Dalla fisica ai Beatles: Gabriella Greison racconta l’universo dove “tutto può accadere”
- Postato il 13 ottobre 2025
- Di Panorama
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John Lennon, Ringo Starr, Paul McCartney, George Harrison. Ecco in ordine, da sinistra a destra, i quattro Beatles che nel 1969 attraversano baldanzosi Abbey Road. Ma se su quelle strisce, invece che i quattro ragazzi di Liverpool, si volessero riprodurre quattro altrettanto geniali personaggi della fisica, chi scegliereste? Per Gabriella Greison non ci sono dubbi: i quattro maestri a cui farebbe attraversare Abbey Road, rigorosamente tutti premi Nobel, sarebbero Paul Dirac, Erwin Schrödinger, Werner Heisenberg e Wolfgang Pauli. Semplicemente, perché con loro nasce il mondo del “dove tutto può accadere”. E “Dove tutto può accadere” è anche il titolo dell’ultimo romanzo, il tredicesimo, di Gabriella Greison, che ha saputo trasferire anche in uno spettacolo teatrale, su un palcoscenico dal sapore di quella meravigliosa Londra degli Anni Sessanta, che si lascia accarezzare dalle più belle canzoni dei quattro baronetti.
Gabriella, dove nasce la passione per la fisica?
“La mia passione per la Fisica è nata tardi, dopo averla scelta come percorso universitario. Al liceo, quasi non capivo cosa fosse, non mi era mai stata spiegata bene. Non vengo da un’infanzia facile, e per riscattarmi da una vita che non mi piaceva sono dovuta crescere velocemente. Non sono stata bambina a lungo. Avevo bisogno di un riscatto. E il mio riscatto è stato proprio l’università. Volevo una facoltà difficile per poter comprendere me stessa, capire quanto fossi forte, quanto fossi brava, per non avere rimpianti. Per questo mi sono messa un obiettivo molto alto. Ci sarebbe stato tempo, eventualmente, di abbassare l’asticella. Mi sono informata su quale fosse la facoltà più difficile: non era chimica, non era matematica e nemmeno ingegneria, era Fisica. E, in effetti, lo era: ma era quello di cui avevo bisogno per dimostrare il mio valore. Ed è stata una scoperta meravigliosa, un tuffarsi in un mondo bellissimo. Ho creato il mio luogo dove prendere finalmente il volo. La fisica ti fa volare perché ti dà l’opportunità di vedere tutto dall’alto; fare fisica significa avere le chiavi per aprire i cassetti e trovare le risposte. E i viaggi mentali che mi ha fatto fare la fisica, mi hanno consentito di essere la persona che sono oggi.”
Fisica quantistica, divulgatrice (tieni conferenze in giro per il mondo in tre lingue), scrittrice, attrice, inserita tra le 100 donne di successo su Forbes nel 2024
“Mi piace combinare l’aspetto razionale con quello creativo, il fatto di poter spaziare in più mondi, di potermi contaminare con diverse discipline. La cosa che più mi piace essere è narratrice, racconto storie di fisica quantistica. Non mi piaceva il fatto che ci fossero così poche donne nella fisica: ho creato così un mondo dove poter raccontare quanto sia bella, mostrare le storie dei suoi protagonisti, che ho scoperto leggendone le biografie pima di addormentarmi. Il mio debutto letterario è stato “L’incredibile cena dei fisici quantistici”, che non volevano nemmeno pubblicare, ritenendo l’argomento troppo di nicchia. Invece ha avuto un grandissimo successo: la gente aveva capito che non volevo spiegare cosa fosse la fisica quantistica, ma raccontare aneddoti interessanti sotto forma di romanzo, in maniera credibile.”
Un libro, che dopo dieci anni continua a essere un “love seller”, come tutti i tuoi libri. L’ultimo, invece, è “Tutto può accadere”, dove racconti il particolare rapporto tra Paul Dirac, premio Nobel nel 1933, e la figlia Monica
“È la storia di quattro fisici, che io definisco, grazie ai loro vezzi, i Beatles della Fisica: Erwin Schrödinger, Werner Heisenberg e Wolfgang Pauli e Paul Dirac ed è concentrata sulla vita di quest’ultimo. I miei libri sono sempre delle ricostruzioni storiche, cerco sempre di abbinare rigore scientifico e sensibilità narrativa. Paul Dirac è uno dei creatori della fisica quantistica e mi ha incuriosito moltissimo il suo legame con la figlia Monica. Lei ha lasciato l’università per andare a seguire i Beatles. Una storia così bizzarra che ho ricostruito una linea di demarcazione di questi due mondi: quello della figlia che negli anni Sessanta ha vissuto la musica, i colori, l’arte, con quello del padre che era l’opposto, riservato e silenzioso. Talmente silenzioso da far nascere, scherzosamente, una sua unità di misura per la loquacità. Un Dirac equivale a una parola all’ora. Uno si dedicava al mondo dell’infinitamente piccolo, studiando particelle e antimateria, l’altra inseguiva il mondo dell’infinitamente grande. Da questo legame nascono delle telefonate settimanali, ogni venerdì, dove si aggiornavano sui rispettivi universi.”
Non ti limiti a scrivere di Paul Dirac, lo porti in scena con uno spettacolo, dallo stesso titolo del romanzo, che debutterà a Bologna il 18 ottobre, per concludersi a Milano il prossimo 11 maggio
“La regia è firmata da Alessandro Spadari, artista e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera e io sarò accompagnata dalle musiche dei Beatles. Interpreto il ruolo della figlia Monica e racconto, con un abito anni Sessanta, che tipo strano fosse mio padre; sappiamo tutti che i fisici (me compresa) sono delle persone davvero particolari. Mi immagino le telefonate con lui e ogni telefonata è scandita da un racconto, un aneddoto, un episodio sia della vita di Paul Dirac, sia di una nuova scoperta di lei. Nascono tante metafore tra fisica quantistica, musica, arte e tutto quello di cui Monica si nutriva, spiegando, per esempio, come e quanto Paul Dirac capisse di fisica semplicemente guardando un quadro Kandinsky.”
Oltre allo spettacolo, sarai impegnata in una serie di conferenze internazionali, tra cui il 2 novembre al Cern e hai realizzato un nuovo podcast “Quantum Rock”, in linea con il tuo soprannome “rockstar della fisica”
“Mi è sempre piaciuta la musica rock, e con il mio nuovo podcast chi è esperto di musica può trovare delle bellissime similitudini tra la fisica quantistica e la musica dei più grandi gruppi rock di sempre. Avvicina una materia che è ostica. La fisica è complicata per tutti, ma tutti possono ascoltare le storie, e all’improvviso diventa un posto abitabile, come piace dire a me.”
Ci spieghi, in parole semplici, la scoperta di Dirac?
“Con la sua formula, Paul Dirac ha creato un mare, “il mare di Dirac”. In questo mare ogni particella ha il proprio contrario, il suo opposto. La materia ha l’antimateria. Questo significa che esiste un antimondo dove sono contenute tutte le informazioni al contrario. Se ci pensiamo, questa è una cosa bellissima, anche come metafora, come viaggio mentale, rappresenta un fantastico modo di intendere la vita. Noi siamo noi e il nostro opposto, che condividiamo e con cui riusciamo a convivere.”