una rivoluzione del rapporto tra pubblico e privato, tra ciò che si guarda e ciò che si deve dimostrare per guardarlo. Da mezzanotte del 25 luglio 2025, chi non ha compiuto 18 anni non potrà più raggiungere con un clic il contenuto proibito. È l’inizio di una nuova stagione digitale, dove la leggerezza della navigazione lascia spazio a controlli serrati, simili a quelli del supermercato quando chiedono la carta d’identità per una bottiglia di vino. La pornografia diventa un varco sorvegliato, non più un territorio accessibile con una bugia su una data di nascita.

“Non basta più auto‑dichiararsi adulti. Ora il sistema vuole prove,” ha spiegato Oliver Griffiths di Ofcom, che di fatto è diventata l’“ispettore” della moralità digitale britannica. Con multe che possono arrivare fino al 10% del fatturato globale dei colossi del web, il messaggio è chiaro: chi non si adegua, chiude.

Privacy o sorveglianza?

Ovviamente il pensiero corre subito all’occhio digitale di Big Brother. Il face‑scan per vedere un video hard ha il sapore distopico di Black Mirror, ma le autorità assicurano che i dati personali non finiranno in mano ai siti porno. Solo un “via libera” anonimo, come se alla porta di un club qualcuno dicesse: “Tu puoi entrare, tu no.”

Eppure, la questione della privacy rimane sospesa come una nuvola sopra il Tamigi. La promessa che i dati saranno trattati in modo anonimo potrebbe non bastare a placare l’ansia di chi teme una schedatura silenziosa dei desideri. È una questione di fiducia: il cittadino britannico sarà disposto a concedere un frammento così intimo della propria identità per un atto tanto privato? In fondo, il porno, per sua natura, è il regno del segreto, della libertà, del “non visto”.

E mentre si discute di sicurezza e controllo, c’è chi osserva con un misto di stupore e inquietudine il nuovo scenario: un Paese che fa del digitale un confine morale, e che trasforma il piacere in un rito di identificazione. La domanda che resta sospesa è se questa “moralità digitale” sia davvero emancipazione o una sofisticata forma di sorveglianza sociale.

Generazione senza fumo

Se il porno è diventato un tema di accesso e non più di tabù, il fumo è ormai una guerra di trincea. Chi è nato dopo il 1° gennaio 2009, in UK, non potrà mai comprare una sigaretta. Mai. Non una di quelle di carta e tabacco, né una e-cig color pastello con aroma di bubblegum. Per ora la legge parla chiaro: la vendita delle sigarette (e simili) è concessa sul suolo britannico solo per i maggiorenni. Ma con un accento particolare. Il Governo britannico sta infatti introducendo una normativa pionieristica chiamata Tobacco and Vapes Bill, che se approvata entrerà in vigore dal 1° gennaio 2027. Questa legge proibirà per sempre la vendita di tabacco a chiunque sia nato il 1° gennaio 2009 o dopo, creando così la prima “generazione senza fumo”.

Come funzionerà la legge

L’accento è posto sui rivenditori, che saranno sanzionati se vendono a chi non abbia diritto (fino a £100 di multa immediata sul posto). Dall’inizio del 2027, i nati dal 1° gennaio 2009 in poi non potranno mai legalmente acquistare sigarette (anche se cresceranno e diventeranno adulti); l’età legale di vendita aumenterà di un anno ogni anno successivo. Le persone che attualmente hanno più di 18 anni e possono acquistare legalmente non saranno penalizzate in futuro.

Quella che si profila è una generazione disintossicata per decreto, cresciuta in un mondo dove la sigaretta non è più un gesto di ribellione o un rito d’ingresso nell’età adulta, ma un ricordo d’archivio, un’icona vintage vista solo nei film in bianco e nero. Il progetto, iniziato con Rishi Sunak e ora portato avanti dal governo laburista, è tanto ambizioso quanto radicale: alzare ogni anno l’età minima di acquisto, fino a farla coincidere con l’eternità.

Gli obiettivi dichiarati sono nobili: ridurre i tumori, alleggerire i costi del sistema sanitario, salvare vite. Ma sotto la superficie, aleggia una domanda scomoda: quanto di questa scelta è un atto di cura, e quanto è un esercizio di controllo sulle libertà individuali?

Una società senza vizi?

Quella britannica sembra una società che ha deciso di fare detox, almeno sulla carta: meno vizi, meno eccessi, meno “sguardi rubati” sui feed social. È un’operazione che nasce con i migliori intenti – proteggere i giovani – ma si muove sul filo di una domanda fastidiosa: fin dove può spingersi lo Stato nel definire ciò che è giusto o sbagliato?

C’è chi parla di un “nuovo moralismo di Stato”, un pacchetto di norme che non solo protegge, ma plasma il comportamento delle persone. E se domani sarà il fumo, dopodomani potrebbe essere l’alcol o il junk food. L’idea di una società “senza vizi” affascina e inquieta allo stesso tempo. È la versione 2.0 del puritanesimo britannico, rivestito di tecnologia e di dati, che detta i ritmi di ciò che si può e non si può fare, persino nei momenti più privati.

Il lato oscuro del blocco

Il porno, si sa, trova sempre un passaggio segreto. VPN, dark web, siti borderline. Ofcom lo sa bene, ma la scommessa è tagliare almeno l’esposizione casuale: quei video che compaiono nelle timeline prima ancora di chiedersi cosa siano. Non è tanto una caccia ai consumatori adulti, quanto un argine all’accesso precoce dei bambini a un universo che può diventare violento e distorto.

C’è però un rischio collaterale: spostare la curiosità adolescenziale verso angoli più bui e meno regolamentati della rete, creando un effetto paradosso. Più proibizione, più desiderio di trasgressione. Lo stesso vale per il fumo: vietare una sigaretta potrebbe trasformarla da semplice vizio a oggetto di culto per i più giovani, un simbolo di ribellione sotterranea.

Dal divieto di fumo al porno con controllo facciale, il Regno Unito sta tracciando una nuova grammatica sociale. C’è chi applaude, chi parla di “nanny state,” chi prevede mercati paralleli di vizi e desideri. La vera partita, allora, si gioca altrove: nella capacità di educare, spiegare, accompagnare i ragazzi in un mondo che non sarà mai totalmente privo di tentazioni.

Autore
Panorama

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