Dal Sestante al Pogliani, i familiari dei ragazzi con disabilità non ci stanno: “Asl mostra sorrisi, ma qui solo bugie e spazi ridotti”
- Postato il 24 agosto 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Borghetto/Loano. Volti sorridenti, operatori e dirigenti immortalati nella foto diffusa nei giorni scorsi da Asl2. L’immagine accompagnava la nota ufficiale che annunciava il trasferimento degli ospiti dell’Istituto Medico Psicopedagogico di Borghetto Santo Spirito al presidio riabilitativo “Monsignor Pogliani” di Loano. Un passaggio definito “sereno e accogliente”, con la garanzia – per almeno sei mesi – della presenza dello stesso personale.
Eppure i familiari dei ragazzi già ospitati al Sestante di Borghetto non condividono affatto quell’entusiasmo e, ai microfoni di IVG, parlano di “bugie seriali, di spazi insufficienti e di una comunicazione con le famiglie mai realmente avvenuta”.
Secondo la nota Asl2, il trasferimento si è svolto “in un clima estremamente sereno, con personale che ha seguito ogni fase per garantire continuità assistenziale, sicurezza e benessere”. Inoltre, per rendere l’inserimento graduale, i pazienti continueranno a essere seguiti dagli operatori di Asl2 per i prossimi sei mesi. Proprio come richiesto dai genitori dei ragazzi, anche se per un periodo di tempo ritenuto dagli stessi familiari “non accettabile”.
Una narrazione, quella di Asl2, che non convince chi da mesi si batte per mantenere i ragazzi a Borghetto: “Non siamo per niente contenti – spiega Andrea Martoccia, uno dei familiari – continuano a dire bugie su bugie. Intanto il trasferimento è avvenuto a cantiere aperto, con i ragazzi che non potranno uscire autonomamente sino alla fine dei lavori, e quindi, si presume, tra diversi mesi. Parlano di confronto costante e trasparente con le famiglie? Non è mai avvenuto. Forse con il personale, ma con noi genitori no. A dicembre ci avevano persino detto che il trasferimento non era vero, un mese dopo era tutto fatto”.
Secondo i familiari, uno dei problemi principali della struttura loanese riguarda gli spazi: “Gli ambienti sono piccoli – denuncia Martoccia – abbiamo chiesto di avere le planimetrie con le metrature. Nei precedenti bandi andati deserti si parlava di mille metri quadrati, ma qui a Loano se ce ne sono 600 è già tanto. Stanze piccole, locali in un’altra zona e non sappiamo nemmeno se saranno a uso esclusivo dei ragazzi. È inaccettabile”.
Ma il sentimento di sfiducia dei genitori si estende anche alla politica: “Ci avevano promesso che avrebbero partecipato agli incontri al Pogliani, ma nessuno si è presentato. Ci siamo dovuti muovere noi, anche in Regione. Siamo stati presi in giro più volte. Tranne rare eccezioni, come il consigliere Jan Casella, ci siamo trovati davanti solo politicanti assenti, penso ai consiglieri regionali Roberto Arboscello e Sara Foscolo, quest’ultima non si è nemmeno degnata di rispondermi pur avendomi lasciato lei il suo contatto”.
“Gli staremo con il fiato sul collo – conclude Martoccia – perché siamo costretti ad accettare una situazione che non avremmo mai voluto accettare”.