David, il cardinale contro regime Duterte

  • Postato il 5 maggio 2025
  • Di Agi.it
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David, il cardinale contro regime Duterte

AGI - Un Papa filippino, ma non di Curia caratterialmente più deciso e sicuro del connazionale Luis Antonio Tagle, tanto da essere stato inviso al regime di Rodrigo Duterte di cui ha coraggiosamente denunciato abusi e gravi violazioni dei diritti umani. La scelta del Conclave potrebbe cadere sul cardinale Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan nelle Filippine, nato a Betis, Guagua, Pampanga, nell'Arcidiocesi Metropolitana di San Fernando, il 2 marzo 1959. È stato ordinato sacerdote ad appena 24 anni, il 12 marzo 1983 e successivamente dal 1986 al 1991 ha studiato all'estero, conseguendo la Licenza e il Dottorato in Sacra Teologia presso la Katholieke Universiteit di Lovanio, e frequentando i corsi dell'Ecole Biblique de Jerusalem.

Rientro nelle Filippine e carriera

Rientrato nelle Filippine, è stato Direttore del Dipartimento di Teologia del Seminario di San Fernando dove è stato anche docente di Sacra Scrittura essendo poi eletto vice-presidente dell'Associazione dei Biblisti Cattolici delle Filippine e dell'Archdiocesan Media Apostolate Networks. Nominato nel 2006 ausiliare di San Fernando da Papa Benedetto XVI è stato consacrato il 10 luglio successivo. Il 14 ottobre 2015 è stato nominato Vescovo di Kalookan. Nove anni dopo, il 6 ottobre 2024, Papa Francesco ha annunciato che avrebbe tenuto un Concistoro a dicembre per creare 21 nuovi cardinali, e lo ha incluso tenendo presente probabilmente i momenti difficili da lui vissuti sotto il regime di Rodrigo Duterte, ricevendo minacce di morte per il suo impegno a difesa dei diritti umani e delle vittime della guerra alla droga.

Impegno e determinazione

In più occasioni, David ha raccontato di aver temuto per la propria incolumità, ma ha continuato la sua missione pastorale con determinazione, sostenendo che la Chiesa ha il dovere di proteggere i più vulnerabili. Un aspetto che lo avvicina a Papa Francesco che da cardinale di Buenos Aires era finito sotto scorta perché era entrato in conflitto con una banda criminale dedita allo sfruttamento e alla tratta delle ragazze anche minorenni. Come gli altri nominati nella lista del Papa, il neo cardinale David non aveva ricevuto alcun preavviso della sua elevazione. In un'intervista alla rivista "America", la pubblicazione più autorevole dei gesuiti Usa, ha raccontato di averlo saputo solo quando qualcuno gli aveva mandato un messaggio di testo per congratularsi.

Reazione alla nomina

"E io - ha riferito - ho risposto: 'Stai scherzando'. Ma lui ha detto: 'No', e poi mi ha mandato un videoclip dell'Angelus in cui il Papa ha fatto l'annuncio nominando i nuovi cardinali e, come previsto, ho sentito il mio nome". Descrivendo la sua risposta, il cardinale ha aggiunto: "Pensavo di andare in iperventilazione. Poi è iniziata una valanga di messaggi di testo. Quindi, poiché il mio meccanismo di difesa è sempre la preghiera, ho fatto degli esercizi di respirazione e sono andato in cappella. E ho detto al Signore: 'Cosa sta succedendo qui?' Poi subito dopo, ho detto: 'Va bene, quindi questo è un nuovo capitolo della mia vita. Lascia che sia'".

Coinvolgimento nel Sinodo

Riflettendo sulla sua nomina, nell'intervista il cardinale David si era chiesto il motivo di questa scelta da parte del Pontefice, dal momento che, ha affermato, "non mi sono mai avvicinato molto a Papa Francesco. Ma penso che forse sia stato per il mio coinvolgimento nel Sinodo". Era stato infatti eletto dai vescovi filippini come delegato al Sinodo e, in questa veste, aveva partecipato anche all'assemblea continentale del Sinodo per l'Asia. Durante le riunioni del Sinodo romano, era stato eletto al comitato per le comunicazioni e, nella seconda sessione, al consiglio post-sinodale.

