Dazi al 15% sulle merci Ue, i socialisti dell’Europarlamento contro l’accordo con Trump. A rischio la strategia di von der Leyen

  • Postato il 2 settembre 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’accordo commerciale stretto tra Ursula von der Leyen e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta incontrando una resistenza crescente nel Parlamento europeo. Come riportato da Politico Europe, i Socialisti e Democratici (S&D), secondo gruppo dell’Eurocamera, hanno annunciato la loro opposizione con parole nette. “Ci opponiamo fermamente all’accordo”, ha dichiarato la presidente Iratxe García Pérez, avvertendo che Trump “sfrutterà ogni segno di debolezza per intensificare la guerra commerciale”, dopo le minacce di nuove tariffe in risposta alle normative europee sulla tecnologia.

Il no del gruppo socialista rischia di far saltare la strategia della Commissione, che ha accettato di subire i dazi americani al 15% in cambio di concessioni significative a Washington e ora sta tentando di coagulare la maggioranza necessaria per attuare quanto previsto dalla dichiarazione congiunta pubblicata a fine agosto. Si approfondisce così la frattura con il Partito Popolare Europeo, alleato di von der Leyen. Un tempo le due forze erano i pilastri della coalizione Ursula a Bruxelles, oggi sono separate anche dall’avanzata della destra radicale nelle elezioni europee dello scorso anno.

Il contrasto si riflette anche nei rapporti tra istituzioni: da un lato il Consiglio, con gli Stati membri che per lo più vogliono evitare ritorsioni da parte di Trump, dall’altro il Parlamento che accusa la Commissione di eccessiva arrendevolezza e di non aver fatto valere il peso economico dell’Ue, mercato da 450 milioni di persone, per rispondere alle aggressive tattiche negoziali di Trump. “Votare contro questo accordo commerciale significa che saremo colpiti da tariffe altissime”, ha commentato con rassegnazione un funzionario del Berlaymont, mentre la direttrice generale al Commercio Sabine Weyand ha ammonito che “la nostalgia non è una strategia” nell’attuale ordine globale.

Dal fronte italiano ha parlato il capodelegazione del Pd, Nicola Zingaretti. “Quello sui dazi da parte dell’Europa non è stato un accordo, è stata una resa“, ha dichiarato. Per l’ex presidente della Regione Lazio, “i principali responsabili sono i governi, per primo quello italiano, che non hanno voluto far pesare sullo scacchiere internazionale le potenzialità dell’Europa”. Zingaretti ha attaccato direttamente la presidente della Commissione: “Von der Leyen sbaglia nel non valorizzare la fiducia ricevuta dal Parlamento. Ogni volta che si sposta a destra, perde voti. Rifletta seriamente sul rischio di perdere la sua maggioranza”. E ancora: “Sui dazi è stata fatta una scelta sbagliata, che pagheranno le nostre aziende e, come annunciato la scorsa settimana dalla Commissione, anche i cittadini, visto che il bilancio europeo subirà un taglio di circa 3,6 miliardi”.

Per il capodelegazione dem, il nodo politico resta la pressione dei nazionalisti: “Il problema non è in primo luogo l’Unione europea, ma la cultura politica dei nazionalisti, che condizionano come mai dal dopoguerra i governi europei. Così l’Ue rischia di trasformarsi in una piccola Onu, un luogo di semplice coordinamento e non un vero attore politico”. Un monito che rimanda ancora a von der Leyen: “Nel luglio dello scorso anno ha ricevuto 401 voti dal Parlamento sulla base di una piattaforma europeista. Da allora sembra aver dimenticato che non rappresenta il Consiglio, ma incarna la sintesi delle istituzioni europee. A mio giudizio sbaglia nel non valorizzare quel mandato”, ha concluso Zingaretti.

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