Dalla Cisl a Palazzo Chigi, Meloni cala il sipario sulla Triplice sindacale, fine del ‘68 lungo
- Postato il 13 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Dalla Cisl a Palazzo Chigi. Avviene di tutto in questo singolare Paese chiamato Italia: anche che un vero sindacalista diventi sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega per il Sud.
Fino a qualche mese la si poteva ipotizzare una decisione così imprevedibile? Eppure oggi è realtà: Luigi Sbarra, ex numero uno della Cisl (da pochissimo tempo) fa da subito parte del Governo. Con una delega importante: “il povero Sud” che ha in gap infinito con il Nord.
Mossa azzeccata? L’opposizione spara a zero, lo considera un atto vile, peggio di un tradimento. Al contrario la maggioranza gongola perché con questa decisione ha preso due piccioni con una fava: ha mandato in frantumi la triplice formata da Cgil, Cisl e Uil che erano andate quasi sempre a braccetto insieme, tranne che in rarissime occasioni.
Con la Cisl occhiolino ai cattolici

In più la Meloni ha cercato in questa maniera di aprire un varco nell’elettorato cattolico forte di 4 milioni di voti. Non è poco e forse il Pd non si è ancora accorto del danno che la nomina di Sbarra potrebbe provocargli.
I commenti sono perfidi, il più ficcante di tutti è quello del Riformista che, in prima pagina, stamane titola: “Il governo alza la sbarra”.
Mentre tutto questo avviene dopo la batosta subìta nel voto referendario (che solo Elly Schlein e Francesco Boccia continuano a minimizzare) in Parlamento il Pd convoca una conferenza stampa che ha per protagonista l’on. Eleonora Evi (passata dal due Bonelli- Fratoianni ai 5Stelle per poi aderire definitivamente ai i dem).
Che cosa ha da dire di tanto importante? Un avviso molto delicato: lo zucchero fa male alla salute se preso in quantità riprovevoli. Insieme con lei, il caparbio collega Marco Furfaro che non ha il dono di parlare con un tono di voce che può indispettire chi lo ascolta. Quasi gridando, si potrebbe dire.
Certo il problema getta lo sconforto nella platea che ascolta il discorso con la dovuta spiegazione della parlamentare.
Il Pd è forse distratto? Via del Nazareno non si accorge che una parte dei dem ha iniziato l’assalto alla segreteria.
I più attivi sono Ernesto Ruffini, (detto mister tasse per il lavoro svolto al’Equitalia), Romano Prodi e Goffredo Bettini.
L’esercito dei contrari alla “rivoluzione” dettata da Elly si infittisce, molti chiedono a gran voce un congresso o comunque una direzione molto allargata in cui si possa discutere del futuro. A nessuno piace essere minoranza in specie se si protrae all’infinito (o quasi)
Nell’alleanza di governo, i soliti mugugni che per ora non hanno scalfito gli ultimi risultati. Giorgia Meloni è raggiante. Cita numeri che non sono estrapolati da un discorso in campagna elettorale, ma sono cifre riportate dall’Istat che si riferiscono all’ultimo trimestre.
Ebbene, questi dati dimostrano che i contratti a tempo indeterminato hanno raggiunto il 62,7 per cento. “Meglio della Germania e della Francia”, commenta inorgoglita la premier.
La morte di un carabiniere
È proprio uno strano Paese quello in cui abbiamo il piacere di vivere. Capita che un carabiniere pugliese perda la vita dopo un conflitto a fuoco con un gruppo di rapinatori. Carlo Le Grottaglie, aveva 60 anni e fra quattro giorni sarebbe andato in pensione riponendo la divisa in una cassapanca.
Invece è successo che, dopo un inseguimento, sono cominciati a piovere proiettili da una parte e dall’altra ed uno di questi lo ha colpito in pieno uccidendolo sul colpo. Sono questi i rappresentanti delle forze dell’ordine che vengono accusati talvolta di essere degli assassini quando cercano di difendere le città da chi vuole seminare soltanto odio e violenza.
Dove dovrebbero passare i loro giorni questi “signori” che pensano solo che valga il principio del tanto peggio, tanto meglio? La stragrande maggioranza degli italiani non ha dubbi: “Dietro le sbarre per il tempo voluto dalla giustizia”
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