Ispirazione da Papa Francesco

Da cardinale ha dichiarato di essersi fortemente ispirato a Papa Francesco, ritenendo che "la sinodalità è sempre stata la piattaforma del (suo) Pontificato, dal momento in cui è stato eletto Papa, persino dal momento in cui ha consegnato il suo messaggio ai suoi fratelli cardinali". Ha ricordato con stupore il discorso pre-conclave dell'allora cardinale Bergoglio, ritenuto determinante per la sua elezione: "Quello è stato il mio primo stupore per Bergoglio, quel breve discorso sulla chiesa autoreferenziale, su Cristo che bussa alla porta per uscire".

Interpretazione del discorso di Bergoglio

Ripensando a quel discorso, nella sua intervista il cardinale David ha notato una possibile connessione con l'Anno della Fede dichiarato da Papa Benedetto XVI dal 2012 al 2013, in corso durante il conclave del 2013. "Se ricordate, Benedetto ha pubblicato una lettera apostolica (Porta Fidei, 2011) che iniziava con la frase 'La porta della fede è sempre aperta'". Secondo lui, Papa Francesco sembrava rispondere a questo concetto dicendo: "Cosa intendi con la porta della fede è sempre aperta? Si sta chiudendo ovunque. Le persone non sono più così entusiaste della fede cristiana. Perché? A causa del nostro autoreferenzialismo".

Sinodo e sfida alla Chiesa

Ha quindi interpretato il discorso di Bergoglio come una lettura in chiave missionaria della visione di Benedetto XVI: "Benedetto ha utilizzato l'idea della porta della fede e l'idea di Cristo che entra, e Francesco l'ha invertita e ha parlato di Cristo che vuole uscire dalla Chiesa in cui lo imprigioniamo, così da poter andare nelle periferie". Il cardinale David ha sottolineato che il Sinodo è il modo in cui Francesco concretizza la sua sfida a superare l'autoreferenzialità della Chiesa: "Penso che il sinodo sia il modo di Francesco di concretizzare la sua sfida a farci uscire dall'autoreferenzialità nella Chiesa, a non limitarci al nostro linguaggio ecclesiale e a non trattare solo con i nostri fratelli cattolici, e a imparare che Dio intende la salvezza del mondo intero, non solo dei cattolici".

Sinodalità e inclusività

E ha aggiunto: "Ciò che è più cattolico è davvero la capacità di essere sinodale, di camminare non solo con i fratelli cattolici, non solo con i fratelli cristiani, non solo con i fratelli credenti, ma con ogni altro essere umano sulla terra". Riguardo all'eredità di Papa Francesco, da cardinale, David si è detto convinto che il processo sinodale non si arresterà: "La sinodalità è oltre Francesco, perché il sinodo è il Vaticano II. Francesco ha semplicemente preso sul serio il Vaticano II. La sinodalità non è solo Francesco; è la chiesa latinoamericana".

Teologia del Sud globale

Ha evidenziato l'importanza della teologia del Sud globale nella Chiesa universale, ritenendo che "il rinnovamento della Chiesa del Vaticano II stia in un certo senso ricevendo il suo completamento". Interrogato sulla sua visione per il futuro della Chiesa, nella conversazione con "America", David ha espresso la speranza che il prossimo Pontefice "implementerà il documento finale del Sinodo sulla sinodalità e prenderà molto sul serio il rinnovamento della Chiesa nel Concilio Vaticano II", continuando l'opera di una "chiesa più inclusiva, una chiesa che esce verso le periferie, una chiesa che è come un ospedale da campo per i feriti".

Esperienza in Terra Santa

Infine, ha parlato della sua esperienza in Terra Santa durante la prima Intifada e ha raccontato un episodio recente in cui l'ambasciatore israeliano nelle Filippine gli aveva chiesto un'opinione sul conflitto israelo-palestinese. "Gli ho risposto che i filippini, in generale, si schiereranno sempre con gli sfavoriti. E ho chiesto: 'Chi pensa sia lo sfavorito in questo conflitto?' Non mi ha risposto. È rimasto in silenzio".

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Autore
Agi.it

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