Darsena, tra droga e disperazione. I pescatori: “E’ una terra di nessuno”. Fish Lab: “Costretti a chiudere prima”

  • Postato il 25 giugno 2025
  • Copertina
  • Di Genova24
  • 1 Visualizzazioni
darsena droga disperazione

Genova. “Ogni mattina sulle barche troviamo persone che dormono, sfatte dalla droga, mentre le nostre reti sono discariche a cielo aperto. Passiamo le ore pulirle per poter andare in mare, quando ci lasciano avvicinare”. Con queste parole i pescatori della Darsena lanciano un nuovo grido d’allarme, l’ennesimo, per provare a accendere un faro su una situazione che in questi anni e soprattutto in questi mesi sta di fatto precipitando. A rischio sono le attività economiche del settore che sostengono decine di famiglie, mentre per la città l’occasione mancata di avere un polo della pesca tradizionale sta iniziando a prendere dimensioni davvero ingombranti.

La situazione si è nuovamente acutizzata in questi giorni, dopo gli ultimi allarmi scattati a metà dello scorso maggio. “Siamo arrivati ad assistere a scene che non vedevamo dagli anni ’80 con liti tra spacciatori e consumatori in astinenza – ci raccontano – e che oramai succedono anche in pieno giorno. Facciamo un lavoro per cui iniziamo a lavorare di notte, e quando arrivano alle barche troviamo gruppi di persone che fumano crack. Sono spesso ragazzi e ragazzine, anche italiani, ridotti a zombi. La disperazione”.

Oltre al lato umano, la situazione continua ad essere una polveriera per quanto riguarda la sicurezza: “Sono tantissime le volte che non ci fanno avvicinare alle nostre reti – continuano i pescatori – sotto ci sono dei veri e propri accampamenti. Al mattino ne troviamo i resti, tra cibo, vestiti abbandonati, borse di dubbia origine, sporco e topi. Un rumentaio”. Anche per i residenti della zona la questione sta diventando urgente: “Due giorni fa, mentre portavo mia figlia all’asilo – racconta una madre della zona, che chiaramente vuole restare anonima – ci siamo trovate nel mezzo di una rissa tra quelli che sembravano essere spacciatori e probabilmente dei clienti. Urla, grida, violenza. Siamo dovute scappare”.

E infine, non per importanza, il lato turistico-economico. A monte dell’approdo riservato ai pescherecci, come è noto, dal 2021 è operativo il Fish Lab, una struttura pensata per creare un polo dell’enogastronomia ittica a chilometro zero a due passi dal Porto Antico e praticamente nel cuore della città turistica. “Oggi però siamo costretti a lavorare al 50% dell’orario – raccontano i responsabili – la sera qua è una terra di nessuno, inutile e rischioso rimanere aperti. E al mattino, prima di aprire, dobbiamo svegliare le persone che bivaccano davanti alle porte”. E i controlli? “Chiamiamo praticamente tutti i giorni la polizia e la polizia locale – spiegano – ma appena vanno via le pattuglie tutto ritorna come prima. Serve un cambio di approccio, rapidamente, prima che sia troppo tardi”.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti