Dalla militanza giovanile alle riforme sociali: chi è Jeannette Jara, la prima comunista candidata presidente in Cile

  • Postato il 3 luglio 2025
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Ha lo stesso cognome del cantautore Victor Jara, ma non è parente. Anche lei è comunista ed è la nuova candidata del centrosinistra alle elezioni presidenziali del prossimo anno. Jeannette Alejandra Jara Román è nata il 23 aprile 1974 a Conchalí, nella zona nord di Santiago del Cile, in una famiglia popolare con cinque figli. A soli 14 anni aderisce alle Juventudes Comunistas, nel 1989, alla fine della dittatura militare. Nel 1999 diventa membro ufficiale del Partito Comunista cileno, entrando poi nel suo Comitato Centrale. Ha studiato Amministrazione pubblica all’Università di Santiago e Giurisprudenza all’Università Centrale. Già da giovane si segnala come politica pragmatica e determinata, tra le leader della federazione studentesca Feusach. In seguito lavora al Servicio de Impuestos Internos come fiscalizzatrice tributaria e dirigente sindacale.

Nel secondo mandato di Michelle Bachelet (2016-2018) diventa sottosegretaria alla Previdenza Sociale. In questo ruolo promuove la Ley Sanna, per tutelare le famiglie con figli gravemente malati, e si impegna in altre iniziative a favore dei lavoratori. Nel 2021 si candida a sindaca di Conchalí, arrivando seconda. Successivamente entra nell’amministrazione municipale di Santiago, lavorando sotto la sindaca Irací Hassler, carica che mantiene fino a marzo 2022, quando viene nominata ministra del Lavoro e della Previdenza Sociale da Gabriel Boric.

È la prima donna comunista a ricoprire la carica di ministra del Lavoro nell’era democratica post-Pinochet. Durante il suo ministero, propone e ottiene l’approvazione di leggi chiave: la riduzione dell’orario lavorativo a 40 ore settimanali, la Ley Karin contro le molestie di genere, l’aumento progressivo del salario minimo. Avvia poi un complesso processo di riforma del sistema pensionistico, tuttora in corso e in discussione parlamentare. Per candidarsi alle primarie, si dimette da ministra. In campagna elettorale dichiara: “Il nostro Paese ha bisogno di una trasformazione profonda che riduca la concentrazione economica e costruisca un futuro con più equità. Non possiamo più accettare che pochi detengano la maggior parte delle ricchezze mentre tanti lottano per arrivare a fine mese. Il mio impegno è lavorare per un Cile dove ogni persona abbia accesso a salari dignitosi, salute pubblica di qualità e una pensione che garantisca una vita dignitosa”.

Il 29 giugno 2025 vince le primarie del centro-sinistra con circa il 60% dei voti, diventando la prima candidata presidenziale unitaria della sinistra cilena a provenire dal Partito Comunista dopo il ritorno della democrazia. La sua candidatura cerca di coniugare giustizia sociale e responsabilità fiscale, riformismo e diritti, con un’agenda che punta su salari dignitosi, sicurezza, casa, salute pubblica e riforma delle pensioni. “Continueremo a essere un paese libero, indipendente e sovrano, impegnato con la giustizia sociale e il benessere di tutte e tutti”, ha affermato dopo la vittoria. “Questa vittoria è l’inizio di un percorso affinché il Cile possa diventare un paese più giusto, dove la dignità e i diritti delle persone siano al centro delle nostre politiche”.

Il 16 novembre 2025 Jara si troverà a sfidare tre candidati di destra che, secondo i sondaggi preliminari, sono in vantaggio. Punta a costruire una rete di supporto ampia, che coinvolga socialisti, indipendenti e moderati. Vuole riportare entusiasmo nella sinistra dopo la fase di delusione legata al mandato di Boric. L’obiettivo è portare la coalizione oltre il suo tradizionale spazio di consenso, sfidando così l’egemonia culturale delle destre, che sotto Boric si è ri-affermata in diversi ambiti. Durante la sua esperienza politica, Jeannette Jara ha mantenuto un dialogo costante con i movimenti sociali, in particolare con le organizzazioni femministe e sindacali, che hanno riconosciuto il suo impegno per i diritti delle donne e dei lavoratori. Ora starà a lei convincere le forze sociali e non solo partitiche ad appoggiarla.

Le elezioni del 2025 rischiano di essere tra le più polarizzate della storia cilena, con uno scontro netto tra una sinistra radicale e una destra ultra-conservatrice incarnata dal pinochetista José Antonio Kast, il grande favorito. Jeannette Jara, pur essendo una politica navigata ed esperta, è anche uno dei volti nuovi della politica cilena. Comunista di lunga militanza, dialogante e pronta alla mediazione, ha dimostrato queste qualità nel suo ministero. Non è una donna da strappi improvvisi, ma una politica capace di muoversi con strategia e flessibilità. La sua candidatura rappresenta la prima proposta unitaria della sinistra comunista dopo decenni: il suo potenziale successo dipenderà dalla capacità di unificare la coalizione e di condurre una campagna ampia e partecipata. Se riuscirà a farlo, avrà concrete possibilità di vittoria; altrimenti rischierà una sconfitta netta. La sfida più grande sarà rompere la logica della polarizzazione estrema, senza però perdere credibilità e radicalità sulla giustizia sociale.

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Il Fatto Quotidiano

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